giovedì 25 settembre 2025

Ecco che succede se non segui le regole...

Dagli ultimi post sembrerebbe che non ne sbagli una, invece tra le tante aziende che spulciavo c'è stata anche STM prima dell'ultima discesa.


La mia valutazione era di 37€ ad azione, ciò significava comprarla a 37 - 30% = 25,9.

Ed a quanto l'ho comprata io? Ma a 37 ovviamente (cerchio blu)! e perché?

Mi sono cominciato a fare mille films in testa, che la valutavo poco, che non poteva scendere così tanto...

Insomma non sono esente dall'emotività, solo sbaglio meno di frequente rispetto a 10 o 20 anni fa.


Altra azienda che ho comprato, a 100$, è Crocs, perché la valuto intorno ai 130$.


Qui il problema non è la quotazione e l'ingresso, tutto giusto, se per "giusto" intendiamo comunque di essere sotto del 25%. Il problema è che la moda non è un settore da "value investing", perché è troppo imprevedibile e legata a doppio filo con il sentiment della popolazione.

Il punto è che nonostante il crollo di quest'ultima, comunque le perdite sono limitate, ed i soldi investiti nell'azienda di "moda" che al momento ha i migliori margini e flussi di cassa.

Ecco dunque i vantaggi della valutazione aziendale: se va bene fai nella maggior parte dei casi +50 +70 +100, se va male da 0 a -30%. Questo si traduce in una forte riduzione del rischio, che paradossalmente non è legato al rendimento. Più rischio più rendimento è un detto legato alle tipologie di asset class, ma se si compra una azienda con ottimi fondamentali ad un prezzo d'occasione, in realtà il rischio è basso e il rendimento atteso molto elevato.


A presto

Ivano

 

62 commenti:

  1. Io ho ancora un po' di capitale che vorrei mettere sull'azionario, secondo te può avere senso Crocs al prezzo attuale di circa 76usd?

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    1. Guarda io ci ho messo solo un 2% del portafoglio, perché l'azienda è sottovalutata ed ha un ottimo bilancio, ma la moda è capricciosa: basta che le crocs passino di moda e ti ritrovi messo malissimo. Guarda Nike o lululemon. Al momento crocs non sembra voler risalire, io aspetterei almeno un segnale tecnico che possa indicare un rialzo prima di entrare. Detto tutto ciò, poi sei te a decidere. Ciao.

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    2. Grazie,una piccola parte del pf ci sta per me(azionario al momento guardo titoli singoli,mi sembrano troppo alti sep500 o msci usa sennò ci entrerei senza prendere azioni singole) .invece STM ho visto che ha un p/e intorno ai 40, dici che è sottovalutata con un dato del genere?

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    3. Patrimonialmente vale sicuramente di più. Finanziariamente è solidissima. Quando inizierà ad aumentare gli utili tornerà a 40. Quando succederà, non lo so.

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  2. Buonasera, quando si sbaglia l ingresso come con stm, cosa si fa ( fai ) : ricompri ? . Grazie. Daniele

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    1. Se l'azienda ha buoni conti, ti conviene tenerle perché nel lungo periodo renderanno comunque. In linea di massima vendere in ottica di value investing serve solo quando 1) l'aziende rischia seriamente di fallire 2) c'è un'occasione migliore e non si ha liquidità residua.

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    2. Dimenticavo: se la posizione aperta non è completa e si vuole incrementare si, si comprano le rimanenti. Personalmente divido sempre gli acquisti in tre trances, come fatto con BTI. Adesso mentre con Crocs mi sono fermato, con STM ho intenzione di incrementare.

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  3. Dopo l'aggiornamento € /$ potresti fare un aggiornamento sui Treasuries,dove mi auguro Tomba dica la sua ,aspettative,speranze ,visto che è investito al 90% nei Treasuries.
    Galup

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    1. Guarda non so se serva un vero aggiornamento. Si aspettano tutti un primo arrivo al 3% nel 2026, l'analisi tecnica supporta questa visione. Da lì bisognerà vedere. Credo che Fabio ormai abbia di meno del 90% investito, visto che sono passati anni e con le cedole o altri introiti avrà investito in altro.

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  4. Carissimi, bentrovati.
    Spero di non andare fuori tema.
    Ho riflettuto su come trovare una quadra tra differenti esigenze,
    tutte importanti.
    Seguire i dettami del value investing e puntare su business con buoni fondamentali.
    Farsi trovare pronti, o non completamente disarmati, all'arrivo della prossima crisi finanziaria, quando arriverà a guastare la festa all'interesse composto nella crescita di valore.
    Diversificare le posizioni in ptf si, ma tra vincenti.
    Guardare il giusto attraverso lo specchietto retrovisore, senza esagerare, soprattutto fissare avanti. I business utili ai 20/30enni di oggi hanno buone chance di accompagnarli per i prossimi 30/40 anni.
    Tutto ciò premesso,
    andando al pratico....vorrei la vostra opinione su queste realtà in un settore considerato difensivo come l'alimentare:
    Cal-Maine Foods inc.
    Dole plc
    trattasi di investimenti pazienti,
    non vedrete le performace di Nvidia;
    sicuramente non sono attività main stream,
    commerciare all'ingrosso uova e frutta tropicale.
    Vedo business ben strutturati a prezzi accessibili.
    Però, nel tempo, vedo anche possibilità di crescita.
    Per acquistare Coca Cola, Nestlè, Lindt, visti i prezzi attuali, devo aspettarla davvero una crisi con l'S&P500 a -50%.
    Per quelle due realtà, i prezzi di borsa sono ragionevoli.
    Non hanno saturato il mercato di riferimento.
    I margini di espansione del business ci sono.
    Anche in periodi di crisi, i consumi alimentari diminuiranno ma non potranno essere sospesi come altre spese rinviabili.
    Passando oltre,
    un'altra azienda che reputo interessante: Sanlorenzo.
    Quelli che comprano yacht, generalmente, restano benestanti anche nei periodi di recessione. Mi faceva notare anni fa un amico di famiglia, i ristoranti per gente danarosa sono quelli che lavorano anche quando i comuni mortali se la passano male. Prima di andare in malora loro, chiudono bar, trattorie, pizzerie.
    Insieme a Ferretti e poche altre realtà, è il made in Italy di qualità per chi se lo può permettere.
    Sempre per diversificare, con criterio.
    Ora arriviamo ad un filone su cui ho puntato negli ultimi anni, per contro-bilanciare l'esposizione verso attività tradizionali in ambito bancario e assicurativo, che ho in ptf da molti anni; hanno finora dato soddisfazioni, ma mi rendono ora sovraesposto in termini percentuali. E questo è oggettivamete un rischio bello e buono, essere molto concentrati su alcuni settori/aziende, per quanto facciano bene.
    E quindi, ho aperto posizioni sui servizi finanziari gestiti completamente online:
    per le attività di brokeraggio ho scelto Plus500 Ltd;
    ben diversificata tra UK, resto d'Europa e nel mondo, punta farsi all'accesso in nuovi mercati come quello canadese, indiano.
    Date un'occhiata al ROIC e fatemi conoscere vostre, sempre, graditissime impressioni.
    Per attività fintech, come conti deposito, finanziamenti, trasferimenti di denaro....ho coperto il Nord America con Sofi Technologies inc., il Sud America con Nu Holdings Ltd, un paese emergente come il Kazakistan con Kaspi;
    in USA, Sofi sta facendo bene presso una clientela giovane, avvezza all'utilizzo della tecnologia, grazie all'efficienza dei servizi e ai costi contenuti.
    Nu ha portato nel modo bancario fette di popolazione che era completamente escusa dai servizi tradizionali.
    Kaspi è un vero e proprio asset di sistema, una piattaforma con cui di può interagire anche nei i rapporti con la pubblica aministrazione.
    Una sorta di monopolio naturale.
    Infine, per i pagamenti online worldwide, ho puntato su Paypal.
    Non ho idea se la ristrutturazione aziendale in corso, da parte del management di Paypal, darà i risultati sperati e rilancerà la crescita degli utili a doppia cifra. E' sufficiente che i margini di profitto restino quelli di oggi, con gli attuali FCF vengono attuati buyback da capogiro, che sfiorano il 10% annuo della capitalizzazione di mercato. Bastano altri 6/7 anni così per vedere il prezzo cambiare marcia.
    Ad avere davanti tempo, salute, pazienza,
    sarà un mix di scelte, tra vecchio e nuovo, a determinare il risultato complessivo.
    Un caro saluto vi raggiunga tutti.
    Moris

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    1. Allora, sul settore alimentare mi trovi preparato (non a caso). E in un futuro prossimo potrebbe anche esserci una sorpresa. Cal-maine già vista anni fa, sempre troppo cara, soprattutto ora che c'è stata la speculazione sulle uova. Invece di Dole, ho puntato su Orsero entrando a 12€. Meno tasse, più potenziale, il doppio del dividendo con la metà del payout. San Lorenzo ottima azienda, la migliore (a numeri) sugli yacth. La aspetto a 23€, se mai ci arriverà. Per il resto non chiedere a me: bancario, assicurativo e fintech non so valutarle, Paypal è differente ma deve crollare del 50% per me, troppo cara, e neanche da dividendi. In più ha fatto buyback sui massimi, come tutti i tecnologici. No buono.

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    2. Ciao Ivano, il prezzo attuale delle uova (circa 1.32 usd per dozzina) e' ancora superiore di un buon 25-30% rispetto ai prezzi base degli ultimi 10 anni, escludendo i periodi di influenza aviaria, con consenguenti abbattimenti massivi negli allevamenti, a cui sono seguiti picchi elevati di volatilita' nei prezzi. Visto che la domanda di mercato e' abbastanza rigida, anche nei periodi di drastico nell'offerta. Anche secondo me, il prezzo di borsa di Cal Maine andra' verificato una volta rientrati in situazioni pju' tranquille. Con un sostanziale equilibrio tra domanda e offerta sul mercato delle uova. Se il prezzo dell'azione proseguisse nel calo fino a 75-80 usd, valutero' un ingresso. Ora sono fermo per esaurimento della liquidita'. Saluti. Moris

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    3. Come vuoi Moris, era solo la mia opinione. Buon investimento.

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  5. Condivido con voi una possibile strategia semplice per chi usa parcheggiare somme su ETF monetari.

    Un ETF monetario come XEON riflette subito i movimenti della politica monetaria (nel suo caso BCE), mentre un ETF governativo 1-3 anni (es. X13E o XYP1, europei) reagisce più lentamente, con uno sfasamento che può durare anche 2-3 anni, a seconda dei casi.
    Questo perché quando i tassi salgono o scendono, gli ETF monetari aggiornano subito i loro rendimenti, mentre un ETF governativo 1-3 anni mantiene in portafoglio titoli acquistati in passato con tassi più bassi e quindi impiega più tempo per riflettere pienamente i nuovi livelli di rendimento.

    L’idea è quindi semplice:
    osservare quando il monetario (XEON) inverte la tendenza,
    considerare che, con ritardo, lo stesso farà anche l’ETF 1-3 anni, quindi, usare questa relazione come segnale di ingresso o di uscita su quest'ultimo.

    Il monetario (es. XEON) andrebbe usato come “termometro” dei tassi per muoversi sul segmento 1-3 anni con un ETF.

    Penso che potrebbe essere utile nei periodi in cui è probabile un ulteriore calo dei tassi. Quando il monetario esaurisce per primo la propria resa (o addirittura comincia a perdere), un paniere a breve termine, con scadenze tra 1 e 3 anni, potrebbe offrire ancora un margine di guadagno.

    Forse sto suggerendo l'ovvio...
    Voi dove parcheggiate le somme in attesa di opportunità?

    Ciao a tutti,
    Max




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    1. Il problema è che parcheggiare liquidità è diventato difficile. Bisogna iniziare a prendere in considerazione le put option come copertura assicurativa in caso di crolli importanti (oltre il 30%). Altrimenti oltre i treasury a corta scadenza oggi non vedo altro

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    2. Il problema dei Treasury è che restano in USD: ottimi strumenti, ma con rischio cambio che può ledere il rendimento per un investitore europeo. Essendo un "parcheggio" lo vedrei come il più sicuro possibile, per questo guardavo alleuropa.

      Sulle opzioni, non conoscendone il funzionamento, non saprei che dire.

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    3. Credo non ci siano molte altre alternative.

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    4. Forse un'altra possibilità è la "scala obbligazionaria".
      Funziona così: fatto 100 il capitale lo dividi in 5 parti uguali di 20 ciascuna ed investi i primi 20 in un'obbligazione con scadenza fine 2026, i secondi 20 in un'obbligazione con scadenza fine 2027 e via dicendo fino ad investire gli ultimi 20 in un'obbligazione con scadenza 2030. Qui ho fatto l'esempio di una scala a 5 gradini, ma puoi adattare la strategia secondo le tue esigenze (per esempio a 3, 7 o 10 gradini). Naturalmente le obbligazioni devono essere rigorosamente in Euro (per evitare il rischio cambio) ed investment grade (titoli di stato, ma anche corporate bond investment grade, per evitare il rischio default). Puoi anche utilizzare gli ETF a scadenza: iBonds di iShares o BulletShares di Invesco. Quando scade l'obbligazione 2026 puoi reinvestire il ricavato (valore nominale + interessi) in una nuova obbligazione con scadenza 2031 e continuare così all'infinito. Se però i tassi dell'eurozona nel frattempo si abbassano, potresti non essere contento di reinvestire in una nuova obbligazione con rendimento inferiore. In questo caso hai la possibilità, con la liquidità generata dal rimborso, di investire in un asset diverso in grado di generare rendimenti più elevati, come per esempio azioni o altro, e ritornare a ricostituire la scala in un momento il cui il mercato obbligazionario torna ad essere favorevole.

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    5. Ciao Fabio,
      in pratica è quello che sto facendo:
      utilizzo il bond laddering su 5 anni per cogliere eventuali opportunità; se alla scadenza non se ne presentano, reinvesto acquistando un’altra obbligazione a 5 anni.
      Un’altra parte la tengo su XEON, monetario, che in realtà penso di destinarla a spese urgenti qualora ce ne fossero. La strategia che ho descritto sopra (usare XEON come indicatore anticipatore sugli ETF europei 1-3 anni) è solo un modo per ottenere un po’ di rendimento in più nell’eventualità che il monetario smetta di rendere, visto che per natura il paniere 1-3y "gode" di un certo ritardo perché contiene ancora vecchie emissioni.

      Grazie,
      Max

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    6. Ciao Max,
      solo per curiosità, in quali obbligazioni hai investitio?

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    7. Ciao Fabio:
      scadenza 2026 un BOT,
      2027 e 2028 Bonos a 0%,
      2029 un BTP a 0,45%,
      2030 BTP Futura,
      2031 OAT a 0%.

      Ho preferito titoli con cedola zero, o comunque molto bassa, per avere una maggiore certezza che, in caso di vendita anticipata, avessero comunque maturato qualcosa.
      Per quanto riguarda il fondo destinato alle spese urgenti, inizialmente lo avevo posizionato su XEON ma ora lo sto affiancando all’ETF X13E (1-3 anni), per i motivi che spiegavo sopra.

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  6. Seppur con tassi in calo parcheggio la liquidità in BOT ,mangio in euro e di dollari (treasuries) ne ho per sempre. Se mai a livello nominale tornassi in pari, se penalizzato dal cambio(probabile) prenderei dei t-bill aspettando quanto meno la parità.
    Opportunità? E' tutto manipolato con i derivati ,bisogna solo avere fortuna con il timing il resto è fuffa.

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  7. Cosa ne pensate dell' acquisto di khc al prezzo attuale?ho visto che il pe è basso e il prezzo è calato molto negli ultimi anni, pensate sia a sconto in questo momento o che sia ancora troppo cara? grazie

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    1. Al momento tutto il settore alimentare è in difficoltà. Io aspetterei per vedere quando svolta.

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    2. Ciao Ivano, ho dato un'occhiata ai prezzi internazionali delle principali materie prima alimentari: latte e derivati, avena, grano, cacao, caffe', olio di girasole e di palma, soia, succo d'arancia. Negli ultimi 10 anni, sono tutte rincarate. Da osservatore, l"impressione e' che questioni climatiche, aumento della domanda da parte di un numero crescente di consumatori che hanno raggiunto il benessere nel mondo, piu' il fatto che storici paesi produttori hanno potuto farsi pagare anziche' saccheggiare, grazie ad una diversigicazione dei mercati di sbocco, tutte queste cose insieme hanno sostenuto i prezzi alla fonte che per le industrie alimentari di trasformazione e distribuzione sono costi. Dico una scelleratezza se una certa parte di questi maggiori costi e' stata assorbita dall'industria di cui sopra, comprimendone i margini? La sensazione e' che i produttori e, per ora i consumatori, si siano presi una fetta della catena del valore di filiera. Un caro saluto a tutti gli amici del blog. Moris

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  8. Grazie, già si capisce poco. come azioni singole seguo te e per ora ho emk e STM(in passato ho seguito anche altri ma sono state più le perdite dei guadagni). Comunque da più parti ho letto che l' azionario in generale è in bolla ma non si sa quando scoppierà (infatti al momento evito sep500 o msci usa per quello)

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  9. Su X trovo interessante seguire le analisi di EndGame Macro.
    Cosa ne pensi Ivano?

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  10. Gli Stati Uniti si stanno dirigendo verso il 2026 con una tempesta perfetta di stress di liquidità, pressione sul rinnovo del debito e indebolimento dei bilanci privati. Il grafico degli asset di liquidità (che mostra le banche autorizzate a livello nazionale e le istituzioni estere collegate) rivela che le banche hanno una liquidità di riserva molto inferiore rispetto all'ondata di liquidità post-COVID e che i saldi delle riserve della Fed sono scesi verso i minimi pre-crisi. Allo stesso tempo, l'impianto ON RRP, una volta una valvola di sicurezza da 2 trilioni di dollari, si è prosciugato praticamente nel nulla, lasciando i fondi del mercato monetario e le istituzioni con meno opzioni di parcheggio facili. In altre parole, il sistema funziona con meno ammortizzazione in eccesso rispetto a un anno o due fa.

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  11. A ciò si aggiunge l'ondata di scadenze del debito 2025-2026, in cui il Tesoro degli Stati Uniti deve rifinanziare circa 12 trilioni di dollari di debito nel 2026, in gran parte a tassi più elevati, il che potrebbe aggiungere oltre 1 trilione di dollari di costi di interesse annuali. Gli immobili commerciali aggravano questo rischio, con 1,5 trilioni di dollari di prestiti in scadenza entro la fine del 2026, proprio mentre i tassi di sfitto degli uffici hanno raggiunto livelli record superiori al 20%. I bilanci dei consumatori non sono più sani, dove le insolvenze delle carte di credito, dei prestiti auto e dei prestiti studenteschi sono ora pari o superiori ai livelli visti durante la Grande Crisi Finanziaria, e milioni di mutuatari di prestiti studenteschi federali si trovano di fronte a un precipizio di default.

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  12. La combinazione è pericolosa perché le solite valvole di rilascio della pressione sono sparite. La Fed non può più fare affidamento sul RRP come ammortizzatore di liquidità, le banche non hanno la stessa flessibilità delle riserve e i costi di rifinanziamento sono strutturalmente più elevati. Ciò significa che quando il Tesoro, le aziende e i consumatori avranno bisogno di rinnovare il debito in una sola volta, saranno in competizione per la scarsa liquidità in un sistema già teso. Ciò aumenta le probabilità di una stretta creditizia o di un incidente creditizio, che costringe a un intervento politico (ulteriori tagli dei tassi, linee di liquidità, riacquisti) o a un riprezzamento disordinato tra gli asset.

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  13. In vista del 2026, gli Stati Uniti si trovano di fronte al più grande muro di rifinanziamento sovrano della storia, mentre le famiglie e le imprese stanno crollando a causa dell'aumento dei costi del debito e le banche stanno correndo con cuscinetti più sottili. Con l'ON RRP drenato e le riserve più basse, c'è meno gioco idraulico per assorbire gli urti. L'esito più probabile è la volatilità e un importante cambiamento di rotta politica, ma il rischio di un evento in stile credito più vicino al 2008 che al 2020 non può essere ignorato.

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  14. A me lo dici, che è dal 2018 che vedo lo sfacelo nei conti?

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  15. E quindi come pensi possa andare a finire?

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  16. Per Fabio Andrea

    in questi giorni stavo ragionando su una possibile strategia con l'obiettivo di rimanere a mercato il minor tempo possibile, e mi è tornato in mente il tuo OVERBOUGHT/OVERSOLD su CSSPX di cui ci parlasti qualche tempo fa.
    Lo segui ancora?

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    1. Ciao Andrea,
      non no lo seguo più. Troppe poche operazioni per una strategia da seguire giornalmente.

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  17. Ciao Ivano, scusa come percentuale del portafoglio su una singola azione, quanto si dovrebbe mettere al massimo (o come range) in teoria per investire come si deve?grazie

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    1. Teoricamente, se senti Buffet o Munger, potresti anche avere posizioni "enormi" tipo 40% se sei sicuro di quello che fai. Io personalmente che non sono bravo come altri ricconi mi fermo al 10%, raramente vado fino al 20%, deve proprio essere un regalo. Per monitorare meglio un titolo in cui credo, ne acquisto tra l'1 e il 2%.

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    2. Grazie, il 10% è già una bella porzione secondo me. Tengo anche conto del fatto che alcuni portafogli (come il desert Port di cui tu avevi scritto) hanno circa il 30% azionario quindi se uno mette tipo il 5% a titolo sarebbero 6 titoli

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    3. Le mie considerazioni erano per un 100% azionario. Fatto 30% il 100% puoi proporzionare il resto. Il problema di quote troppo piccole è che alla fine ti ritrovi con la parte azionaria che rende quando un ETF sull'indice. A quel punto perchè sbattersi a fare value investing

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    4. Ah okk ho capito. Per me un pf100 azionario è un po'troppo rischioso, tu al momento sei 100 azionario?
      A me le azioni singole interessano perché azionario(quindi porzione che da rendimento) non saprei cosa mettere come etf sugli indici, mi sembrano sopravvalutati

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  18. da endGame Macro:
    La massiccia crisi industriale della Germania ad agosto è un chiaro segno che il vecchio motore economico del paese si sta bloccando. Il calo mensile del 4,3% della produzione industriale, guidato da un crollo del 18,5% della produzione automobilistica, potrebbe sembrare una tantum causata dalla chiusura degli stabilimenti, dalla riorganizzazione per nuovi modelli di auto o dalla fine degli ordini di caricamento anticipato pre-tariffario dagli Stati Uniti. Ma questi fattori a breve termine hanno solo messo in luce crepe strutturali più profonde che si sono accumulate per anni.

    Il modello industriale tedesco di energia russa a basso costo, forte domanda cinese e dominio globale nell'ingegneria di veicoli pesanti e macchinari sta crollando. La perdita dell'accesso al gas a basso costo dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha reso le industrie ad alta intensità energetica come la chimica, l'acciaio e l'industria manifatturiera permanentemente meno competitive. Nel frattempo, la Cina si è trasformata da miglior cliente della Germania a rivale più agguerrito, soprattutto nei veicoli elettrici e nella produzione avanzata, mentre la domanda cinese per le esportazioni tedesche si è raffreddata. Questo doppio colpo di costi di input più elevati e mercati di esportazione in contrazione ha sventrato la capacità della Germania di sostenere il suo modello di crescita guidato dalle esportazioni.

    A casa, le cose non vanno molto meglio. La Germania ha cronicamente sottoinvestito in infrastrutture e tecnologia, schiacciata da restrizioni fiscali e burocrazia. Se a ciò si aggiunge l'invecchiamento demografico e la carenza di manodopera qualificata, si ottiene una base industriale che sta perdendo capacità proprio quando ha bisogno di reinventarsi. Anche il passaggio ai veicoli elettrici, che dovrebbe essere un nuovo motore di crescita, sta soffrendo a breve termine perché la produzione richiede meno parti e lavoratori e più della catena del valore di batterie, chip e materiali rari che si trovano tutti al di fuori dell'Europa.

    Quindi, anche se questi dati possono sembrare un calo temporaneo, sono più simili a una frattura da stress che rivela la tensione di una trasformazione a lungo termine. La Germania sta affrontando una crisi d'identità. Il paese è costretto a passare da una potenza di esportazione e ingegneria costruita sui vantaggi dei combustibili fossili a qualcosa di più snello, più ecologico e molto più incerto. Il rischio è che senza un cambiamento decisivo nella politica energetica, nella strategia industriale e negli incentivi agli investimenti, questi shock produttivi potrebbero diventare la nuova normalità piuttosto che l'eccezione. Questa è la Germania che si rende conto che la strada su cui ha guidato per decenni sta scomparendo sotto le sue ruote.

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    1. di questo noi parlammo due anni fa, ma fu tutto etichettato come idiozia da chi vedeva il dax continuare a salire. Ora capite anche a che servono 800 miliardi di rearm europe.

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  19. Sono sempre molto attento alla quotazione di nuovi ETF su borsa italiana, specialmente quando riguardano la possibilità di investire in nuovi asset che fino a quel momento non erano disponibili agli investitori.
    Uno di questi ETF, quotato di recente, è l'HaNeft II ICAV - Infrastructure Capital Preferred Income UCITS ETF (PFFI) a distribuzione con cedole mensili e gestione attiva.
    Una cosa che mi sempre dato fastidio degli ETF è l'utilizzo di questi nomi altisonanti che non ti consentono di capire una mazza su cosa investano. Benchè abbia trovato su internet recensioni che sostengano che l'ETF investa in titoli privilegiati, non è così. Nonostante il nome non investe neppure in azioni legate alle infrastrutture.
    L'ETF investe invece in "hybrid bond" statunitensi.
    Conoscevo già le obbligazioni ibride, avendo una piccola posizione sull'Invesco Euro Corporate Hybrid Bond UCITS ETF (EHYB), che però investe solo su titoli di aziende europee.
    Cosa sono gli "hybrid bonds"? Sono obbligazioni subordinate emesse da società private (non da banche) che combinano caratteristiche sia di debito che di equità. Hanno scadenze molto lunghe, a volte superiori ai 50 anni, oppure sono addirittura perpetue, ma sono collegate ad esplicite opzioni di richiamo (call) a breve termine (quasi sempre dopo circa 5 anni) che di solito vengono rispettate, poichè il mancato richiamo sarebbe troppo oneroso per l'emittente. Sono simili alle azioni perchè le cedole possono essere differite a scelta dell'emittente. Di solito sono a tasso fisso, ma se l'opzione call non è esercitata alla prima scadenza la cedola viene aumentata di 25 punti base alla prima scadenza e di 75 punti base alle scadenze successive. Trattandosi di debito junior, vengono pagate dopo le obbligazioni senior, sia per quanto riguarda le cedole che il rimborso del capitale, ma prima dei dividendi e degli azionisti in caso di fallimento della società.
    Quali società emettono questo tipo di obbligazioni? Di solito si tratta di società dei settori delle telecomunicazioni o delle utilities con rating investment grade che le emettono volentieri nonostante siano una forma di finanziamento più costosa del debito senior; infatti queste società, che hanno spesso esigenze di effettuare ingenti spese in conto capitale, le preferiscono agli aumenti di capitale per non danneggiare gli azionisti con diluizioni di capitale. Inoltre, almeno in Europa, le agenzie di rating tendono a trattare questi strumenti come 50% debito e 50% azioni e quindi le società possono utilizzarle per sostenere i propri rating creditizi investment grade.
    Ora veniamo al punto del perchè i bond ibridi siano, secondo me, interessanti per gli investitori. Intanto, trattandosi di bond più rischiosi del debito senior, sono anche ovviamente più redditizi. Il rating medio di queste obbligazioni è BBB che le colloca comunque nel settore degli investment grade. Inoltre tendono a rendere tanto quanto i bond high yield, ma più dei Co.Co bond e dei bond dei mercati emergenti, con un profilo di volatilità inferiore di oltre il 50% grazie alla migliore qualità creditizia degli emittenti, che di solito sono società mature operanti in settori consolidati caratterizzate da importanti flussi di cassa e alla duration più contenuta alla luce delle opzioni di richiamo, che consentono una minore esposizione al rischio tasso.
    Concludo dicendo che il mercato degli hybrid bond europeo è molto più grande del corrispondente mercato statunitense per via del fatto che, negli ultimi anni, i governi europei hanno deciso di puntare sull’energia a basse emissioni di carbonio, il che si è tradotto in parametri di credito sotto pressione per gran parte dovuti alle maggiori spese in conto capitale da affrontare. A mio avviso il mercato americano, pur essendo più giovane, è anche maggiormente attrattivo per un investitore esperto perché meno efficiente.

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  20. Ciao Ivano, hai idea di quale sia un fair value attendibile per Ferrari? Come margine di sicurezza, quale livello di prezzo reputi interessante per un primo ingresso, in ottica di accumulo progressivo, per jn lungo periodo? Grazie. Un caro saluto a tutti. Moris

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    1. Al momento, qualsiasi prezzo è troppo. C'è il forte rischio che perda splendore causa transizione all'elettrico. Ma se vuoi una cifra io non la pagherei più di 100-120€ ad azione circa.

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  21. Alle volte per problemi complessi, le soluzioni sono semplici:
    eistono già veicoli a doppia propulsione benzina-elettrica
    del tipo Plug-in Hybrid (con autonomia elettrica di decine di chilometri e ricarica esterna). Arrivassero divieti stringenti nei centri urbani, dopo il 2035 o chi sa quando, dove si può, si romba a benzina e dove si deve, si va di elettrico.
    Certo, sono maggiori i costi di produzione per questo genere di veicoli ma, con i margini che ha Ferrari, volere è potere.
    Per i modelli "antichi", rimarranno i collezionisti da garage, le piste, molto probabilmente le tratte extra-urbane e i paesi meno fanatici di noi nel gestire i cambiamenti d'epoca.
    Un caro saluto, al solito.
    Moris

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  22. Ciao Ivano, per i range di prezzo, concordo con la tua valutazione; trovarla in acquisto nella fascia 85-120, sarebbe l'ottimo per caricare l'intera "size" destinata a questa singola posizione; poi, tra 120 e 280, guarderei alla formazione, eventuale e futura, di un doppio minimo con il secondo maggiore del primo, per considerare un primo parziale ingresso. Saluti. Moris

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  23. x Ivano
    Ho letto il libro "Safe Haven" di Mark Spitznagel che avevi consigliato in altro commento. Devo dirti che l'ho trovato interessante dal punto di vista prettamente teorico ma piuttosto deludente sul lato pratico, in quanto l'autore non condivide nessun esempio su come attuare effettivamente una copertura efficiente del rischio di portafoglio.
    L'idea di comprare opzioni put, pagando un premio, per coprire il "grosso" del portafoglio azionario da grandi drawdown è sicuramente valida, ma la vedo più adatta per investitori miliardari con grandissime partecipazioni azionarie il cui scopo è di detenerle senza mai venderle per esercitare i diritti di voto in assemblea per esempio. Il 99% dei piccoli investitori, che non hanno questa esigenza, ritengo possa difendersi altrettanto bene piazzando opportuni ordini "stop-loss", senza spendere soldi inutili per questa assicurazione.
    E dell'1% che desideri comunque difendersi dal "rischio di coda", penso che la maggior parte di essi non sia propensa ad utilizzare strumenti rischiosi come futures od opzioni.
    Innanzitutto diciamo subito che il "tail risk hedging" è costoso e, per la maggior parte del tempo, anche decisamente inutile. L'ideale sarebbe poter prevedere il picco di volatilità (e il brusco drawdown che ne consegue) 5 minuti prima che si verifichi per avere il tempo di attuare la copertura, ma ovviamente è impossibile. Tuttavia, monitorando la curva dei futures sul VIX, è possibile avere ragionevoli indicazioni su particolari momenti di stress di mercato durante i quali può essere conveniente attuare una copertura di breve termine.
    https://www.tradingview.com/x/29WdcR2s/
    Nel grafico sopra è tracciato il grafico del ratio VIX/VIX3M con la sua media mobile a 10 giorni. Il VIX misura la volatilità implicita dello S&P500 a 30 giorni, il VIX3M la volatilità implicita dello S&P500 a 90 giorni. Quando il ratio chiude sopra la sua media mobile a 10 giorni è conveniente attuare la copertura, quando chiude sotto no.
    CONTINUA

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  24. CONTINUAZIONE
    Come attuare la copertura senza per forza utilizzare opzioni o futures? Ho letto diversi articoli che consigliano l'utilizzo dell'ETF VIXY (che mira a tracciare le variazioni a breve termine della volatilità attesa dello S&P500).
    Facciamo un esempio pratico: sul grafico del VIX/VIX3M il 28/3/2025 il ratio chiude al di sopra della media mobile a 10 giorni. Il giorno successivo di borsa aperta, all'apertura del mercato, compriamo l'ETF VIXY. Il giorno 11/4/2025 il ratio chiude sotto la media mobile e quindi, il giorno seguente all'apertura del mercato, chiudiamo la posizione in VIXY con un guadagno di circa il 29% in 11 giorni. Ma si può fare di meglio parametrando l'esposizione percentuale a VIXY sulla base del valore di una media mobile a medio termine del VIX.
    Esempio
    https://www.tradingview.com/x/L8pzvJoL/
    Grafico del VIX + sua media mobile a 30 gg. Il giorno dell'ingresso su VIXY la SMA a 30gg del VIX era 20,48 (chiusura del giorno prima), per cui, fatto 100 il portafoglio azionario, dovrei destinarne il 20,48% all'acquisto di VIXY lasciando la rimanente parte in azioni. Per ogni giorno successivo, basandomi sulla chiusura della media mobile a 30 gg del VIX del giorno precedente, si va a riparametrare l'esposizione su VIXY sulla base della nuova lettura.
    Una semplice strategia di "tail risk hedging" come questa, basata sul dimensionamento della copertura legata ai livelli del VIX, è stato dimostrato che migliora costantemente sia i rendimenti che i risultati aggiustati per il rischio di un portafoglio azionario.
    Unico problema: il VIXY è un ETF americano non disponibile agli investitori europei. Questa è un'altra delle tante assurdità della normativa UE; ti viene impedito di acquistare ETF americani perchè non rispettano la normativa UCITS, ma ti viene consentito di acquistare azioni americane più rischiose .... mah, va a capirli!
    Cosa fare allora? Sulla borsa di Milano esiste l'ETF Amundi S&P500 VIX Futures Enhanced Roll UCITS ETF, che però, a differenza del VIXY, traccia la volatilità attesa a medio termine dello S&P500, quindi è meno reattivo. Probabilmente è possibile ovviare a questo inconveniente raddoppiando la percentuale di esposizione (anzichè il 20,48% su VIXY il primo giorno, 40,96% su LVO).

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    1. Io non trovo costosa la copertura con le opzioni. Per coprire un portafoglio qualsiasi per un anno da un cigno nero, fino al mese scorso, bastava investire il 2% del proprio portafoglio. Devi coprirti quando tutto va bene, altrimenti diventa molto costoso. In caso nulla fosse accaduto, si sarebbe comunque beneficiato del rialzo azionario. Lo stop loss ti costringe ad uscire, anche su falsi segnali, ed a pagare le tasse. L'idea opzioni è proprio per evitare di uscire. Quello che trovo più difficile è comprare opzioni americane con broker italiani. Directa ad esempio ha solo il MIBO, che trovo oltretutto incomprensibile e poco liquido. Sto esplorando SAXO Bank, che invece sembra molto sul pezzo, offrendo anche opzioni su azioni singole. Rimane la copertura coi future se non si vogliono usare opzioni, ma bisogna intuire i periodi che risultano più rischiosi e bloccare almeno un 10% del capitale investito. L'opzione invece la compri e te ne dimentichi per un anno.

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    2. Probabilmente ti stai riferendo alla copertura mediante l'acquisto di opzioni put con scadenza a un anno e strike molto al di sotto del prezzo corrente dell'azione. Questo tipo di opzioni a lunga scadenza sono più costose di un'opzione a un mese sullo stesso sottostante, ma scegliendo strike parecchio OTM questo premio viene molto ridotto. Concordo poi con te sul fatto che, se proprio devi, sia meglio coprirsi quando la volatilità del sottostante è bassa.
      Tuttavia faccio due sole considerazioni.
      1) Queste opzioni lunghe con strike molto OTM tendono a scadere quasi sempre senza valore, per cui il premio pagato per acquistarle diventa, il più delle volte una perdita secca, che oltretutto si ripete di anno in anno. L'effetto finale è lo stesso di avere di un fondo sul quale paghi ogni anno il 2% di commissioni di gestione; alla lunga il costo si fa sentire ed incide parecchio sulla performance totale finale.
      2) Un portafoglio value come il tuo, a mio modo di vedere, è forse quello che meno di tutti gli altri necessita di una copertura in quanto già compri al di sotto del fair value, per di più con un congruo margine di almeno il 30% per maggiore sicurezza. Capisco voler coprire un portafoglio basato sul momentum ma per un sistema ben congegnato come il tuo vedo la copertura più come uno spreco che una risorsa.

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    3. Esatto. Costano di più della mensile ma meno di 12 mensili. E funzionano solo quando la volatilità è bassa, altrimenti sono un salasso e non hanno senso.

      1) Sono letteralmente una assicurazione, è sappiamo tutti che i soldi dell'assicurazione non li rivedremo mai. La ratio è che storicamente uno si aspetta di fare il 10% di ritorno sull'azionario, quindi se mi copro regolarmente di fatto rinuncio ad un 2% ma evito praticamente perdite che distruggono il portafoglio e ci mettono vent'anni a recuperarsi. Ha molto senso se hai età un po' avanzate tipo le nostre, se hai vent'anni, lavori e fai un PAC puoi aspettare e non perderci troppo tempo.
      2) Teoricamente se lo abbini ad un portafoglio value, è anche probabile che il tuo portafoglio scenda meno del mercato, quindi la tua "assicurazione" ti rimborserebbe anche di più di quello che perdi, o potresti fare un'assicurazione meno costosa. Portafogli value normalmente rendono il 15% all'anno, quindi in un mondo ideale faresti il 15%-2%=13% di interesse composto e limiteresti le perdite.

      la copertura andrebbe fatta in periodi come questo, quando il PE dell'indice si discosta molto dalla media storica.

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  25. Ciao Fabio, il senso del tuo caso di studio è quello di una gestione dinamica delle crisi, quando si accompagnano ad incrementi di volatilità di breve periodo. Anzichè attendere che tutto passi, oppore limitarsi ad azionare stop loss o comprare i ribassi, la tua idea è quella di cavalcare i picchi di volatilità. Nel'esempio che hai proposto, dovrei vendere il 40,96% del ptf azionario, integrare la quota che se ne va in imposte, in caso di plusvalenze, con liquidità pregressa, entrare su LVO. Se tutto va per il verso "giusto", a fine operazione vendo LVO, ripago il 26% sull'auspicata plusvalenza, metto da parte la liquidità intgrativa a cui avevo attinto, e rientro a prezzi più bassi sull'azionario. Corretto ? In ogni caso, molte grazie per il caso di studio proposto.
    Un caro saluto a tutti. Moris

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    1. Ciao Moris, premetto subito che non utilizzo questo sistema, nè altro con derivati, per coprirmi dal rischio. Gli unici "strumenti" che adotto nella pratica per ridurre il rischio sono la diversificazione e il mio sistema RISK ON/RISK OFF, anche se sono costretto a pagare le imposte sulle plusvalenze. Lo scopo di quanto scritto era, più che altro, far vedere che è possibile, se lo si desidera, coprire il rischio di un portafoglio che abbia come benchmark un indice di borsa come lo S&P 500 anche attraverso strumenti facilmente accessibili a tutti.
      Detto questo è corretto quello che hai scritto. Forse si potrebbe evitare di vendere la quota azionaria per non pagare le imposte sulle plusvalenze, tenendo da parte un gruzzoletto di importo "X" sufficiente per entrare in LVO quando serve e pagare le imposte sull'auspicata plusvalenza solo su questa parte del portafoglio. Per contro quell'importo "X" dovrebbe rimanere costantemente liquido e a disposizione non producendo nessun rendimento per la maggior parte del tempo.
      Personalmente ritengo che coprire un portafoglio non sia un'attività per tutti e comporti talmente tante scelte di costi/benefici/convenienza/strumenti/broker ecc. non sempre facili da prendere. Se poi guardo alla statistica e mi accorgo che lo S&P 500, dal 1950 ad oggi, ha avuto solamente 13 crolli di entità superiore al 20% e considerato che ho 60 anni, è presto spiegato perchè preferisco lasciar perdere.

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    2. Ciao Fabio e Moris, in effetti è proprio quello che vorrei fare in un momento particolare come questo (borse sui massimi, scricchiolii poco rassicuranti a livello di fondamentali economici, venti di guerra) ovvero tenere da parte un po' di cash per entrare su strumenti del genere. Il problema è proprio lo strumento, parlo di LVO. Non è VIXY, lo vedo assai poco reattivo. Si muove solo se viene giù tutto. Non so quanto ci si possa fare a livello pratico

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    3. Nuovi ETF Ucits sul S&P500 che utilizzano opzioni per copertura:

      https://www.finanzaonline.com/notizie/blackrock-lancia-due-nuovi-etf-ishares-e-6-nuovi-etf-della-gamma-ibonds

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  26. A proposito di imposte sulle plusvalenze volevo mettervi al corrente di un'informazione che non mi risulta nessuno abbia ancora fatto notare sul web.
    Il broker estero eToro è l'unico che consente all'investitore europeo di acquistare ETF americani (non tutti ma molti dei più grandi sì). Per la verità non si tratta di veri e propri ETF ma di CFD (Contract for Difference), prodotti derivati basati sul prezzo degli ETF, non sulla proprietà fisica dell'asset. Tutto ciò è ben specificato sul sito del broker, dove si legge testualmente "tutte le posizioni su ETF statunitensi aperte dai clienti eToro (Europe) Ltd che risiedono nello SEE sono disponibili solo come CFD".
    Ora, dal punto di vista pratico, non cambia niente per l'utente, visto che è possibile acquistarli anche senza leva ed incassare le distribuzioni qualora esistano. Tuttavia cambia molto, ed in meglio, per quanto riguarda la tassazione delle plusvalenze. Infatti le plusvalenze derivanti dalla vendita dei CFD sono considerate "redditi diversi" e non "redditi di capitale" come per gli ETF. Ne consegue che risulta possibile, a differenza degli ETF, compensare le plusvalenze con le minusvalenze.
    Non è mia intenzione fare pubblicità a eToro e indurvi ad aprire un conto presso il broker, anche perchè non ci guadagno niente. Se però qualcuno avesse già un conto aperto potrebbe utilizzarlo per seguire una delle tante strategie rotazionali che ho spesso presentato su questo blog (ruotano da un ETF all'altro a seconda del miglior momentum, generando plusvalenze ma talvolta anche minusvalenze) con i CDF americani anzichè attuarle con gli ETF, sfruttando la favorevole compensazione tra plus e minus.

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  27. Carissimi, bentrovati.
    Un grazie raggiunga ognuno per i contributi di conoscenza sviluppati nel thread. E' l'occasione per confrontarsi e aggiungere "frecce" al proprio arco, da tener pronte al bisogno. E' buona cosa riflettere in anticipo sui possibili scenari, specie se sfavorevoli. In mezzo alla turbolenza è più complicato rimanere lucidi, evitare fughe precipitose che vanificano anni di impegno. Nei limiti del possibile, meglio "allenarsi" al peggio.
    X Fabio: molto interessante il ragionamento per tradare ETF in modo indiretto, tramite cfd e ottimizzare gli aspetti fiscali. Bisogna pensarle tutte !!!!
    Se, dal 2026, sarà possibile, come letto da qualche parte, la compensazione dei dividendi lordi con eventuali minus pregresse, è la volta buona che nel giro di qualche anno mi vado a liberare di una zavorra, quella che chiamo la mia "fabbrica" di minus.
    Credevo, quando verso gli anni 2000 tante cose parevano realizzabili, nel progetto di Tiscali che si è poi rivelata una vera e propria calamità finanziaria.
    Prima di vendere qualcosa in guadagno, devo sempre ricordare di venderne un po' e procurarmi minus da smaltire.
    Fosse la volta buona che riesco a levarmela dal dossier titoli, dopo 25 anni.
    Al solito, un caro saluto.
    Moris

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    1. Già che siamo in tema di fiscalità ecco un'altra piccola furbizia per non farsi inchiappettare dallo scriteriato sistema di tassazione riguardante i BTPi, titoli indicizzati all'inflazione italiana.
      Per questi titoli le cedole e il capitale finale corrisposto all'investitore persona fisica alla scadenza, sono rivalutati sulla base dell'inflazione italiana.
      Il disaggio di emissione del titolo (differenza tra valore di rimborso e valore di emissione) fiscalmente viene considerato come "reddito di capitale" e, come tale, è soggetto ad imposta sostitutiva del 12,50%. Il valore finale di rimborso (comprensivo dell'inflazione) sarà noto solo in prossimità della scadenza dell'obbligazione.
      Vediamo con un esempio la fregatura che si prende l'investitore persona fisica che acquisti il titolo sul mercato secondario e lo porti fino alla scadenza.
      1° caso) Tassazione di BTPi acquistato in emissione e rimborsato a scadenza:
      valore di emissione 99,50
      valore di acquisto 99,50
      valore di rimborso 112,90
      reddito di capitale 112,90 - 99,50 = 13,40
      imposta sostitutiva 13,40 x 12,5% = 1,675
      poichè il valore di emissione corrisponde col prezzo di acquisto non ci sono plusvalenze (redditi diversi) da assoggettare a tassazione. Fin qui tutto OK, nulla di stano.
      2° caso) Tassazione di BTPi acquistato sul mercato secondario e rimborsato a scadenza:
      valore di emissione 99,50
      valore di acquisto 110,30
      valore di rimborso 112,90
      reddito di capitale 112,90 - 99,50 = 13,40
      imposta sostitutiva 13,40 x 12,5% = 1,675
      reddito diverso 99,50 - 110,30 = - 10,80 minusvalenza compensabile
      3° caso) Tassazione di BTPi acquistato sul mercato secondario e venduto prima della scadenza:
      valore di emissione 99,50
      valore di acquisto 110,30
      valore di rimborso 111,90
      reddito diverso 111,90 - 110,30 = 1,6 (plusvalenza)
      tassazione sul reddito diverso = 1,6 x 12,5% = 0,2
      Il 2° caso è quello dell'investitore inchiappettato perchè ha subito la tassazione sull'intero disaggio di emissione, al pari di chi ha acquistato all'emissione e non "pro-rata" per il solo periodo in cui ha posseduto il titolo.
      Adesso che conoscete l'inchiappettatura fiscale, se comprate BTPi sul mercato secondario, ricordatevi di venderli prima della determinazione del prezzo di rimborso finale, direi almeno un paio di mesi prima della scadenza del titolo.



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  28. Per chi non lo conoscesse, volevo segnalarvi questo sito https://extraetf.com/it/ (registrazione gratuita), a mio avviso il più completo in assoluto per confrontare tra loro ETF europei UCITS.

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