Partiamo dall'analisi tecnica su EUR/USD, perché qualcosa è in bilico.
Ora. Io non avrei problemi a credere in una debolezza del dollaro nei prossimi decenni, neanche a confronto del pesos di Atlantide o del tallero della Matrioska.
E' questo rafforzamento dell'euro che fa ridere. La mia interpretazione, è che il mercato creda fermamente nel piano di riarmo della commissione europea. Infatti se provate a ricordare, il cambio euro-dollaro ha cominciata a salire dopo la comunicazione della fonderlaien, insieme a società come leonardo. Insomma, tutti scommettono che la UE riuscirà a mettere le mani sui risparmi dei sudditi europei e a fare man bassa foraggiando amici qua e la. Ci riusciranno? Beh, a vedere il livello dell'intelletto dell'europeo medio, potremmo scommetterci. Ma nessuno può prevedere il caos.
Di fronte a questa situazione di incertezza, difficile dire cosa succederà davvero. A livello fondamentale, la bussola ha segnalato "tecnicamente" inversione, ma senza decisione. Anche qui, viviamo una situazione di stallo.
Vi dico che farò io, che non significa che dovete farlo voi ovviamente. Meglio specificare visto quello che è successo in passato. Finché la bussola punta verso il basso, non venderò dollari. Se apro posizioni sul mercato americano, cambio in euro il corrispettivo che ho in dollari, per avere sempre la stessa esposizione. Alla prossima inversione della bussola, valuterò il valore del cambio e deciderò se rimanere o uscire.
Non ho dubbi a lungo periodo su dove finirà EUR/USD, ma non voglio rischiare di rimanere incastrato con troppa esposizione.
Questa la mia opinione. E voi che idea vi siete fatti?
Carissimi, bentrovati.
RispondiEliminaAndando per metafore, possiamo vedere la divisa valutaria di una nazione come il biglietto da visita di una persona. Se questa ha successo, il suo biglietto sarà verosimilmente richiesto e circolerà probabilmente più di altri. Per avere relazione con quel soggetto vincente, sarà utile non metterlo nel cestino. Nella sua brutale semplicità, se madame Ammerika continuerà a vincere le sfide economiche su questo pianeta, Usd sarà il necessario tramite per partecipare al pasto. Per superare il mio home bias, cerco opportunità senza paraocchi, in giro per il mondo, a 360°. Ho in ptf soggetti che reputo vincenti, come Booking Holdings, Alphabet (google), Johnson&Johnson, Paypal Holdings. Per arrivarci sono passato dal dollaro a stelle e strisce. Un caro saluto a tutti. Moris
Non ho dubbi sulla non coesione degli stati europei. Bisogna capire se all America fa comodo e per quanto avere una valuta debole ?
RispondiEliminaIo mi domanderei più che altro per quanto tempo ancora, considerando le svariate criticità in essere, l'europa potrà permettersi una valuta così forte rispetto al dollaro. Per il resto concordo con l'analisi di Ivano, e penso che qualora dovesse scoppiare la pace in Ucraina o la rivoluzione in Francia (non so al momento quale delle due sia più probabile) il castello di cart€ crollerebbe all'istante. Cosa che forse, chissà, agli USA potrebbe non dispiacere affatto.
EliminaAnch'io per il momento non venderò i dollari, anche se mi girano i cosiddetti..
Avrete sicuramente sentito dire che ogni 60 - 70 anni i sistemi di valute fiat tendono a collassare. E dal 1971, anno in cui gli Stati Uniti abbandonarono il “gold standard”, sono passati 54 anni. Perciò il rischio di un reset finanziario globale nel prossimo decennio non è affatto trascurabile. Anzi, sembra proprio che ci stiamo preparando e, nel medio-lungo periodo, questo determinerà, a mio avviso, il valore futuro delle divise nazionali. Mi sembra inutile dire che lo scopo dei controllori delle monete è sempre stato, e continuerà ad essere, quello di prolungare la vita di un sistema fiat basato unicamente sulla fiducia, cioè in definitiva di mantenere lo "status quo". Ma mentre l'obiettivo comune per arrivarci saranno per tutti i paesi le valute digitali, il modo e le tempistiche sono però profondamente diverse da paese a paese.
RispondiEliminaGli Stati Uniti per esempio, sono molto avanti nel processo di digitalizzazione e si potrebbe dire che abbiano praticamente già risolto il problema: la valuta ponte resta il dollaro nella sua forma digitale creata da società private americane (sto parlando delle stablecoin USDT e USDC che insieme concentrano oltre l’85% del mercato, con una capitalizzazione superiore a 230 miliardi di dollari; in pratica, quasi tutto il traffico mondiale di “dollari digitali” dipende da loro). Le stablecoin sono criptovalute progettate per mantenere un valore stabile, normalmente ancorate al dollaro statunitense con rapporto fisso di 1:1, nate con il chiaro obiettivo di ridurre la volatilità tipica di criptovalute come Bitcoin o Ethereum. Negli ultimi dieci anni le stablecoin sono passate dall’essere un semplice esperimento cripto a muovere oltre 27 trilioni di dollari l’anno in transazioni. Per molti, sono soltanto “dollari digitali” che permettono di inviare denaro in modo rapido ed economico eppure, dietro questa facciata di stabilità, si nasconde un ingranaggio finanziario ben più profondo: queste monete non servono solo come mezzo di pagamento, ma sono diventate un pilastro strategico nella finanziarizzazione del debito pubblico statunitense. Il meccanismo è semplice, ecco come funziona: 1) un utente consegna dollari o euro o altra valuta all’azienda emittente Circle o Tether 2) questa emette la stessa quantità di token digitali (USDC, USDT) 3) per garantire il valore, l’azienda investe quei dollari o euro o altra valuta ricevuta in asset sicuri, tipicamente T-Bills (titoli di Stato americani a breve termine), perchè sono liquidi, considerati privi di rischio e generano interessi stabili 4) gli interessi generati dai T-Bills acquistati restano a Circle e Tether, mentre l'acquirente della stablecoin ha la sicurezza di possedere l'equivalente in dollari digitali. Nel 2024 Tether dichiarava di avere in portafoglio oltre 55 miliardi di dollari in T-Bills. Quasi come una banca centrale parallela che compra debito pubblico.
In sostanza le stablecoin sono state una mossa geniale del governo USA per rafforzare l'egemonia del dollaro statunitense, continuare a finanziare il proprio debito pubblico e garantire il controllo geopolitico (essendo tracciabili e programmabili, consentono di sanzionare indirizzi specifici). Poiché sono sostenute da titoli del Tesoro (T-Bills), consentono di esportare debito nel resto del mondo in maniera quasi invisibile: milioni di utenti cripto comprano e usano dollari digitali senza chiedersi cosa ci sia realmente dietro. Così, il Paese riesce a finanziarsi in modo continuo, mentre le stablecoin diventano un canale parallelo al sistema bancario tradizionale. In più, questo schema rafforza il ruolo del dollaro come moneta di riferimento globale, in un contesto di forte competizione valutaria. Di fatto, ogni USDT o USDC in circolazione è un promemoria del fatto che il dollaro rimane la valuta di fiducia, persino dentro un ecosistema decentralizzato come quello cripto.
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Stable coin, stabili e ancorate al dollaro progettate per mantenere il valore nel tempo, ma il dollaro non è ancorato al valore dell'oro e perde potere d'acquisto, euro e dollaro monopoli della cartaccia, cripto&coin per sognatori di facili ricchezze, un click e tutti sistemati.
EliminaErmonno Infame
Sono d'accordo ma intanto si è trovato il modo di "calciare avanti il barattolo".
EliminaUna lettura critica solleva infatti alcuni rischi:
1) poichè ogni stablecoin non rappresenta un vero dollaro, ma un frammento di debito pubblico occultato, significa che la sua stabilità dipende totalmente dalla solidità del Tesoro statunitense. Se in futuro la fiducia nel dollaro o nei T-Bills dovesse vacillare, anche le stablecoin crollerebbero, trascinando con sé milioni di utenti in tutto il mondo;
2) inoltre, c’è uno squilibrio evidente: gli interessi generati dai T-Bills restano nelle mani degli emittenti (Tether, Circle…), mentre l’utente finale riceve solo l’“illusione” di detenere un dollaro stabile.
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RispondiEliminaOvviamente non potevano rimanere senza una legge specifica. Per questo, nel luglio 2025 Donald Trump ha firmato la GENIUS Act, la prima grande legge federale sulle stablecoin, che entrerà in vigore a gennaio 2027. Questa normativa segna un prima e un dopo, stabilendo alcuni punti chiave:
- solo banche ed enti vigilati potranno emettere stablecoin;
- riserve obbligatorie 1:1 in contanti o T-Bills con scadenza inferiore a 93 giorni;
- stablecoin algoritmiche vietate, così come il pagamento di interessi agli utenti;
- audit mensili obbligatori con report certificati;
- protezione per i detentori: in caso di fallimento dell’emittente, i possessori saranno i primi ad essere rimborsati.
Con questa legge, le stablecoin smettono definitivamente di essere un esperimento cripto e diventano a tutti gli effetti un’estensione ufficiale del dollaro digitale.
E in Europa? La zona euro ha deciso invece di intraprendere un percorso diverso basato sulla nascita dell’euro digitale ufficiale (CBDC) emesso esclusivamente dalla BCE e non da stablecoin emesse società private come negli USA e perché questo sia possibile le deve vietarle categoricamente. Sarà per questo che la Lagarde spara a zero sulle stablecoin un giorno sì e l’altro anche? I problemi sono però molti ed è per questo che il progetto continua ad essere rimandato (oggi la roadmap europea parla di adozione definitiva tra il 2027 e il 2030). Il primo problema è di fattibilità, in quanto la Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS) detta anche “banca centrale delle banche centrali” ha pubblicato uno studio che ridimensiona la portata e l’efficacia delle CBDC. Infatti, secondo questo studio, una caratteristica fondamentale che la BIS giustamente richiede a qualsiasi stato o banca centrale che voglia implementare una CBDC è che, per essere legittima, dovrebbe avere due strutture parallele: la CBDC vera e propria detenuta dalla banca centrale e il token che rappresenta i soldi nei depositi delle banche commerciali. Il motivo di questa bipartizione è semplice, ma cruciale. Essa serve a non escludere le banche commerciali dal nuovo sistema. Nel sistema di CBDC pensato dalla BIS, le banche continueranno a gestire, anche se digitalmente, le transazioni del corpo sociale tramite una tokenizzazione dei loro depositi. La CBDC della banca centrale dovrà poter dialogare con questo token bancario, in modo da integrare le transazioni bancarie e quelle gestite direttamente dalla banca centrale. Ma la CBDC europea non ha questo requisito fondamentale, perchè prevede la sola CBDC, senza una digitalizzazione dei depositi bancari. Se questa divergenza dovesse rimanere, il sistema pensato dalla UE accentrerebbe tutto nelle mani della banca centrale, inaugurando un percorso che porterebbe gradualmente a una sparizione del sistema bancario europeo. La BCE vorrebbe ovviare a questo problema stabilendo un tetto all’uso della CBDC. Perché un tetto alla CBDC dovrebbe essere un argine a questo problema? Perché in tal caso, l’euro digitale verrebbe usato solo per una classe molto ristretta di pagamenti, ad esempio quelli per ottenere documenti, pagare le tasse, ecc., restando quindi una valuta complementare, diciamo pure marginale, che non sostituirebbe l’euro elettronico che tutti noi usiamo oggi. La stessa marginalità della CBDC quindi garantirebbe la sopravvivenza del sistema euro in generale, che resterebbe com’è ora, quindi con le banche al centro delle operazioni.
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RispondiEliminaUn ulteriore problema sarebbero poi i costi significativi che i fornitori di servizi di pagamento e le banche dovranno sostenere ad esempio per la connessione e il mantenimento dell’integrazione con il registro CBDC e lo sviluppo di portafogli per gli utenti finali. Tanto più che il progetto di legge impone alle banche di fornire servizi gratuiti agli utenti finali. Inoltre il progetto di legge europeo non prevede restrizioni sulla BCE nel sovvenzionare l’infrastruttura digitale dell’euro il che vuol dire che gli operatori europei godrebbero di sovvenzioni illimitate da parte della BCE a discapito degli operatori internazionali come Matercard e Visa per esempio. Un ulteriore problema rilevato è anche un conflitto d’interessi in un sistema “sovranista” così concepito, in quanto la BCE stabilisce le commissioni per l’euro digitale e ne è il promotore, mentre allo stesso tempo ne gestisce i rischi di disintermediazione. Per non parlare poi del fatto che il progetto non ha stabilito una supervisione indipendente che vigili sul ruolo della BCE in tutto questo. Con tutti questi problemi, data la sua sostanziale illegalità o almeno non conformità con le regole chiare e trasparenti stabilite dalla BIS, l’euro digitale probabilmente non sarebbe interoperabile con paesi fuori dalla UE.
Fatte tutte queste premesse sembra chiaro quindi che lo scopo dell’euro digitale sia diverso da quello del “dollaro digitale”. Per la Federal Reserve, lo scopo principale di un dollaro digitale è quello di continuare a difendere la competitività del dollaro rispetto alle valute digitali che verranno diffuse dalla Cina e forse da altri paesi. La BCE, creando una valuta marginale e priva di interoperabilità con l’estero, non può avere questa stessa motivazione ed è evidente che lo scopo ultimo è tutto relativo alle esigenze interne di controllo sulla popolazione e sull’economia. L’euro digitale si profila, almeno finora, come un circuito isolato e marginale, ma non per questo meno pericoloso, rispetto ai progetti degli altri paesi, perché chiuderà i cittadini e le imprese europee in un sistema con “usanze” tutte proprie, diverse dalle regole internazionali condivise e quindi suscettibile di ingiustizie e impunità.
I rischi per la libertà e la privacy dei cittadini in un sistema del genere sono superiori rispetto a quelli di qualunque sistema di CBDC progettato in occidente e somigliano molto al sistema cinese, che non a caso resta anch’esso ancora abbastanza marginale, nonostante sia stato adottato ormai da tre anni. Il progetto europeo di CBDC sta per essere lanciato poi in una fase storica molto particolare, in cui vengono erette sempre nuove barriere economiche che stanno facendo saltare uno dopo l’altro gli equilibri commerciali fra i paesi, provocando a cascata distorsioni economiche, valutarie e politiche che gli stati e le entità soprastatali come l’UE cercano di arginare chiudendosi ancora di più. La tentazione di ricorrere alla facile ricetta di imporre limiti alla popolazione (cioè ai cittadini e alle imprese) con le CBDC può solo peggiorare le cose. Nel tentativo di “metterci una pezza”, i governi potrebbero essere spinti ad adottare misure restrittive sempre più’ stringenti all’economia, innescando una spirale di decrescita e di caos sociale paragonabile a quella che causò la scomparsa dell’Unione Sovietica. In conclusione, l’adozione di una CBDC come quella prevista dalla UE non comporta solo i rischi sui diritti individuali già noti e ampiamente descritti dai media indipendenti, ma si configura come una vera e propria bomba economica e sociale capace di riportare uno stato o un’area geografica all’età della pietra. Per tutti questi motivi penso, anche se sarebbe meglio dire spero, che la CBDC della BCE sia il detonatore per il definitivo collasso dell’euro.
Non a caso su questo blog abbiamo spesso detto, a rigor di logica, che la EU ha molto in comune con l'URSS. L'euro digitale è solo una ennesima conferma: uno strumento che serve solo al controllo, come la legge per spiare tutte le chat. Ho aperto il blog nel 2014, sono dunque undici anni che parlo di euro e UE, tra le altre cose. Almeno su quello nessuno può dirmi che mi sbagliavo.
EliminaConcordo con le analisi scritte sopra, quella di Trump è stata una gran mossa per calciare avanti il barattolo per un bel po', in barba a chi dice che il dollaro sta perdendo terreno nel mondo. Aggiungo anche che oltre a USDT sta nascendo U.S.A.T. (ennesimo dollaro digitale , compliant col Genius act) il cui sito è https://usat.io .
RispondiEliminaInsomma mezzo mondo userà valute digitali peggate al dollaro.
Per quanto riguarda l'euro digitale che tanto vogliono implementare in UE, non sarà una passeggiata. Intanto taglierebbe fuori dei bei margini alle banche commerciali che si limiterebbero a semplici funzioni di custodial ; se l'euro digitale viene creato direttamente dalla BCE e inviato ai wallet con procedimenti automatizzati, le banche commerciali non servono più a nulla o quasi. Anche per i bonifici tra cittadini le banche diventano superflue con i wallet digitali. Per questo non riescono a velocizzarne l'attuazione, se fosse per Lagarde&co l'avrebbero già fatto. Inoltre in tanti casi in cui gli stati hanno provato ad istituire una cbdc , i progetti si sono rivelati fallimentari, (Nigeria con e-naira, ec in Ecuador, Sand dollar alle Bahamas, DCASH ai caraibi ecc) i cittadini hanno percepito l'inchiappettata e piuttosto che la fallita versione digitale della propria nazione hanno incrementato nei propri wallet personali le stablecoin che funzionano, quindi essenzialmente USDT e poco più. In Europa devono stare mooolto attenti perchè se sbagliano qualcosa i cittadini boicotteranno alla grande e aumenteranno massivamente il nero, i contanti e i wallet personali con bitcoin e usdt.
Attilio
In Europa esiste già l'EURC di Circle, che ambisce a diventare l'USDC in versione euro, conforme al regolamento MiCA (https://eur-lex.europa.eu/IT/legal-content/summary/european-crypto-assets-regulation-mica.html). Questa stablecoin in euro è garantita 1:1 da debito sovrano. In pratica, ciò significa che i cittadini europei finanzieranno indirettamente la Banca Centrale Europea ogni volta che compreranno un “EURC digitale”. Sempre meglio della CBDC della BCE.
EliminaUno dei motivi principali per cui negli ultimi anni le CBDC sono diventate cosi’ desiderabili per i governi è che esse costituiscono un facile strumento per controllare l’inflazione. Da questo studio (https://mpra.ub.uni-muenchen.de/116906/1/MPRA_paper_116906.pdf) apprendiamo che una riduzione o un aumento del 10% della velocità di circolazione della moneta, consente di ridurre o aumentare l'inflazione dello 0,6% - 1,7% e le CBDC, data la loro programmabilità, sarebbero lo strumento perfetto per ridurre o aumentare la velocità monetaria. Una riduzione della velocità monetaria si potrebbe ottenere facilmente imponendo per esempio dei limiti in tempo reale ai consumi di beni e servizi o a molti altri usi della CBDC. Un aumento della velocità monetaria si potrebbe ottenere invece "svalutando" nel tempo la CBDC tesorizzata dal consumatore (1 euro di CBDC non speso, l'anno prossimo non vale più un euro ma 0,99 centesimi), senza bisogno di una nuova pandemia per far ripartire l'inflazione.
Hai detto niente...Merda pura , venduta come innovazione
EliminaAttilio
Che indicatore/i usate per capire una probabile crisi o recessione futura e se il mercato azionario è troppo sopravvalutato ? Io ho scoperto recentemente il Buffett indicator, volevo confrontarmi con chi ne sa più di me, grazie
RispondiEliminaIl Buffett Indicator può essere utile, al limite, solo per stimare il futuro rendimento del mercato azionario date le valutazione attuali, ma è un pessimo indicatore di market timing. Infatti il mercato azionario può fare bene per anni anche se sopravvalutato.
EliminaLo stesso vale per gli indicatori di recessione.
A mio avviso, quello che veramente conta, è mettere a punto un indicatore che sia in grado di guidare il passaggio tra strategie di mercato rialziste (durante le quali è meglio stare investiti in azioni) e ribassiste (nelle quali è preferibile possedere asset difensivi). Questo indicatore dovrebbe essere sufficientemente affidabile da evitare costosi falsi segnali, ma nello stesso tempo sifficientemente reattivo da tracciare cambiamenti improvvisi di mercato. Ciò che veramente conta in qualsiasi strategia di investimento è infatti evitare quei grandi drawdown di portafoglio che minano alla base l'efficacia dell'interesse composto.
Ho studiato per anni questo problema, ma non sono mai riuscito a trovare un indicatore che mi soddisfacesse in pieno, tanto che ho dovuto crearne uno proprietario. Ne ho parlato qui: http://www.borsole.it/p/risk-onoff-s.html
Lungi dall'essere perfetto è comunque sufficientemente affidabile per le mie esigenze e, da quando lo uso, ha funzionato piuttosto bene.
Grazie per la risposta, io guardo anche come indicatori il vix e il p-e forward dell'sep500, ma mi sa che allora non esiste un indicatore del genere
EliminaL'oro tende ad anticipare i movimenti di Bitcoin di circa 100 giorni.
RispondiEliminahttps://www.tradingview.com/x/gluC3W45/
https://www.tradingview.com/x/2RpsgEra/
Fra 3 mesi dunque dovrebbe essere raggiunto il prossimo massimo storico di Bitcoin, probabilmente l'ultimo di questo ciclo.
Io sto accumulando bitcoin, ethereum e solana per prepararmi ai fuochi d'artificio finali. Voi cosa state facendo?
Io trovo troppo rischiosi certi asset al momento, proprio in vista dei massimi finali, ma anche in prospettiva di varie occasioni sull'azionario che si stanno manifestando di cui alcune ho anche parlato nei giorni scorsi. Ricordo che WBD è passato da 7-9$ a 19, sally beauty da 9 a 15,5, BTI da 28-30 a 53 + 10% di dividendo. Bisogna anche sapersi accontentare.
EliminaA proposito della tua già ottima strategia value sulle azioni, hai mai pensato di migliorarla ulteriormente attraverso l'utilizzo delle opzioni?
EliminaDi solito quando si parla di opzioni si pensa a strumenti altamente speculativi con i quali è facile perdere denaro. Tuttavia c'è un modo di utilizzare le opzioni (senza leva) poco conosciuto, ma potenzialmente molto gratificante, per generare flussi di cassa simili a un dividendo o a una cedola.
Se desideri approfondire digita su google "vendita di opzioni put cash-secured". Dopo aver riletto attentamente i tuoi vecchi post, qui mi limito a fare un esempio su cosa avresti potuto fare per esempio su BTI. Tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023 hai scritto che il titolo secondo te valeva $ 38 e che andava comprato al 30% sotto al fair value, quindi intorno a $ 26. Poi, tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024, hai impartito al broker 4 ordini di acquisto (sicuramente ordini limit), uno ineseguito e tre andati a buon fine in una fase che hai definito di accumulazione tra i 28 e i 34 $. Purtroppo non hai indicato le size, ma supponiamo che avessi voluto destinare a questo investimento in totale 20.000 $. Al posto dei 4 ordini limit avresti potuto vendere 6 opzioni put sul titolo BTI, scadenza a 1 mese, strike $ 29 (mi sono tenuto nella parte bassa del range), avendo però a disposizione nel conto del broker $ i 17.400 $, (poichè ogni opzione controlla 100 azioni e, nel caso venissi assegnato dovresti sganciare $ 2.900 per ogni opzione venduta: 2.900x6 = 17.400 $). Poichè il prezzo è sceso effettivamente sotto i $ 29 in quel mese ti sarebbero stati prelevati i 17.400 $ e, contemporaneamente, consegnate 600 azioni al prezzo di carico di $ 29 ciascuna. Ora, poichè il compratore di opzioni paga un premio, mentre il venditore lo incassa, supponendo di aver venduto ciascuna opzione a 1 $ per esempio, avresti anche incassato 1$x100 azioni = 100$ per opzione x 6 opzioni vendute = $ 600 di premio.
Concludendo possiamo dire che saresti stato pagato per acquistare un'azione che desideravi detenere al prezzo a cui volevi acquistare. In definitiva vendendo opzioni put con strike al prezzo a sconto, avresti potuto incassare un premio di $ 600 mentre aspetti di acquistare al prezzo che desideri. Naturalmente il prezzo dello strike scelto deve essere inferiore al prezzo di mercato del momento in cui vendi l'opzione.
Con questa semplice tecnica puoi trasformare la liquidità inattiva sul conto in un potenziale flusso di reddito costante, potendo altresì acquistare azioni che ti interessano ai prezzi che scegli tu. Non si tratta di scommesse avventate, ma di essere retribuiti per aspettare e lasciare che il tempo e la disciplina lavorino per te mese dopo mese.
Una volta ottenute le 600 azioni avresti poi potuto vendere opzioni call con strike superiore al prezzo di mercato, questa volta sperando di non essere assegnato, nei momenti più favorevoli a seconda delle condizioni di mercato, ma questa è un'altra storia; magari potrei parlarne in un'articolo ad hoc se ti interessa.
Sembra complesso, ma in realtà il meccanismo è molto semplice. Una strategia di vendita di opzioni ben congegnata su un titolo può aggiungere tra un 6 e un 9% al rendimento da dividendi e alla sperabile plusvalenza.
Non ho mai lavorato con le opzioni, solo azioni, fondi, obbligazioni e futures. Ma in una ottica di miglioramento nell'ultimo anno sto esplorando le opzioni put, sia in vendita come nel tuo esempio, ma soprattutto in acquisto, seguendo la filosofia di Mark Spitznagel (nel libro safe haven). L'idea è quella di spendere un 1-2% del portafoglio per assicurare il restante 98-99% da crolli importanti (dal 60% in giù). In pratica in mercati mediamente rialzisti si perderebbe il premio delle opzioni, mentre in caso di crollo si sarebbe totalmente coperti. Per vendere put azionarie il mio problema è che non posso con Directa, e con Degiro devo cambiare il profilo del conto perché le opzioni "sono strumenti da esperti". Finirà che dovrò aprire un terzo conto per gestire le coperture del portafoglio. Alla fine mettere soldi in più conti non è malaccio.
EliminaA proposito di conti strani, nessuno ha un conto Revolut e può darmi una opinione a riguardo?
EliminaIo stavo pensando di entrare su Solana, secondo te ai prezzi attuali può essere una buon affare?
EliminaPer Ivano: non ho revolut ma ho buddybank(anche questo conto digitale) da qualche anno, mi trovo bene nel caso ti possa interessare
Buongiorno a tutti,
Eliminaottime le strategie su opzioni, Fabio ha riassunto in maniera magistrale la put cash secured ed anticipato la covered call. Il problema è che, come dice Ivano, ci vuole un broker che ti consenta agevolmente questa operatività.
Io ho Fineco e quello che posso fare è vendere call detenendo il sottostante a copertura, quindi delle migliaia di strategie in opzioni, posso implementarne solo una.
Riguardo Revulut, da poco ho preso una carta (all'aeroporto di Fiumicino c'è un distributore di carte Revolut gratuite e ne puoi prendere quante ne vuoi) ed attivato il conto.
L'applicazione è estremamente semplice ed intuitiva, remunera il 2% sulla liquidità depositata senza vincoli e puoi operare su molte azioni, etf, cfd e crypto.
Lati negativi: non ci sono azioni italiane e pochissime azioni europee, inoltre io ho abboccato pensando fosse in regime amministrato (hai un IBAN italiano) ma in realtà solo il deposito al 2% è in regime amministrato, mentre tutte le altre operazioni di trading ricadono in dichiarativo. Inoltre se acquisti crypto hai degli spread da rapina a mano armata.
Per il resto hai un conto e carte a costi zero con una interfaccia semplice ed intuitiva.
Per Fabio: mi ero perso molti messaggi e commenti, tra cui il famoso sistema RISK ON e RISK OFF che reputo più che interessante.
Vorrei sapere se il sistema è stato backtestato oppure se dal 2023 lo stai usando regolarmente e che risultati ti ha dato rispetto al mero buy&hold (tipo CAGR, sharpe, max drawdown, etc).
Grazie ancora per i dialoghi costruttivi.
Gabriele
Mi sa che allora mi oriento su Saxobank tenendo il conto di appoggio
EliminaxFederico
EliminaIo Solana la sto accumulando sulle debolezze.
xGabriele
No non ho mai fatto un backtest del sistema. Da quando lo uso mi ha fatto uscire col segnale di inizio di aprile 2025 e rientrare col segnale di inizio maggio 2025 a un prezzo leggermente più basso dell'uscita precedente, il che è positivo. Al momento è ancora RISK/ON.
Per una strategia con le opzioni su singole azioni penso che il miglior broket sia Interactive Brokers.
P.S.: attualmente, la tendenza dell'industria finanziaria è particolarmente orientata alla creazione di strumenti cosiddetti "equity income", che fanno uso di opzioni per generare reddito da distribuire agli investitori sotto forma di premi incassati dalla vendita di opzioni, a volte con rendimenti da dividendi stratosferici e per questo molto richiesti anche da investitori che puntano a portafogli di "crescita dei dividendi" (basta verificare quanti youtuber li consigliano).
https://www.justetf.com/it/search.html? search=ETFS&assetClass=class-equity&equityStrategy=Covered%2BCall
https://incomeshares.com/it
https://www.yieldmaxetfs.com/
Cosa ne penso? Lasciate perdere .... merda pura! Non fatevi ingolosire da quei rendimenti da dividendi impossibili da mantenere nel lungo periodo.
Grazie, Solana piace anche a me come crypto. Ho visto che hai citato incomeshare, secondo me alcuni non sono male, io ho preso quello su tlt al momento da oltre il 10%annuo e sta tenendo abbastanza il valore e compensa le minus
EliminaSta tenendo perchè il sottostante è attualmente in un trend lateral-ribassista, ma quando sarà rialzista comincerà l'erosione del NAV.
EliminaIl problema di questi prodotti è che vendono call coperte OTM costantemente e in qualsiasi condizione di mercato, anche quando non dovrebbero.
L'unico ETF di cui sono a conoscenza che adotta una strategia covered call con tutti i criteri del caso è DIVO (ETF americano non disponibile agli investitori europei). Vai a vedere quali sono i rendimenti da dividendi per farti un'idea di cosa puoi aspettarti sul lungo periodo.
x Fabio Andrea
Eliminase ne hai voglia e lo ritieni opportuno, mi piacerebbe sapere quando il tuo sistema cambia stato. Nessun invito ad investire, qui ognuno ragiona per sé. Pura accademia
Scusa ma essendo che tlty investe in tlt se tlt sale non dovrebbe anche salire tlty? Io comunque l'ho preso per le minus, se uno non ha Minus dici che conviene prendere tlt direttamente (o l'equivalente ETF che c'è su borsa it)?
EliminaSì certo, nessun problema.
EliminaxFederico
EliminaQuando sale TLT salirà anche TITY ma molto meno rispetto rispetto a TLT, perchè molte delle call coperte vendute verranno assegnate e TITY dovrà consegnare sottostante per farvi fronte, da qui l'erosione del NAV. E l'erosione continua del NAV comporterà minori incassi da premi, vista la presenza di quantità sempre minori di sottostante.
Quando TLT sale è molto meglio possederlo direttamente.
Se poi ho minus in scadenza da compensare, secondo me è molto meglio rivolgersi a prodotti di questo tipo con incassi da premi più alti , in modo da riuscire a compensarle il prima possibile e poi uscire.
Attualmente il rendimento nominale dei titoli del Tesoro USA è pari a circa il 4%. Sottraendo a questa cifra l'ultimo dato dei prezzi al consumo USA (CPI) del 2,9%, il rendimento "reale", aggiustato all'inflazione, dei titoli del Tesoro a tre mesi diventa di poco superiore all'1%. Ovviamente, quando i tassi reali diminuiscono, o addirittura diventano negativi, l'oro, le cripto e anche le azioni diventano più attraenti. Ad esempio, dal 2000 al 2012, quando il tasso reale USA a 10 anni scese da circa il 3,44% a -0,17%, ci fu un rialzo dell'oro da circa 300 dollari nel 2000 intorno ai 1.800 dollari, nel 2011.
RispondiEliminaNella riunione della scorsa settimana, la Fed ha previsto almeno un altro taglio, e probabilmente altri due, di 25 punti base al tasso sui fondi federali nel 2025. Ciò porterebbe il tasso di riferimento a circa il 3,6%. Se ciò accadesse, e se il CPI rimanesse al 2,9%, il rendimento reale dei titoli del Tesoro a tre mesi scenderebbe al di sotto dell'1% (3,6% - 2,9% = 0,7%). Quando la Fed tagliò in modo aggressivo i tassi durante i primi giorni della pandemia, con il crollo dei tassi di interesse reali l'oro salì di quasi il 50% tra marzo e agosto 2020 (da un minimo di circa 1.451 dollari l'oncia a un massimo di circa 2.075 dollari l'oncia). Una mossa simile per l'oro potrebbe ripetersi. Il rendimento reale dei titoli del Tesoro a tre mesi al di sotto dell'1% potrebbe far salire il prezzo dell'oro di oltre 5.000 dollari l'oncia. Naturalmente, essendo una previsione a lungo termine, potrebbero intervenire nei prossimi anni dei fattori contrari a questa previsione che oggi non possiamo neanche immaginare. Ecco perché è consigliabile, secondo me, non vendere l'oro acquistato anni fa a prezzi molto bassi e, se si vuole acquistarne altro, farlo sempre dopo pesanti correzioni di prezzo.
Io credo che l'oro sconti già i vari tagli fino al 3%. Sono anche sicuro che salirà fino a 5000$, il problema è quando.
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