domenica 17 gennaio 2021

Aggiornamento al 15 gennaio 2021 --------------------------------- Discussione

Nelle ultime settimane ho visto pubblicare molti commenti, alcuni anche operativi con scambio di strumenti finanziari e altro. Ne sono felice.

Oggi quindi non ho molto da aggiungere, se non che spero di vedere molte altre discussioni di questo tipo.

Quindi ne butto una sul piatto che mi è venuta l'altro giorno, dopo aver visto un video dove si parlava del fatto che BTC potesse diventare illegale e quindi il suo valore passare da xxxx$ a 0.

La domanda è: c'è qualcuno a cui potrebbe giovare togliere di mezzo totalmente BTC (sempre se possibile), una volta che fosse diventato un grosso contenitore di valore da miliardi di capitalizzazione?




25 commenti:

  1. Diversamente da quello che si crede le élites non hanno una mente sola e un consenso unico su tutti i problemi e tutte le decisioni. Al contrario, il sistema è formato da tanti gruppi spesso in conflitto fra loro e che condividono solo alcuni aspetti di base, e solo per motivi di convenienza.

    Dal punto di vista dei settori della finanza, i gruppi che si fronteggiano in America sono, da una parte le banche commerciali, le assicurazioni e gli istituti che gestiscono i soldi istituzionali e corporate, che vedono nel bitcoin un salvagente contro la svalutazione del dollaro che potrebbe raggiungere livelli allarmanti in un prossimo futuro.

    Dall'altra parte vi sono i settori della finanza legati alle banche centrali e alla politica, che hanno meno responsabilità sulla gestione di soldi veri, ma devono rispondere ai gruppi di pressione internazionali, che sono per loro natura più impostati verso la standardizzazione globale delle regole e delle procedure. Per tali gruppi, la tenuta del sistema bancario e finanziario è meno importante della capacità di controllo globale delle valute, dei flussi di capitali e del fisco.

    Oggi il flusso di capitali verso il bitcoin non avrebbe già assunto livelli sufficienti da sostenere il trend al rialzo di lungo periodo senza l'inasprirsi della battaglia tra questi due fronti.

    Tutto ha avuto inizio con questo parere datato 22 luglio 2020 https://www.occ.gov/news-issuances/news-releases/2020/nr-occ-2020-98.html dell'Office of the Comptroller of the Currency, l'istituto che supervisiona e regola le norme bancarie americane, secondo cui la custodia di valuta digitale è legalmente analoga agli altri servizi di custodia che storicamente le banche hanno sempre effettuato per i loro clienti, quindi può essere attivata in tutte le banche americane. In sostanza il documento ha decretato che, a partire da dicembre, tutte le banche USA possono aprire account in bitcoin per i loro clienti.

    Era il segnale convenuto che i salotti buoni della finanza americana aspettavano.

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    Poco dopo, a ottobre, Paypal ha annunciato di aggiungere bitcoin fra le valute ammesse negli account dei propri clienti, rendendo definitiva dal 12 novembre questa decisione per tutti i suoi 286 milioni di utenti americani.

    Paypal processa ogni giorno transazioni per circa 2,5 miliardi di dollari e potrebbe presto rendere possibile accettare bitcoin dai suoi 28 milioni di carrelli di pagamento.

    Dal canto suo, il sistema bancario americano, appena liberalizzato per bitcoin dalla sentenza che abbiamo detto, detiene circa 20 trilioni di asset.

    Se solo l’1% degli account di banche americane allocasse dei bitcoin, questa valuta raddoppierebbe il suo valore; mentre se tutti gli investitori istituzionali americani (fondi, polizze ecc.) sostituisse solo il 5% dei suoi asset con dei bitcoin, si avrebbe un incremento della domanda di 14,7 trilioni, capace di aumentare il prezzo di bitcoin di 125 volte.

    Non dimentichiamo che Paypal è una istituzione legata a doppio filo con il potere che conta.

    Il fondatore, Peter Thiel, repubblicano, ha finanziato la precedente elezione di Trump ed è allo stesso tempo un difensore dei diritti LGBT e membro del gruppo Bilderberg.

    Non stupisce quindi che a seguito della storica decisione di Paypal, altri protagonisti della finanza si siano finalmente sentiti liberi di proclamare apertamente i loro possedimenti in questa valuta, come nel caso di MicroStrategy e Square.

    Travis King ha twittato questo grafico https://twitter.com/Travis_Kling/status/1333540445213716480?s=20 che mostra tutti gli incrementi recenti di bitcoin avvenuti ogni volta che una grande istituzione finanziaria lo ha incluso nei propri asset. La figura è ormai superata e dovrebbe essere aggiornata almeno ogni settimana.

    Si tratta di un voltafaccia senza precedenti, da parte di un mondo che fino al giorno prima aveva in tutti i modi tentato di marginalizzare il bitcoin.

    In America diversi istituti finanziari effettuavano già tale servizio di custodia, perché residenti in Stati che hanno già legalizzato tale servizio, ma bisogna comprendere che l'impostazione dell'Office of the Comptroller of the Currency non è cosi' scontata nei salotti buoni della finanza.

    Essa differisce ad esempio dall'impostazione europea (o almeno, tedesca) secondo la quale la custodia di criptovalute non è la versione digitale di un servizio preesistente, ma un servizio di tipo diverso che richiede una licenza specifica (e difatti dal 1 gennaio le banche tedesche dovranno richiedere tale licenza).

    Proprio perché la materia non è ancora stata discussa e standardizzata dall'establishment mondiale, un altro ufficio federale, lo House Committee on Financial Services, composta sia da democratici che da repubblicani, aveva inviato una lettera all'ormai imminente Presidente Biden chiedendo di sconfessare il parere dell'Office of the Comptroller of the Currency diffidandolo di continuare su quella strada.

    Diversamente dall'Office, lo House Committee è un istituto di natura prettamente politica e fa da eco al gruppo nel Congresso tradizionalmente ostile alle cripto. Gruppo al quale se ne oppone un altro di orientamento opposto, che ha già promesso battaglia per abrogare o emendare la legge sulle Stablecoin appena promulgata dal gruppo rivale.

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  3. CONTINUAZIONE

    Ma tutto questo non ha spaventato Brooks, il capo ad interim dell’Office of the Comptroller of the Currency (OCC), la cui nota interpretativa del 4 gennaio https://www.occ.gov/news-issuances/news-releases/2021/nr-occ-2021-2a.pdf?j=102055&sfmc_sub=39849331&l=26_HTML&u=1784002&mid=500009431&jb=305, spinge più a fondo il coltello nella piaga dei "conservatori" di entrambe le sponde del Congresso e concede alle banche la possibilità di utilizzare le blockchain pubbliche e le stablecoin per creare le infrastrutture di pagamento e transazioni alternative a quelle tradizionali (le ben note SWIFT e ACH).

    Questo nuovo regolamento non è affatto a sfavore delle banche. Al contrario, permette a questi istituti di stare al passo nella competizione con le strutture alternative di pagamento, come VISA, Paypal e compagni, che ormai stanno insediando il monopolio bancario nella gestione del denaro digitale per le transazioni e i pagamenti.

    Non è un caso infatti che VISA, subito dopo la nota di Brooks, ha annunciato per il 2021 il lancio della sua prima app di pagamento basato sulla LN (Lightning Network) di Bitcoin.

    Ma già a dicembre Kraken, la piattaforma cripto che diventerà presto una banca, aveva annunciato di voler integrare LN nel proprio sistema.

    Kraken ha ricevuto l’approvazione di operare come banca nello stato del Wyoming e rappresenta il miglior esempio di quella nuova generazione di entità intermedie tra la banca tradizionale e i nuovi sistemi di gestione del denaro che sta nascendo a gran velocità e che rischierebbe di spiazzare le banche tradizionali.
    Successivamente anche Ancorage ha ottenuto l’approvazione dell’OCC per operare come banca cripto nazionale.

    La nota di Brooks quindi non fa altro che permettere alle banche di dotarsi legalmente delle armi giuste per competere con queste nuove entità.
    Se si legge la biografia di Brooks risulta evidente il suo impegno all’interno del sistema bancario (non certo al di fuori o contro di esso) volto a "democratizzare" e rendere più agile e competitivo il settore, con un occhio particolare per la semplificazione e "democratizzazione" del sistema di credito verso l’economia reale.

    Brooks quindi non sta favorendo le cripto a discapito delle banche, ma al contrario lavora per velocizzare il processo di modernizzazione di tutto il sistema finanziario americano e renderlo competitivo rispetto a quello asiatico, che attualmente è all’avanguardia nel mondo e minaccia di lasciare l’America nel Medio Evo.

    Le banche sono al centro di una disputa epocale, strette tra le istanze delle élites legate al Grande Reset (ad esempio il World Economic Forum), che vorrebbero una valuta digitale universale gestita senza la mediazione delle banche, e le banche centrali, che ostacolano qualsiasi innovazione e non si rendono conto che il sistema bancario sta diventando obsoleto e inizia a pesare sull'efficienza e le capacità di rigenerazione del sistema.

    Anche bitcoin e le cripto si trovano al centro di questa disputa, che è appena alle sue fasi iniziali.

    Le cripto perciò possono essere viste sia come un fattore di modernizzazione per il sistema finanziario tradizionale, sia come un ostacolo alla sopravvivenza di tale sistema. Dipende dalla lobby di appartenenza...

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    Ora che in America le due Camere del Congresso hanno terminato le votazioni e hanno le loro nuove maggioranze, inizierà un aspro conflitto che vedrà gli schieramenti degli innovatori e dei conservatori (trasversali ed equamente distribuiti fra democratici e repubblicani) combattersi senza esclusioni di colpi per decidere il futuro del sistema finanziario americano.
    Ho descritto la situazione attuale negli USA perchè solitamente quello che succede lì accade poi anche nel resto del mondo.

    Per rispondere alla tua domanda Ivano: "c'è qualcuno a cui potrebbe giovare togliere di mezzo totalmente BTC (sempre se possibile), una volta che fosse diventato un grosso contenitore di valore da miliardi di capitalizzazione?" io una idea ce l'ho e la scriverò non prima di di sapere cosa ne pensano anche altri utenti.

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  5. Dai vostri corretti commenti penso che sara' destinato a salire.

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  6. Direi ai Governi e alle Banche Centrali.

    Ma provo a rispondere alla domanda con un'altra domanda, che di per se è qualcosa di odioso: Converrebbe a noi comuni mortali toglierlo di mezzo?
    Come sapete io ho investito in BTC da tempo e sono molto contento delle performance. Sulla filosofia sono invece molto contrastato e questa anarchia liberale che lo ispira, non mi ha mai convinto a pieno.

    Ciao
    Paolo

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    1. Sulla filosofia mi preoccupa che Satoshi Nakamoto potrebbe essere anche la CIA o roba simile. Veramente non si sa chi lo abbia messo in giro, ma il nome del creatore fa tutta la differenza del mondo per capire l'obiettivo finale.

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    2. Su Satoshi Nakamoto sfondi una porta aperta. Qualche sospetto nasce anche solo da fatto che questo tizio avrebbe 1M di BTC, che ad oggi valgono, se faccio bene i conti, circa 35B$. E non ne usa uno... o è morto, o c'e' da aver paura.

      Ma anche ammettendo sia uno qualunque e nel caso BTC si affermasse come vero store of value mondiale, pensate sia giusto che venga tolto completamente agli Stati la possibilità di battere moneta?

      Voglio dire, anche con il sistema attuale, tramite le Banche Centrali, il potere dei singoli Stati è molto limitato, ma almeno verso queste si può sperare nell'esercitare, almeno teoricamente, una qualche pressione politica.
      Verso un algoritmo? E' davvero giusto che l'inflazione sia pre-definita ed immutabile? Che il valore venga distribuito solo a chi sostanzialmente lo paga di più?
      E' uno scenario estremo, ma la questione tende a questo secondo me.

      Ciao
      Paolo

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  7. Vediamo quali sono gli attori del problema.

    Da una parte c’è il pubblico degli investitori privati, in particolare i più giovani, che vede nella decentralizzazione del mondo cripto e nella tecnologia della blockchain la soluzione contro la perdita di valore delle valute fiat, oltrechè una nuova forma di investimento. Inutile dire che questa categoria è molto favorevole alle criptovalute.

    C’è poi il mondo corporate che, in particolare in questo momento di pandemia, è molto provato e fa fatica ad accedere al credito da parte delle banche tradizionali (a meno di essere l’amico dell’amico ….). Credo che qualsiasi nuovo attore o sistema che faciliti il finanziamento non possa che essere visto con favore da questo gruppo.

    C’è ancora la categoria delle banche commerciali e degli investitori istituzionali (assicurazioni, hedge fund, fondi pensione ecc.) che non ha nessuna intenzione e non può permettersi di venir tagliata fuori dal mondo cripto, rimanendo statica a guardare l’ingresso di nuovi soggetti senza fare niente, pena la perdita di grosse fette di business. Pensate solo a tutte le nuove opportunità di investimento date dalla finanza decentralizzata (DeFi) e dalla tokenizzazione degli asset reali. In fin dei conti questo gruppo guadagna intermediando moneta quindi non fa nessuna differenza per loro se la valuta intermediata è il dollaro o il bitcoin, l’importante è guadagnare. Quindi OK alle cripto anche per loro.

    Infine ci sono le banche centrali, i governi e le associazioni globaliste il cui unico vero obiettivo è lo “status quo”, cioè il controllo globale delle valute, dei flussi di capitali, del fisco. Anzi, potendo, gradirebbero aumentare questo controllo. E’ chiaro che la decentralizzazione spaventa questa categoria perché di fatto la depotenzierebbe; anzi sarebbe in discussione la sovranità monetaria che penso non abbiano nessuna intenzione di mollare facilmente!

    Detto questo vi chiedo.

    Quale potrebbe essere la soluzione “meno sconveniente” (perché la più conveniente non esiste) per tutti, ma che comunque abbia la “parvenza” di essere ottimale? Secondo me basta fare 2 + 2 e si ha la risposta.

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    1. Beh no Paolo, non rientra nei loro interessi. Il bitcoin esiste da più di dieci anni e se avessero voluto liberarsene lo avrebbero già fatto da tempo.

      Il banchiere Mayer Amschel Rothschild diceva: “Give me control of a nation's money supply, and I care not who makes its laws”. L’obiettivo è il controllo dell’offerta di moneta, compresi il volume e la velocità di distribuzione. Perché possa funzionare una moneta ha bisogno di avere un valore stabile e il bitcoin e le altre altcoin sono troppo volatili per questo, quindi non rappresentano un problema e continueranno ad esistere (anche se in forma diversa).

      Mettiamola così: le banche centrali si stanno rendendo conto che il sistema bancario tradizionale sta diventando obsoleto ed incapace di trasmettere la loro politica monetaria nell’economia reale. Possono abbassare i tassi quanto vogliono, ma non possono costringere le banche a prestare. E coi QE possono comprare enormi quantità di titoli di stato sul mercato secondario facendo aumentare i corsi dei bond e sperando nell’”effetto ricchezza”, ma non possono costringere chi non desidera spendere a farlo. Sono in piena “trappola della liquidità” e ne sono pienamente consapevoli. Ormai più nessuna politica monetaria riesce a stimolare l’economia. Inoltre hanno la consapevolezza che le monete fiat sono ormai carta straccia ed in qualche modo hanno bisogno di arginare la perdita del potere di acquisto delle loro valute prima che sia troppo tardi. Hanno anche bisogno di uno strumento che permetta loro di creare liquidità al di fuori del meccanismo di riacquisto dei titoli di stato cioè al di fuori della creazione di nuovo debito sovrano mettendo la parola fine alla spirale inarrestabile del debito pubblico che si sta avvicinando ormai a valori insostenibili, uno strumento con cui poter creare inflazione. E i governi hanno bisogno di una soluzione che li aiuti a combattere l’evasione e a tracciare eventuali flussi illeciti di fondi, come il riciclaggio di denaro sporco o il finanziamento del terrorismo, e che consenta loro di sperimentare interventi di politica fiscale mirati su specifiche classi economiche, regioni o altri gruppi. Ma nello stesso momento questi signori hanno bisogno anche di mantenere la sovranità monetaria ed evitare che la gente si ribelli, ma anzi li ringrazi per quello che fanno.

      Ricordiamoci anche che un sistema economico non può sopravvivere senza un sistema bancario.

      Le basi per cui questo nuovo strumento possa attecchire più facilmente sono già state create e non sono una guerra! Stiamo parlando di storia, di un probabile cambiamento del sistema monetario attuale.

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    2. CONTINUAZIONE

      Ma c’è un problema. Qui https://defipulse.com/ potete vedere il quantitativo in dollari bloccato in progetti DeFi (se non sapete cos’è cercate la spiegazione su internet): 25,25 miliardi di dollari al momento, con una crescita del 62,45% dall’ 1/1/2021. Il DeFi Pulse Index (un indice ponderato in base alla capitalizzazione che traccia la performance delle attività finanziarie decentralizzate in tutto il mondo) è in crescita dall’ 1/1/2021 del 111,9% e il mese di gennaio non è ancora terminato. Non conosco niente al mondo che sia cresciuto così tanto in così poco tempo. Ora le applicazioni DeFi sono decentralizzate, cioè non controllate o gestite da nessun singolo soggetto, ma da un protocollo informatico pubblico e aperto chiamato Smart contract e si basano principalmente sulla blockchain di Ethereum, dove vengono depositate risorse digitali. Ora i token nativi rilasciati da questi progetti DeFi sono sostanzialmente delle stablecoin (criptovalute ancorate a valute fiat dollaro in primis o a beni fisici). Per questo motivo il loro valore è stabile e meno volatile rispetto alle criptovalute tradizionali., quindi potenzialmente le stablecoin potrebbero assumere il ruolo di moneta alternativa alle fiat, oltretutto decentralizzata. Si sono visti anche tentativi di creazione di monete private (vedi il progetto Libra di Facebook). Ma abbiamo detto che le banche centrali hanno paura di una comunità finanziaria che non può essere controllata. Sarà forse un caso che le élites globaliste legate al World Economic Forum si siano mosse proprio adesso col Grande Reset e non con l’avvento del Bitcoin?

      Dunque vi chiedo: quale potrebbe essere questo nuovo strumento a disposizione delle banche centrali e dei governi per contrastare tutto questo?

      Praticamente vi ho già dato la risposta!

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    3. Buongiorno a tutti,

      innanzitutto grazie per le interessanti discussioni e gli spunti.
      Mi sto informando su Ethereum da qualche mese e vedo grosse potenzialità in questo progetto (ricordo che ETH è già salito del 1400% da marzo 2020 passando da circa 90$ ai 1300$ attuali ed ha lambito i suoi massimi storici senza superarli, a differenza di BTC).
      Purtroppo per chi non può o non vuole acquistare il sottostante ETH, al momento non esistono soluzioni alternative tipo ETF.
      Qualche mese fa Fabio consigliò un ETF su Ethereum quotato sulla borsa di Stoccolma (SE0010296574) che tuttavia non risulta al momento disponibile e tradabile nemmeno su Degiro.

      Gabriele

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  8. Bene, questo nuovo strumento sarà il CBDC (Central Bank Digital Currency), cioè una moneta digitale a corso legale emessa dalle banche centrali. Avremo il dollaro, l’euro, lo yuan digitale ecc. Questo sarà solo l’inizio perché l’obiettivo finale a lungo termine dei globalisti è una moneta unica gestita centralmente. Non so se verrà implementata attraverso la blockchain o con qualche altra nuova tecnologia, ma dovrebbe funzionare più o meno così: ogni utente avrà un conto corrente direttamente aperto presso la propria banca centrale; gli utenti scaricheranno sullo smartphone un wallet digitale nel quale conservare i loro fondi i quali potranno essere utilizzati attraverso un QR code generato dal wallet che può essere scannerizzato dai terminali di pagamento nei negozi. Sui wallet privati la banca centrale potrà modulare la quantità di moneta, il valore, il potere d’acquisto ecc.

    Sarà una rivoluzione epocale, perché finora solo le banche commerciali e gli Stati hanno l’accesso esclusivo ai conti della banca centrale.

    Con questo sistema si combina la natura digitale dei depositi bancari con i vantaggi tradizionali del contante. La valuta digitale di banca centrale sarà un vero e proprio strumento di pagamento. Non sarà invece uno strumento di investimento. Ovviamente sarà centralizzato e controllato dalla banca centrale.

    Ora provate ad immaginare i vantaggi in termini di sovranità monetaria (controllo dell’offerta di moneta) molto maggiori rispetto agli attuali. Cito i più importanti:
    - flussi di moneta tracciati da utente a utente e quindi estrema facilità di controllo (cosa difficile da fare con le banconote cartacee);
    - eliminazione del contante (visto che la moneta non si potrà più possedere fisicamente, ma solo spostare da un conto all’altro, la corsa agli sportelli verrà scongiurata per sempre e le banche centrali potranno portare i tassi in negativo quanto vogliono, facendone subire le conseguenze agli utenti);
    - inutilità dei QE (e dell’obsoleto sistema di finanziamento degli Stati attraverso i titoli di stato);
    - canale diretto tra cittadini e banca centrale e disintermediazione del sistema bancario tradizionale (possibilità di finanziamento direttamente dalla banca centrale, estensione del credito ecc.);
    - maggiore visibilità su come il denaro circola effettivamente nell’economia del paese;
    - eliminazione dell’evasione fiscale;
    - aumento della velocità di distribuzione e circolazione della moneta (quando serve può essere usato l’helicopter money con l’obbligo di spesa (non tesorizzazione o investimento in borsa), per far aumentare l’inflazione);
    - acquisizione di informazioni preziose sulle modalità di spesa dei propri cittadini;
    - facilità di controllo e tracciamento dei flussi di denaro in particolare verso l’estero.

    Naturalmente l’intero processo avrà bisogno di diversi anni per andare a regime e molti problemi richiederanno una soluzione:
    - come garantire l’anonimato generato oggi dal denaro contante? (non ci sarà più, ma ci faranno credere di sì);
    - come evitare che le banche commerciali finiscano per essere disintermediate dalla CBDC e come gestire il passaggio dai c/c tradizionali presso gli istituti di credito a quelli presso la banca centrale? (probabilmente le banche commerciali avranno un ruolo nella distribuzione della valuta digitale agli utenti e per farlo dovranno depositare presso la banca centrale esattamente la stessa quantità delle loro riserve di valuta digitale che intendono utilizzare). Comunque credo che dovremo abituarci ad un modello di banca molto diverso da quello che conosciamo oggi;
    - come mettere in comunicazione le diverse infrastrutture di pagamento digitali di paesi con valuta diversa?

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    Come ho già scritto, un sistema economico per prosperare ha bisogno di un mondo bancario efficiente e per adottare una valuta fiat digitale bisognerebbe resettare tutto il sistema, inclusa la politica, l’economia, la società. Praticamente tutto …… E perché ciò avvenga in primis c’è bisogno di un deleveraging a livello globale che è già iniziato col Covid 19 (minor uso del contante, acquisti online, chiusura di imprese incapaci di adattarsi al nuovo mondo, fallimenti, licenziamenti, disoccupazione ecc.) e proseguirà per tutto il tempo necessario che serve alle èlites per mettere al sicuro la propria sovranità monetaria. Dopo la variante inglese, brasiliana, sudafricana del virus ci sarà la variante di “ogniterra” e di” fantastilandia” e se non basta il Covid 21 e il Covid 22.

    E quando avranno finito avremo un nuovo mondo molto diverso da quello a cui siamo abituati oggi, ma anche un nuovo periodo di forte prosperità economica.

    E alle criptovalute cosa succederà?

    Cina e India, molto più avanti degli Stati Uniti e dell’Europa quanto a digitalizzazione, insegnano.
    - Bitcoin e altre criptovalute: poiché è anticostituzionale vietare a alle banche (società private) di stringere relazioni con aziende operanti nel settore cripto, queste potranno continuare ad offrire servizi ad exchange di criptovalute. Ma visto che l’unica moneta a corso legale potrà essere la “moneta di stato digitale”, il ruolo delle criptovalute sarà: sì come riserve di valore, no come moneta. Continueranno ad avere un loro mercato al pari di qualsiasi altra commodity (oro, petrolio ecc.): una commodity digitale;
    - Stablecoin, token di finanza decentralizzata, monete private: saranno fortemente regolamentate. Non sono in grado di dire fino a che punto, ma se dovessi scegliere tra il bastone e la carota, propenderei fortemente per il bastone. Secondo me verranno vietate e nessun altro individuo privato od organizzazione potrà produrre o vendere token, coupon od asset digitali in sostituzione della CDBC. Chi viola tale regolamento si vedrà interrotta la propria attività e dovrà rinunciare immediatamente a qualsiasi procedimento di produzione e di vendita di token digitali agganciati a valute fiat, subendo una multa.

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    1. Bella prospettiva. In tutto questo walzer non si sa che fine faranno sanità, diritti costituzionali, privacy, etc. Aumenterò i metri quadri del terreno da comprare...

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    2. Il mondo cripto continuerà ad esistere, ma il fatto che la CBDC sia un sistema centralizzato, scardina di fatto quel velo di anonimato attorno al quale ha tradizionalmente ruotato il settore e gli farà perdere appeal.


      E poi come tu sai meglio di me Ivano, le banche centrali non sono quotate in borsa, possono espandere il passivo quanto vogliono senza mai fallire, non sono controllate e non devono rendere conto del loro operato a nessuno. Avrai anche notato che ad ogni cambio di sistema monetario il controllo sulla moneta è andato via via sempre aumentando e il nuovo sistema, sotto questo punto di vista, è il massimo. Se qualcuno non gli garba non hanno che da chiuderli il wallet e tagliarlo fuori!

      In ultima analisi potrebbero anche arrivare a decidere il fabbisogno di moneta per ogni stato, a chi deve andare, a che tasso e in che quantità rendendo i governi dei meri organi esecutivi di qualcosa di già deciso a livello centrale e di fatto appropriandosi anche di tutte le decisioni fiscali di un popolo. A cosa servirà allora votare?

      Quindi vedi tu.

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    3. Eh caro Fabio, io come te, ho già visto. La più grande frustrazione, è che dopo anni di studio e lavoro in campo scientifico, devo vedere come la scienza viene stuprata da professionisti venduti e le persone mi dicono anche che sono un novax, un negazionista, e che non capisco niente.

      Il piano è quello da sempre, gli ultimi anni ha solo accelerato. La mia colpa, è stato credere nell'illusione che la tecnologia avrebbe liberato l'uomo dalla schiavitù del lavoro e della fatica, invece lo sta imprigionando senza via di scampo.

      Molti non hanno problemi a perdere la propria libertà, sono schiavi nati. A quelli come me (come noi lettori del blog?) non resta che sperare di salvarsi in qualche modo.

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    4. Sono molto d'accordo su quanto enunciato e grazie Fabio per la disanima.
      Solo un punto: perchè pensate che il mondo crypto decentralizzato perderà appeal? Non è invece plausibile il contrario, come via di fuga da questa centralizzazione?
      Anche se non avranno corso legale, come si può impedire che esistano invece dei circuiti che accettino altre crypto-monete totalmente decentralizzate? A meno ovviamente di un Governo davvero mondiale
      Ciao
      Paolo

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    5. Non credo Paolo. Il fatto è che una moneta decentralizzata che punta alla stabilità dovrebbe essere accettata come mezzo di scambio, ma nessuno la userà se ci sono altre valute o se è difficile da spendere. A meno che non abbia qualche vantaggio "unico". Ma a quel punto concordo con Fabio: la farebbere sparire. BTC invece col suo essere finito potrebbe resistere come riserva di valore.

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    6. Perchè si sta parlando di sovranità monetaria Paolo, cioè di monopolio nell'emissione della moneta. Questo potere è il più importante di tutti e chi ce l'ha non vuole certo perderlo.

      La storia ci ha insegnato che coloro che si sono opposti a questo stato di cose sono stati spazzati via senza pietà. Pensa a Lincoln, Kennedy, Moro, Allende, Gheddafi, Sankara tutti morti in circostanze a dir poco misteriose.

      Dunque non si può permettere che un domani un'Amazon qualsiasi dica che si potranno acquistare i propri prodotti solo in "Amazoncoin" o consentire a Maker (la più grande piattaforma di credito decentralizzata) di permettere a chicchessia di depositare Bitcoin od Ethereum sulla piattaforma come garanzia per ottenere un prestito in DAI (una stablecoin legata al dollaro) e ai possessori di DAI di bloccarli sullo smart contract per guadagnare un tasso di interesse variabile.

      Ora se pensi, come me, che la tokenizzazione di qualsiasi asset reale (riduzione in quote vendibili) attraverso la blockchain sia il futuro della finanza capisci subito che questo business non può essere abbandonato alla "giungla" della decentralizzazione.

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  10. La notizia e che i globalisti del World Economic Forum si riuniranno a Davos tra il 25 e il 29 gennaio per l'inizio dei lavori veri e propri relativi al "Grande Reset", il piano di distruzione/ricostruzione planetario di cui il Recovery Plan italiano è un progetto pilota.

    Ho dato una rapida occhiata ai partecipanti l'evento e volevo metterci al corrente di alcune notizie interessanti.

    Per l'Italia parteciperà il primo ministro Giuseppe Conte.

    Nella lista degli organismi internazionali segnalo invece alcuni nomi che alla prima occhiata potrebbero sfuggire, ma che trovo molto suggestivi:
    - Tedros Adhanom Ghebreyesus, Director General World Health Organization
    - Anthony Fauci, Director National Institute of Allergy and Infectius Diseases National Institutes of Health
    - Jurgen Stock, Secretary General International Criminal Police Organization (INTERPOL)
    - Seth Berkley, CEO Gavi, the Vaccine Alliance

    La parte più cospicua del Forum è costituita ovviamente dalle multinazionali e dagli importanti istituti che dominano settori strategici.

    In questa paginahttps://www.weforum.org/partners#search potete trovare le aziende, società e istituzioni coinvolte.

    Per gli amanti delle criptovalute può essere di conforto scoprire in questi elenchi alcuni operatori (quelli più "addomesticati") del settore.

    Infatti, nella sezione: "Banking and Capital Markets" troviamo Circle, il creatore della stablecoin USD coin, e Ripple, mentre tra le "Strategic Partnership" figurano Paypal e Visa (che hanno effettuato importanti passi avanti sistemici per l'adozione delle cripto nel mondo) e Deloitte e KPMG (settore "Professional services"), due istituti di gestione e audit finanziario che stanno dietro a moltissimi progetti blockchain e cripto.

    Scoperte istruttive si fanno inoltre consultando le seguenti sezioni:

    - "Information Technology": dove, a dispetto di Trump, convivono pacificamente Huawei, Google e Facebook.
    - "Institutional Investors": dove esce fuori Cassa Depositi e Prestiti, cioè l'entità che sta dietro a tutte le transazioni opache del governo italiano, specialmente all'estero, e che viene finanziata dai milioni di italiani che sottoscrivono buoni e fondi postali.
    - "Media, Entertainment and Information": dove, oltre ai soliti noti (Google e Facebook) abbiamo Alibaba.

    Per inciso, la presenza di Alibaba e Huawei mostra che nonostante i problemi recenti attraversati dalle due società (col governo cinese la prima e con Trump la seconda), esse fanno ancora parte a pieno titolo del processo di modernizzazione pianificato a livello internazionale.

    CONTINUA

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  11. CONTINUAZIONE

    Tornando a casa nostra, nel settore "Information Technology" notiamo la presenza di Cisco, che merita una menzione particolare, perché in Italia ha fondato la "Cisco Academy" https://napoli.repubblica.it/cronaca/2018/01/26/news/napoli_gentiloni_inaugura_a_san_giovanni_la_cisco_networking_academy-187322074/

    Cos'è la Cisco Academy? E’ un esempio di come le multinazionali penetrano nelle realtà locali dei paesi compiacenti.

    La Cisco Academy è un contenitore di progetti con scarso valore economico strutturale a cui possono partecipare svariati operatori locali.

    Ad esempio, per ricevere i finanziamenti devoluti al progetto "Procida capitale della cultura", un gruppo nutrito di scuole e altri operatori locali aderiranno alla Cisco Academy. E l’adesione conferirà loro una sorta di "qualifica" che li denoterà come adatti a ricevere le somme agognate.

    Allo stesso modo, molti dei finanziamenti del Recovery Plan (il Grande Reset versione italiana) utilizzeranno i canali di intermediazione di queste multinazionali per arrivare alle realtà locali "privilegiate" dalla nuova élite.

    Cisco è solo una fra le tante che agiranno allo stesso modo.

    Per finire, pensando a una delle categorie più bistrattate dal Grande Reset, sono andato a vedere chi c’era nel settore "Aviation, Travel and Tourism", trovandovi ben poco.

    Le uniche categorie presenti erano i soliti mega operatori, come Iberostar e Marriot International, proprietari di tutte le principali firme di hotel di lusso, come il Ritz ecc., e diversi aeroporti internazionali, che nel nuovo mondo progettato da questa élite non saranno più semplici snodi per i trasporti, ma diventeranno veri e propri elementi di controllo della mobilità e libertà personale, implementando divieti e restrizioni ogni volta che sarà necessario.

    In conclusione, va da sé che le categorie non rappresentate nell'imminente World Economic Forum sono, a mio avviso, quelle a maggior rischio di estinzione, perché non beneficeranno di alcun aiuto e verranno abbandonate alla legge del più forte.

    Ma anche le categorie ben rappresentate avranno uno sviluppo che lascerà indietro migliaia e migliaia di operatori "non conformi" alle nuove regole e ai nuovi sistemi di lavoro, produzione e retribuzione stabiliti nei prossimi giorni.

    Per questo è così importante seguire i lavori del World Economic Forum.

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  12. BUongiorno Ivano,
    oggi vorrei sottoporti un piccolo titolo di casa nostra, visto che tu di analisi fondamentale ne capisci qsa a differenza mia, si tratta di ITALIAN WINE BRANDS - IWB.MI. Il sole 24ore ore ne parlava così 6 mesi fa (https://www.ilsole24ore.com/art/aim-raggi-x-italian-wine-brands-resiste-frenata-provocata-covid-ADm13es).
    che dici potrebbe essere un buon titolo per diversificare?
    in fondo il vino Italiano si è sempre bevuto no?
    Grazie e buona giornata
    Silvio

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    1. Ad occhio e croce non sembra una cattiva azienda anzi, i conti sembrano in ordine. Non fa faville e cresce poco, e non so dirti se sia sopra/sotto valutata. Se ho tempo faccio qualche conto in più.

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