mercoledì 16 gennaio 2019

La fine del denaro

Ritengo che nel mondo della fantascienza gli scrittori (o gli sceneggiatori) si dividono in tre categorie: i catastrofisti, gli ottimisti ed i realisti.

Mentre gli ultimi sono quelli che cercano di descrivere il futuro oggettivamente, per quanto possibile, sono indubbiamente di più quelli che appartengono al primo gruppo.

Molti dei primi due gruppi inoltre, si definirebbero comunque realisti, dal loro punto di vista.

Invece una visione che spesso riecheggia nella ancorchè minoritaria fantascienza ottimista, è una società futura dove non vi è più l'uso del denaro.

In Star Trek ad esempio, il denaro non esiste più. L'umanità si è praticamente liberata dal desiderio ed ha capito che l'unica vera missione di una razza intelligente è scoprire la vastita dell'universo. In fondo niente di così infinito può tenerti meglio occupato!

E' chiaro dunque, che molte menti pensatrici percepiscano, consciamente o inconsciamente, che una società giusta dovrebbe abolire una gestione basata sul denaro. Meglio ancora, che l'uso della moneta come riserva di valore e la voglia di possesso di beni materiali non sono compatibili con una società equa e sostenibile per tutti. 

Ho avuto questo pensiero, ed ho cercato di analizzare quanto sia veramente utopica una simile società, quanto dovremo aspettare per questo salto quantico antropologico.

È davvero così lontano questo futuro?

Molti di coloro che frequentano questo blog, hanno deciso di vivere in maniera differente. Hanno deciso di avere meno e quindi spendere meno per liberarsi dall'oppressione del lavoro (o meglio, del lavoro come è inteso oggi).

L'idea quindi, non è tanto che il denaro non serva, ma che non servano certi oggetti o servizi per avere una vita felice e appagante. Una volta eliminati, viene meno anche la spasmodica ricerca dei soldi.

Ma non è di fatto questa, una prova che il denaro stia sparendo lentamente dalla vita di molti?

Uno dei difetti della società di oggi, è l'abbassamento dei salari e la svendita delle proprie capacità e conoscenze per molto meno denaro di quello che si sarebbe chiesto in passato. Anche con Borsole non ho mai chiesto fortune in denaro a chi mi segue.

Se penso alla mia esistenza scopro che tra i miei hobbies c'è il giocare a scacchi online (gratis), lo studio della lingua polacca (gratis), la scoperta di nuove ricette culinarie (gratis), le nuotate in mare (gratis) o in piscina (a prezzo in fondo contenuto) e spero, quando il ginocchio tornerà a posto, le corse nei parchi (gratis).

Tempo fa avrei pagato molte di queste cose, oggi non è così. È vero che per eccellere devi andarti a trovare bravi maestri e pagarli, ma per il solo divertimento spesso non devi spendere nulla.

Insomma se la vediamo da un'altra angolazione, stiamo di fatto, moooolto lentamente, rinunciando al denaro o quantomeno ridimensionando il suo uso. Stiamo lavorando gratis con le nostre passioni, e usufruendo gratis del lavoro di altri. Questo non ci fa economicamente più ricchi, ma emozionalmente si: fare quello che ci piace ci rende più felici.

Credo che per questo le elitè cerchino di privatizzare tutte le attività umane, per mantenere la necessità di denaro nel cuore della società. Solo se il popolino lotta per accaparrasi le risorse economiche necessarie infatti, sarà facile renderlo schiavo e imprigionarlo in gabbie senza sbarre.

Non dico che il denaro non serva, ma se ci riflettete stiamo tutti andando avanti con meno risorse, e non è che abbiamo smesso di vivere. Stiamo ricreando comunità forti, anche se spesso solo virtuali e non fisiche, ma non ricattabili perchè fuori dal canonico mantra lavora-consuma-lavora-consuma-lavora-etc.

E come se si fosse creata una nuova forma di "volontariato", fuori dagli schemi classici, dove spesso la nuova moneta è il tempo, e nessuno ha voglia di sprecare questa preziosa risorsa. In fondo, è anche aver perso la cognizione che il denaro è tempo, che ce lo fa spesso buttare dalla finestra.

Se ci pensate bene cresciamo col mantra liberista "il tempo è denaro". Ma basta cambiare prospettiva, "il denaro è tempo", per passare ad una visione di decrescita.

Nessuno può sapere quanto manca alla svolta antropologica, ma sembra proprio che questa sia in atto, e che arrestarla sarà quantomeno difficile.

E tu, che ne pensi?

7 commenti:

  1. Penso che chi ne ha il potere studierà sempre il modo di metterci nella condizione di aver bisogno di denaro.
    Certo, sta a noi come gestirla.
    Come tutto, si inizia dalle piccole cose.
    Io e mia moglie ( inconsapevolmente devo dire) abbiamo fatto un primo passo alla nascita di nostra figlia, scegliendo di provare a vivere con meno ma crescere la bimba con una costante presenza materna. Oggi mia figlia è adolescente e mia moglie non è mai tornata a lavorare.... comunque si fa per dire:
    Tra faccende domestiche, cucinare "veramente", fare il pane, il lavoro non le manca.
    Certamente ci vuole impegno, ma neanche tanto....
    "Noi accettiamo la realtà del mondo così come si presenta, è molto semplice. " ( da Truman Show....ma anche da un mucchio di libri)
    Ciao
    Max

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    1. Ciao Max.

      Visto che sono diventato da poco papà e che anche noi stiamo andando esattamente in quella direzione, avresti consigli da darmi? Ho anche una curiosità: ha sofferto tua figlia un modo di vivere che oggi definirei "originale"? Oppure ti sembra ben preparata ad affrontare questo mondo? Grazie

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    2. Per me è stato fondamentale nutrire buoni principi di vita. Eliminando egoismo, avidità, invidia dalla propria personalità sarà più facile intraprendere un percorso di decrescita. Da qui,
      comunicando con loro, i figli capiranno che il nostro stile di vita si basa su sentimenti nobili, a vantaggio dell’unità e del benessere familiare, fondamentale per il loro equilibrio emotivo. Non comunicando loro le nostre convinzioni, penseranno che siamo solamente dei spilorci :).
      Ho due figli, cresciuti nello stesso ambiente ma con inclinazioni differenti. Abbiamo sempre spiegato chiaramente come la pensiamo ad entrambi, e credo che loro abbiano percepito il nostro entusiasmo nel conseguire l’obiettivo.
      Con mio grossa soddisfazione mia figlia, la primogenita, mi ha chiesto se le insegnerò a fare contabilità famigliare quando andrà a vivere da sola! Questo significa che ne ha visto il beneficio.

      Differente è il discorso per nostro figlio: ora è molto attirato dalle marche. Abbiamo commesso un errore permettendogli un periodo di seguire certi youtuber che parlano di banalità pazzesche, tra cui la ricerca del griffato e della ricchezza. Quindi è importante controllare quali influenze esterne potrebbero nuocergli. Con lui continuiamo serenamente a dire il nostro punto di vista e gli facciamo notare che non gli manca niente, che è vestito bene, che mangia sano e che sono i valori a contare.
      Infatti è un bambino sereno, penso perchè la sua famiglia è presente, lo protegge quando serve, lo fa ragionare, lo rimprovera dimostrando che è per il suo bene.

      Sotto l’aspetto delle amicizie non abbiamo avuto problemi particolari. A meno di non trovarsi in una qualche cerchia esclusiva di ragazzi fortunati, del tipo “corso estivo di danza in Florida”, problemi al riguardo non ne vedo….

      Per finire direi che mia figlia la vedo ben preparata ad affrontare questo sistema. Per mio figlio è un discorso prematuro, con lui abbiamo davanti ancora molte conversazioni in merito.
      Ovviamente svilupperanno il loro modo di ragionare, ma comunicando con loro e agendo con coerenza gli trasmetteremo un senso di sicurezza, una convinzione che li aiuterà a non sentirsi erroneamente diversi.

      Spero di acquisire sempre più esperienza per riuscire in questo lavoro.

      Ciao!
      Max

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  2. Anche io penso spesso a Star Trek ed alla sua società senza denaro. Un sogno che rimarrà tale ancora per chissà quante migliaia di anni temo, giacché lo sfruttamento dei più deboli fa parte del nostro processo evolutivo ed il denaro (o meglio: il modo in cui viene gestito) non è altro che l'ultimo strumento - il più moderno ed efficiente - mediante il quale una ristretta minoranza sfrutta e costringe una moltitudine (oltretutto ben lieta di stare al gioco).

    Il desiderio, nel bene e nel male, è stata la molla che ci ha spinto fin qui. L'accumulo di "riserve di valore" (grasso corporeo per l'uomo di neanderthal di 100mila anni fa, grano per il contadino mezzadro del medioevo, denaro oggi) aumenta le probabilità di sopravvivenza dunque di riproduzione ed è stampato a caratteri cubitali nel nostro dna. Riuscirà un giorno la razionalità a prevalere sull'istinto? Speriamo!

    Nel frattempo, ho la vaga impressione che non assisteremo ad alcun crollo dei mercati, non nell'immediato. Con Brexit posticipata ed un accordo Cina-USA mi sa tanto che 'sto gatto morto continuerà a rimbalzare ancora per qualche mese. E poi come faceva notare anche un altro lettore del blog si sta parlando troppo di crisi sul mainstream, la cosa mi puzza assai. Vedremo.

    Andrea

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  3. Il nocciolo della questione è l'uso che si decide di fare, sia del tempo che del denaro. Questa è una scelta che spetta ad ognuno di noi e che va fatta in piena autonomia.

    1) La logica sottostante al detto "il tempo è denaro" è quella a cui siamo abituati e che il sistema ci impone: usare il tempo per lavorare e guadagnare i soldi che ci servono per comprare qualcosa. L'idea è che il tempo sia comunque qualcosa di misurabile in termini di produttività. Il lato negativo arriva quando non si ama il lavoro che si fa e, peggio ancora, quando il lavoro "stanca" talmente tanto da non riuscire a "godersi" il tempo residuale.

    2) Il denaro diventa tempo quando si rifiuta lo schema di cui sopra e si decide di usare il tempo per autoprodursi direttamente quel che ci serve per vivere e per coltivare gli interessi che più ci piacciono. Il lato negativo di questa scelta è di essere etichettati dalla collettività che ci circonda come "diversi".

    All'interno di 1) e 2) c'è tutta una svariata gamma di compromessi e questa è la strada che ho scelto per me: lavorare meno, guadagnare meno e avere più tempo per coltivare i miei hobbies.

    Obiettivamente devo comunque dire che gli stili di vita orientati verso la scelta 2) stanno affermandosi sempre più come modelli culturali che, prima o poi, andranno curati e tutelati almeno quanto i primi.

    Fabio

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    1. Esatto Fabio. Non credo che nessuno qui sia andato a vivere su una montagna rinunciando alla società nella sua interezza, ma la maggior parte cerca una via di mezzo tra la follia moderna e il mondo ideale.

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