venerdì 22 gennaio 2016

Due chili invece di due etti

La scorsa settimana tornando a casa ascoltavo una trasmissione alla radio. Il tema del programma era tipo: "strani errori fatti da mariti/mogli".

Un'ascoltatrice aveva inviato un messaggio dicendo che aveva mandato il marito a fare la spesa. Sulla lista c'era scritto, tra le varie cose, di comprare due hg di prosciutto cotto. Il marito scambiando l'h per una k aveva comprato due KG di prosciutto cotto (tagliato fino per giunta).

Cosa c'è di strano in questo errore?

Ragazze, mi rivolgo a voi.

Se vi pigliate uno che compra due kg di prosciutto cotto tagliato fino, avete scelto uno che non ha mai fatto spesa in vita sua probabilmente, perché nessuno che almeno per un periodo della sua esistenza sia andato a comprare i salumi al supermercato farebbe una simile stronzata. Neanche abbia avuto il dubbio e vi abbia chiamato per dire: "tesoro, ma che ci facciamo con due kg di prosciutto cotto?"

Se vi pigliate uno che non sa fare la spesa, o non sa fare una lavatrice, o non sa come si accende un'aspirapolvere, probabilmente è uno che non ha mai vissuto da solo (come minimo), uno incapace di vivere in questo secolo.

Ora, se voi lo amate e gli volete bene, nessun problema, la vita è vostra e decidete voi.

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Però, quando tra qualche anno non lo sopporterete più perché penserete che è un coglione, oppure scoprirete che è più interessato alla Roma o alla Lazio che a voi, oppure che se lo lasciate da solo rischiate di trovare vostro figlio vestito con le mutande al posto del berretto...

...NON DOVETE ROMPERE!!!

Per due motivi:
  1. Lo avete scelto voi (e chi è causa del suo mal, pianga se stesso!)
  2. ancora più importante, il vostro compagno/marito probabilmente non è un coglione, ma uno che vive una o due generazioni indietro.
Chiarisco il punto 2. Dal suo punto di vista, il vostro compagno è uno abituato alla "vecchia scuola": lavorare e portare i soldi a casa (quando non sia rimasto disoccupato). Punto. E pensa che la sua compagna debba fare tutto il resto. Quindi perché chiedergli di sapere quanto volume occupano due kg di prosciutto cotto tagliato fino, oppure perché la sua maglietta rossa nuova non va lavata con il corredo bianco da sposa che vi ha regalato vostra madre?

Siete voi che (giustamente) volete essere emancipate, avere gli stessi diritti degli uomini, lo stesso salario, lo stesso lavoro, invece di fare come le vostre nonne e stare a casa. Quindi dovete scegliervi un uomo del terzo millennio, non uno del secondo. Se puntate sul fascino vecchio stile, avete sbagliato voi mica lui. Lo stesso vale per gli uomini che si sposano una e dopo qualche anno non la sopportano più. Anche voi non dovete rompere le palle, mica vi hanno puntato una pistola e minacciato di morte se non la sposavate (tranne forse rare eccezioni).

Inoltre, non si può pretendere di volere uomini che facciano tutta una serie di nuove "attività" che storicamente (ed ingiustamente) toccavano solo alle donne, senza che quest'ultime rinuncino a determinate attività che comunque continuano a piacergli. Se volete uno sveglio che si sa gestire da solo, dovete lasciarlo respirare. Se volete che si prenda cura dei vostri figli, dovete dargli un po' di fiducia. Se volete un salario alto ed un posto da manager come lui, dovete farvi il culo come lui, non pretenderlo perché siete donne e quindi vi spetta per compensazione, in base alle discriminazioni avute nel passato. Ciò include anche dover rinunciare ai figli in alcuni casi, proprio a causa del tipo di società in cui viviamo (che non hanno creato solo gli uomini) e di quel tipo di lavoro, che prevede totale dedizione ad esso, senza eccezioni. Il famoso work-life balance sta solo nei libri sulle personal skills per il momento, oppure voi conoscete un manager part-time? Non discutiamo di etica ma di realtà in questo caso: nel tipo di capitalismo in cui viviamo, se vuoi gli sghei, non c'è spazio per i diritti e la "cosa giusta", ma solo per i soldi ed il lavoro. Lo stesso discorso vale in termini simili per i maschietti, con le dovute differenze.


Allo stesso modo, cosa bisogna rispondere a persone che ti dicono che da mesi non vengono pagate ma continuano ad andare a lavorare? Su blogs pieni di gente che si lamenta che non viene pagata, ma continua ad andare a lavorare ogni mattina nello stesso posto, pretendendo QUEL posto di lavoro (spesso statale) dove sanno che non li pagheranno mai o lo faranno a babbo morto? Oppure continuando a lavorare con clienti che non pagano perchè sennò "esco dal giro"? Personalmente, niente, se non che a
nche voi siete artefici del vostro destino, e se fate certe scelte, ne subirete le ovvie conseguenze. Avete trasformato l'Italia nel paese del lamento continuo e senza senso. Senza senso perché se uno non vi paga, semplicemente, non può farlo e non lo farà in futuro, c'è poco da discettare, argomentare o sperare.

Per riassumere, nessuno si permetterà mai (io incluso) di condannare qualsiasi scelta, ma solo di esprimere opinioni. Però poi se quella scelta si rivela sbagliata (perchè altro non poteva accadere a meno di un miracolo), dovete avere la decenza di soffrire in silenzio, senza spaccare i ciufoli al mondo intero. Perché quella scelta è VOSTRA.

Perché è grazie a gente "moderna" come voi (uomini e donne) che un matrimonio dura in media 15 anni e le nuove generazioni sono allo sbando (culturale soprattutto) e che chi cerca lavoratori non fa più neanche lo sforzo di provare a pagarli, tanto ci sono frotte di persone (uomini e donne) che fanno tutto gratis nell'attesa della provvidenza.

2 commenti:

  1. Sono d'accordo con te Ivano! Mi permetto solo di fare una domanda: sono scelte volute quelle che la maggior parte (o tutti?) della gente fa o sono frutto di un condizionamento mentale in atto dall'infanzia? Ormai il lavoro é quanto di piú sacro ci sia (se non si é pagati si é "martiri" o "eroi") mentre le scelte che vengono fatte sulla famiglia sembrano il frutto di persone viziate ad avere tutto. Carriera al top e figli, avere i figli é diventato un diritto, uno sfizio, un obiettivo da conseguire senza pensare alla responsabilità e alle conseguenze. La priorità dovrebbe averla la persona che per SCELTA viene messa al mondo e invece si sposta l'attenzione sul diritto di "vantarsi del titolo" di genitore. A volte mi chiedo come possa ancora rimanere in piedi questa società...

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