lunedì 21 luglio 2014

La favola del Cornettaro*

C’era una volta un impiegato statale (lo chiameremo Ugo) che non ne poteva più di stare seduto alla stessa scrivania nello stesso cubicolo a fare gli stessi conti. Pensava avrebbe avuto una carriera stimolante (era diventato comunque “senior” da semplice impiegato), ma voleva di più!

Voleva che il suo lavoro fosse anche interessante e riconosciuto, e dopo tanto tempo si rendeva conto che la maggior parte delle volte non era stato così.

La storia
Un giorno Ugo decise di portare ai suoi sottoposti dei cornetti, per festeggiare la fine di un ottimo progetto. Da li a poco prese a portarli tutte le settimane, e non solo ai suoi colleghi più stretti, ma anche a semi-sconosciuti di altri dipartimenti. Diventò in breve Mr. Cornetto, amato da tutti.
Per rientrare dei soldi (ormai "consegnava" quasi 100 cornetti a settimana) metteva una piccola cassetta nella sala caffè con sopra scritto il prezzo per ogni cornetto e lasciava che ognuno pagasse per quello che prendeva, senza supervisione. La soluzione si dimostrò buona, con il 95% del contante atteso che veniva puntualmente recuperato.
Un giorno, dopo più di 20 anni nella stessa azienda, all’ennesimo cambio di dirigenza, comunicò la sua intenzione di smettere di lavorare lì per andare a fare un lavoro diverso, movimentato, all’aria aperta. Sarebbe diventato un Cornettaro.
Potete immaginarvi i colleghi: prima pensarono che fosse uno scherzo, poi quando fu chiaro che era la verità, allora lo presero per pazzo. “Ma come lasci una poltrona da “senior” per vendere cornetti? Un lavoro “umile”, dove non guadagnerai mai come qui”. Ma lui rispose che i figli avevano finito l’università, il mutuo di casa era stato pagato, e quindi perchè diavolo doveva rimanere li a martellarsi i marroni dalla mattina alla sera? (chiaramente espresse il concetto con più tatto...)
Mr Cornetto iniziò dunque con la sua impresa di vendita di cornetti. Aveva deciso che non avrebbe venduto le deliziose paste lievitate dal baracchino come tutti, oppure ai bar, ma avrebbe utilizzato alcuni dei suoi contatti dentro ad altre aziende per portare i cornetti direttamente nelle loro sale per la pausa caffè, gremite solo di quei tristi distributori automatici che dispensavano merendine piene di conservanti ma dagli altisonanti nomi come le Briciole, i Ruttoli e le Strolle di Pappamolla.
E per farsi pagare? Era ottimista – lasciava una cassettina dove ognuno doveva mettere il correspettivo costo dei cornetti prelevati, come faceva con i suoi ex-colleghi. E meno male che non c’erano i suoi ex-colleghi intorno quando prese la decisione! Probabilmente lo avrebbero ricoperto di risate tirandogli le orecchie e strizzandogli l’uccello, e magari lo avrebbero anche ricoperto di rutti e scoregge per una decisione simile! La cassettina era di legno chiusa, quindi l’unico modo per rubare i soldi era portarsela via (era ottimista ma mica scemo del tutto).
 
Inizia l’avventura
Non lo direste mai, ma dopo i primi tempi, Ugo consegnava poco più di 8000 cornetti alla settimana, guadagnando meglio di prima, senza nessuno che gli dicesse che cosa doveva o non doveva fare e facendo ciò che gli piaceva - un lavoro più dinamico a contatto con la gente. Aveva osato (ricordate Steve Jobs? Be hungry, be foolish?) ed era diventato finalmente felice, come spesso accade a chi segue le proprie passioni.
Ma dimenticavo di dirvi che Mr Cornetto era un economista un po’ maniaco dei dati e che nel lavoro precedente era a bituato a collezionarne da varie fonti e ad ogni occasione buona. Così fece anche per il suo nuovo lavoro, soprattutto per calcolare quanto i suoi clienti fossero onesti, e se qualcuno dovesse essere abbandonato perchè il fatturato non era in linea con le aspettative.**
E qui cominciarono le sorprese, in quanto i suoi clienti si rivelarono molto più onesti di quello che potesse immaginare. Alcuni dati interessanti:
  • Circa 1 cassettina su 7000 depositate veniva rubata (lo 0.000143%).
  • La media dei pagamenti era dell’87% del dovuto
  • I pagamenti tendevano a calare lentamente ma gradualmente, ma attraverso alcuni avvisi lasciati nelle sale per la pausa caffè meno remunerative, egli riusciva sempre a mantenersi intorno all’87% (avvisi tipo “se non paghi mi vedrò costretto a non portare più cornetti”, oppure “vorresti che tuo figlio facesse lo stesso che fai te?  - un po’ di psicologia spicciola insomma).
  • Le varie festività avevano un impatto sui pagamenti, alcune li alzavano, ed altre li abbassavano, ma tutte presentavano un picco significativo (feste patriottiche li alzavano, feste dispendiose, come Natale, li abbassavano)
  • I piccoli uffici erano più onesti dei grandi (poichè si conoscono tutti ed è difficile nascondersi nella massa)
  • L’umore influisce sui pagamenti – in giornate di sole e buone temperature, le persone pagano di più. Al contrario in giornate ventose e piovose, tendono a "dimenticarsi" di pagare.
  • Più alle persone piace l’azienda per la quale lavorano ed il proprio lavoro, meno rubano.
  • Più si sale nella gerarchia aziendale, più le cassettine languono (i piani con i dirigenti accumulavano mediamente meno fatturato di quelli degli impiegati nelle varie funzioni)

Morale
Il lavoro di Mr Cornetto si era trasformato involontariamente in un grosso esperimento economico-sociale sulla moralità delle persone, ed aveva dato risultati inattesi. Ben 87 persone su 100 erano in fondo oneste, e pagavano con regolarità i loro cornetti.
L’umanità è, quindi, per buona parte a posto, anche se ogni tanto qualche deterrente ci vuole e bisogna sicuramente fare meglio!
C’è una grossa speranza però, e questa è una grandiosa notizia per tutti.


Note
*Liberamente tratto da Freakonomics di Steven D. Levitt & Stephen J. Dubner.
**La selezione dei clienti è importantissima nella gestione aziendale. Tenersi clienti disonesti è come applicare forti sconti per aumentare i volumi di vendita. Se non ci si ferma in tempo la mossa farà colare a picco i bilanci.

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