domenica 29 giugno 2025

Aggiornamento bussola EUR/USD

Visto che siamo a fine mese e che il rafforzamento dell'euro sul dollaro sta preoccupando gli animi, mostriamo la bussola EUR/USD ad oggi...


...e quella prevista usando i dati per fine anno degli analisti.


La prima dunque, è la realtà con i dati ufficiali di oggi, la seconda, quella degli analisti di Wall Street.

A livello fondamentale, superare gli 1,58 come qualcuno paventa, lo vedo altamente improbabile, ma chiaramente, non impossibile. Visto il livello macroeconomico di questa ciofeca di UE, già arrivare a 1,25 mi sembra ottimistico. A livello tecnico è vero che il cambio propende per un rafforzamento di lungo periodo dell'euro, da confermare.



Traete le vostre conclusioni


Saluti

Ivano

20 commenti:

  1. Secondo il famoso Big Mac Index (https://it.wikipedia.org/wiki/Indice_Big_Mac), al cambio attuale l'euro risulterebbe sopravvalutato del 3,1% rispetto al dollaro statunitense (https://calcolatrice.now/indice-big-mac/).

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  2. https://www.tradingview.com/x/itx1SqoV/

    Il Bitcoin sembra invece stia costruendo una tipica formazione tecnica di "tazza con manico", con target in area appena inferiore a 150.000 ed ingresso al momento del breakout.

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  3. E' proprio vero che la necessità di una narrazione negativa è profondamente radicata nella nostra psicologia. Abbiamo bisogno di elaborare informazioni complesse per cercare di spiegare le cose che stanno accadendo, e cosa potrebbe accadere dopo, al solo fine di lenire la nostra naturale paura dell'incertezza. Aborriamo il caos, che genera ansia, e desideriamo coerenza e prevedibilità. Così mentre i media eurobritannici divulgano la falsa narrativa che il dollaro è morto e che il debito USA non lo vuole nessuno, le ultime aste dei titoli di stato americani a 7, 10 e 30 anni sono andate a ruba, grazie soprattutto agli acquirenti stranieri. I tassi d'interesse USA ancora alti mandano in sofferenza le riserve americane presso le banche europee e britanniche, mentre i dazi alti (probabilmente al 10% per gli Europei, con un 25% sull'acciaio) ridurranno ancora la disponibilità di dollari.
    Ecco perché le banche europee e quelle dei paradisi fiscali britannici (che raccolgono anche per conto della Cina) sono costrette a fare incetta di titoli americani. Alla faccia della dedolarizzazione!
    Intanto ci giunge notizia che nei fondi di investimento europei verranno cartolarizzati (nascosti) i 2,6 miliardi di titoli di stato che l'Ucraina ha annunciato di non voler rimborsare agli investitori. Questi titoli si aggiungono alle altre obbligazioni spazzatura di tanti paesi europei dell'est che sono già state nascoste in questo modo nei fondi pensione e nei fondi comuni che molti cittadini europei posseggono e che fanno anche da collaterale all'euro.
    Questo è il motivo per cui diversi paesi, come la Romania, fanno la fila per entrare nell'area euro nonostante il parere opposto dei cittadini.
    L'area euro è anzitutto il luogo dove questi paesi falliti possono disfarsi dei loro titoli di debito statali, senza preoccuparsi del fatto che ciò mina dalle fondamenta la credibilità di quel cesso di moneta che è l'euro.
    L'euro digitale servirà a evitare che questa verità, una volta che diverrà di pubblico dominio, scateni una fuga dall'euro con conseguente crollo valutario?

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  4. Parliamo di oro e, soprattutto, di argento.
    Sono dell'avviso che il bull market epocale dell'oro iniziato nel 2023 non sia ancora terminato.
    https://www.tradingview.com/x/LJ6N1ZeZ/
    Nel breve-medio termine, l'oro è pronto per una sostanziosa correzione che, sulla base dei ritracciamenti di Fibonacci, potrebbe portare ad una correzione tra il 38,2 e il 50%, quindi in area 2.550 - 2.780. A quel punto, tutti quelli che, con due anni di ritardo, vi stanno consigliando di comprare oro adesso a questi prezzi cosi' rischiosi, spiegandovi che c'è la dedollarizzazione e che i Brics stanno vincendo o altre cavolate del genere, cambieranno narrativa e si inventeranno qualche sciocchezza geopolitica che dimostri come l'oro, da investimento del secolo, in poche settimane è diventato il peggior investimento di sempre. Questa salutare correzione, invece, non farà altro che formare i supporti di prezzo necessari per arrivare a ulteriori rialzi. Dunque, per chi desidera incrementare questo asset come bene rifugio a lungo termine, i livelli di prezzo indicati saranno ottimi prezzi di acquisto.
    Per chi invece desidera fare trading il consiglio è di focalizzarsi sull'argento.
    https://www.tradingview.com/x/mAgVl7ai/
    Nel grafico sopra la linea nera è il ratio GOLD/SILVER e l'ultima freccia verde dimostra come, recentemente, sia stato toccato il secondo livello più alto di sempre. Ciò vuol dire che l'argento è sottovalutato rispetto all'oro a livelli storicamente estremi. Cosa succede quando il ratio arriva cosi' in alto e l'argento è cosi' sottovalutato? Ho elaborato una tabella a partire dal 1975 che mostra i rendimenti medi di oro e argento seguenti i picchi del ratio (frecce verdi).
    ORO
    rendimento medio a 3 mesi dopo il picco = +5,6%
    rendimento medio a 6 mesi dopo il picco = + 9,6%
    rendimento medio a 12 mesi dopo il picco = + 9,7%
    ARGENTO
    rendimento medio a 3 mesi dopo il picco = +19,3%
    rendimento medio a 6 mesi dopo il picco = + 28,5%
    rendimento medio a 12 mesi dopo il picco = + 39,9%
    Dunque quando il ratio diventa molto elevato, l'oro in media continua a salire, ma l'argento lo sovraperforma in modo clamoroso, fin quasi al 40% dopo 12 mesi. Ecco perciò che il modo migliore di sfruttare speculativamente la correzione dell'oro citata prima è di entrare in quel momento nell'argento, che contemporaneamente correggerà piu' dell'oro.
    Chi aprirà posizioni sull'argento, potrebbe chiudere in profitto a prezzi che non si vedevano da anni (tipo 50 dollari o anche piu').

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  5. Carissimi , una domanda, c'è qualche studio accessibile sull'impatto dell'AI in termini di crescita di fatturato, a livello settoriale? Il secondo passaggio, sarebbe quello di cercare i campioni nei settori più avvantaggiati. Mi riferisco a dati storici, che emergono dal confronto tra i ricavi di prima e quelli di dopo, ad AI sopraggiunta. Perchè di speranze di vendita, innovazioni mirabolanti, tutte prossime venture e non quantificabili, se ne sentono in ogni dove. Un caro saluto vi raggiunga tutti. F.to Moris

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    1. Ciao Moris, ho trovato questa vecchia ricerca di Credit Suisse https://www.ai4business.it/intelligenza-artificiale/chatgpt-ecco-come-sara-utilizzato-in-dieci-settori-economici/

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    2. Ciao Andrea, molte grazie per il.link, oggi ho pc spento per il caldo, appena accendo approfondisco. Un caro saluto. A presto. Moris

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  6. Ciao Andrea e bentrovati, molte grazie per l'analisi che hai proposto, davvero interessante; sul FOREX, nonostante la forte richiesta di dollari Usa per sottoscrivere T-bond, qualcosa deve aver remato contro il biglietto verde, visto che abbiamo toccato 1.18 nella coppia con l'Euro. Saltano all'occhio i tempi assai repentini in cui questo è accaduto. Per l'oro e l'argento, osservare il ratio è un'ottima idea. In caso di correzione, gli ingressi sull'argento sarebbero in area 22 dollari. Sarebbe interessante una riflessione pure sul "quasi" oro, cioè il platino, spesso adoperato nelle lavorazioni al posto del parente giallo, che è assai più caro. Se corregge pure quello, si potrebbe abbinare un secondo ingresso, oltre all'argento. Nei picchi di volatilità, quando finiscono oro e argento disponibili, tocca al platino sommare la normale domanda per impieghi industriali a quella speculativa. Ne ricordo l'impiego come catalizzatore in ambito chimico, l'utilizzo in apparecchiature elettroniche e nel settore della gioielleria. Anni fa, ero in visita alla borsa dei diamanti di Anversa, un mondo di professionalità che fino ad allora ignoravo del tutto e che ho trovato affascinante. Ebbene, l'italiano trapiantato in Belgio, che ci aveva accolto, confidava che per esaltare la bellezza del diamante era proprio il caso di montarlo su platino. Era disposto ad utilizzare supporti in oro soltanto se era il cliente a chiederlo espressamente, visto che paga e ha "quasi" sempre ragione pure da quelle parti. Un caro saluto. Moris

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  7. Quando a suo tempo studiai il comportamento dei fondi passivi e degli Etf minimum (o low) volatility per capirne il funzionamento, scoprii che il vero obiettivo di questi prodotti è quello di mantenere la volatilità dei titoli in portafoglio entro un range costante. In pratica il parametro su cui si basano questi fondi per monitorare la volatilità e prendere le loro decisioni di ribilanciamento è la "volatilità realizzata a tre mesi", cioè la volatilità registrata negli ultimi tre mesi (https://www.tradingview.com/x/e9Hp5pTa/). In pratica, questi fondi riducono l'esposizione ai titoli rischiosi quando la volatilità trimestrale è elevata e l'aumentano quando è bassa. Come potete vedere dal grafico sopra, nel mese di aprile il caos provocato dall'annuncio di dazi fuori misura da parte di Trump fece aumentare la volatilità a tre mesi in modo estremo (valore 41,5) e ciò provocò un rapido e forte crollo delle borse. Ma nel prossimo calcolo della volatilità trimestrale, il valore anomalo di aprile non sarà più incluso nell'indice (saranno inclusi i mesi di maggio, giugno e luglio), mesi nei quali la volatilità è diminuita drasticamente. Quindi è lecito ritenere che questi fondi inizieranno a riacquistare in modo massiccio titoli azionari più volatili (con beta più alto). Ricordo che, trattandosi di fondi passivi, il riacquisto sarà automatico, cioè attivato in base ad algoritmi. Quanto grandi potranno essere questi acquisti? UBS prevede per luglio un flusso di acquisti per un controvalore tra i 90 e i 110 miliardi di dollari. Nomura prevede invece acquisti azionari per luglio pari a 114 miliardi di dollari, il maggior flusso di acquisti mensili mai previsti finora. In passato previsioni simili fatte da Nomura hanno sempre preceduto rendimenti elevati nei mesi successivi. Nel 2006 ci fu un guadagno dell'11% in cinque mesi; nel 2012 un guadagno del 4% in due mesi; nel 2014 un incremento del 5% in tre mesi; nel 2017 ci fu un periodo eccezzionalmente positivo per le azioni; nel 2018 un rialzo del 5% dopo tre mesi e anche nel 2019 si sono avute forti variazioni dei prezzi nel breve termine. I primi effetti sui prezzi si vedranno già a luglio (mese di solito rialzista in borsa) poi, tenendo conto della stagionalità non favorevole di agosto e settembre, è probabile che i rialzi si amplificheranno in autunno.
    Naturalmente, la condizione necessaria affinché questa previsione si avveri è l’assenza di un altro periodo di folle volatilità a breve termine in questro trimestre, che annullerebbe l’anomala differenza di volatilità rispetto al trimestre precedente. Se quindi in America l'imprevedibile Trump riuscirà a mantenersi tranquillo almeno per un paio di mesi, direi che il rialzo delle borse, in base a questo meccanismo, è quasi certo.

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  8. https://www.tradingview.com/x/2AwXywzb/
    Dal grafico sopra sembra che l'indice Nasdaq stia facendo lo stesso percorso dell'epoca del Covid, cioè una brusca caduta e una ripresa a V innescata da una brusca inversione nelle politiche monetarie. All'epoca, l'inversione fu dovuta all'immissione di enorme liquidità a sostegno per gli effetti economici del covid, ma oggi questa inversione da cosa è sostenuta? Secondo me dal "beautiful bill" (https://en.wikipedia.org/wiki/One_Big_Beautiful_Bill_Act), passato al Senato e probabilmente approvato alla Camera la prossima settimana, che prevede un aumento spropositato delle emissioni di debito (ovviamente finanziato con l'emissione di titoli di stato). Ma ciò che ci avvicina di piu' al modello post covid è il tipo di debito che verrà emesso. Trump, pochi giorni fa, aveva affermato di aver dato istruzioni al Tesoro di non emettere debito con una scadenza superiore a 9 mesi (quindi di emettere solo buoni del Tesoro a breve termine). Anche se probabilmente questa potrebbe essere un'esagerazione, non c'è dubbio che la tendenza a emettere titoli piu' a breve scadenza è già in atto al Tesoro e verrà amplificata. Ora, un'emissione massiccia di buoni del Tesoro a scadenza piu' breve ha un effetto molto simile a un QE. In questo modo, il Tesoro si sostituisce alla Fed, promuovendo un allentamento monetario vero e proprio, come ai vecchi tempi in cui le borse salivano sempre. I buoni del Tesoro a breve termine sono molto simili al contante, presentano un basso rischio di duration e sono spesso finanziati attraverso l'espansione del bilancio da parte degli istituti finanziari. C'è una domanda massiccia di buoni del Tesoro a breve termine. Perciò l'emissione di un numero maggiore di questi titoli amplierà la capacità del sistema finanziario di assumere leva finanziaria (piu' crediti alle imprese, piu' denaro alle banche, piu' soldi da investire nei mercati). Il passaggio all'emissione di buoni del Tesoro a piu' breve termine comporterà la cancellazione di oltre 3.000 miliardi di dollari di aste di cedole di titoli del Tesoro a più lunga scadenza pianificate nei prossimi nove mesi. Questo farà sì che gli investitori istituzionali (banche, fondi, assicurazioni, anche estere) che cercavano questi titoli, saranno costretti a riversarsi su altri asset denominati in dollari, non solo titoli di stato a scadenza breve, ma anche azioni e criptovalute. Si tratterà quindi di un vero e proprio effetto a cascata che giustifica in pieno l'ipotesi illustrata nel grafico del Nasdaq: in pratica una simil bolla finanziaria in stile post Covid.

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    1. Ciao Andrea. Un gran piacere risentirti e leggere queste nuove analisi. Ho pensato subito all'accantonamento di usd attraverso l'acquisto di titoli di stato USA a breve scadenza, come collaterale per emettere nuovi theter. Trump che decide di emettere debito a breve e l'espansione del sistema cripto Usdt remano dalla stessa parte. Se ho ho capito bene gli accontonamenti attuali si aggirano sui 160 mld usd in valore. Sono ancora poca cosa rispetto ai 3000 billions che indicavi tu ma tutto aiuta. Poi credo che un dollaro digitale in mano a privati sia piu' facilmente condizionabile e orientabile dalla politica, rispetto ad uno ufficiale in mano alla Federal Reserve. E' un gioco che conbiene a piu' di uno. Un caro saluto raggiunga tutti. Moris

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    2. Io vorrei far riflettere sul fatto che creare CBDC di fatto significa togliere il potere a chi di fatto oggi ce l'ha (le banche) per darlo ad una cricca ancora più ristretta. Per questo sono curioso di vedere come andrà a finire. Per noi malissimo, in qualsiasi caso e come sempre.

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    3. Ci sarebbe molto da scrivere ma, semplificando il più possibile, io la vedo così: al grido di "America first" Trump sta cercando di riprendere il controllo del flusso di dollari al di fuori degli Stati Uniti e per farlo ha bisogno di indebolire l’enorme rete di entità pubbliche e private, governative e/o multilaterali che da decenni influenzano le politiche americane al di fuori del suo paese. Questa complessa struttura di entità coinvolge governi, multinazionali, istituzioni finanziarie, banche centrali, organizzazioni umanitarie, istituzioni universitarie, associazioni culturali, enti di beneficenza sovranazionali, cartelli mafiosi ecc. (impossibile elencarle tutte). Quando parlo di flusso di dollari al di fuori degli Stati Uniti mi riferisco alla creazione e alla diffusione del dollaro al di fuori dell'America (cioè fuori dal controllo della Fed e del Tesoro statunitense) che, tecnicamente, viene chiamato circuito dell'eurodollaro, ma che in realtà riguarda solo il dollaro e i titoli di stato denominati in questa valuta. Quindi userò la più comprensibile terminologia di "dollaro offshore". Ora è necessario comprendere che tutti questi dollari offshore consentono di finanziare qualsiasi attività che riguarda gli Stati Uniti (finanziano il suo debito pubblico), ma l'iniziativa non parte negli Stati Uniti ma da governi e entità varie al di fuori degli Stati Uniti. Bisogna anche considerare che questa enorme montagna di liquidità in dollari in questo circuito è diventata, via via nel tempo, completamente impermeabile ad ogni autorità e regolamentazione (basti pensare che i paradisi fiscali degli ex avamposti dell'impero britannico sono dotati di una forte legislazione sulla segretezza bancaria). Se è vero che negli anni Cina e Giappone hanno venduto quantità insolitamente consistenti di titoli di stato in dollari per fare fronte alle crisi di liquidità causate dalle politiche restrittive della Fed e dalla situazione commerciale complicata dalla guerra in Ucraina e la progressiva separazione del mondo in due blocchi contrapposti a oriente e occidente, e anche vero che questi titoli venduti vengono acquistati da questi centri offshore e dai paesi dell'UE che li redistribuiscono per alimentare innumerevoli attività, alcune delle quali sono correlate alle politiche USA, specialmente di parte democratica, ma molte altre sono del tutto estranee agli interessi americani. A loro volta, anche Cina e Giappone possono attingere da questi centri offshore per effettuare le loro attività sovrane in dollari senza alterare troppo la loro bilancia commerciale e il corso delle loro valute nazionali. Quindi alla fine la gestione dei dollari offshore da parte dei principali paradisi fiscali e dei paesi dell’UE conviene un po’ a tutti.
      Per assicurarsi il flusso necessario di dollari al di fuori del controllo statunitense, le entità di questo tipo possono agire in due modi:

      CONTINUA

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    4. CONTINUAZIONE

      - se sono residenti in uno stato sovrano, come le ONG, le Università, le banche, ecc., devono fare in modo che le politiche di tale stato supportino un costante avanzo commerciale nei confronti degli USA attraverso cui i dollari possano entrare nel paese liberi da forme di arbitraggio (dazi, armonizzazioni fiscali di qualche tipo, ecc.);
      - se sono entità extraterritoriali, come l’Unione Europea, la City di Londra, il World Economic Forum ecc., devono fare affidamento sui paradisi fiscali offshore che emettono debito americano e diffondono il dollaro in modo del tutto autonomo rispetto alla Federal Reserve.
      Da quando Trump ha iniziato a minacciare (seriamente o meno, questo è da vedersi) il sistema del dollaro offshore per mezzo di dazi, trattative commerciali unilaterali e ridimensionamento dei centri di potere americani che utilizzano i dollari offshore all’estero, alcuni fra i principali destinatari dei flussi di dollari offshore, principalmente le entità governative o private europee, inglesi e canadesi hanno deciso di concordare contromisure adeguate. Affinché le transazioni di dollari offshore possano continuare a fluire nella City di Londra e a Bruxelles per finanziare le innumerevoli attività delle élites di questi paesi e quelle extraterritoriali a loro legate, è vitale che gli USA continuino ad avere un deficit commerciale con alcuni paesi chiave.
      Questi paesi devono poter continuare a ricevere il flusso necessario di dollari con cui pagare le cedole dei titoli denominati in dollari detenute dai paesi che fanno parte del sistema del dollaro offshore. A questo punto appare chiaro il motivo per cui Trump mostri, per esempio, di voler indebolire la bilancia commerciale canadese con i dazi (e perché no? anche con accordi commerciali specifici con regioni del Canada meno allineate col governo locale). Se infatti il Canada non fosse più’ in grado di avere una bilancia commerciale positiva nei confronti degli USA, il flusso di dollari USA nel paese si ridurrebbe e quindi il progetto di avere un serbatoio alternativo salterebbe. Il Canada è solo un esempio con cui ho cercato di spiegare il motivo dei dazi e delle trattative commerciali unilaterali che Trump sta portando avanti con il resto del mondo. La stessa partita che si gioca in Canada è in corso in tantissime altre parti del pianeta. Sono in ballo attività extraterritoriali che si diramano in quasi tutti i paesi del mondo, inclusa l’Italia, a beneficio di entità che fanno capo agli USA o ad altri centri di potere, soprattutto europei e britannici. Tutte queste attività rischiano di avere un certo ridimensionamento delle risorse necessarie (dollari offshore) per la loro continuazione. Per tale ragione, le élites che le hanno create e promosse hanno ingaggiato una sfida all’ultimo sangue per la loro sopravvivenza.

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    5. Questione interessante quella legata al c.d. eurodollaro, ne ignoravo l'esistenza fino a non molto tempo fa, finché non mi sono imbattuto in alcuni scritti di Francesco Simoncelli. Vale la pena approfondire

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    6. https://www.ainvest.com/news/stablecoin-transfer-volume-hits-4-6-trillion-monthly-driven-by-major-players-25071010fdac20a321f9fa18/

      L' articolo sopra ci mostra l'ammontare del trasferimento mensile di Stablecoin. Per 1 trilione di $ si tratta di Tether. La maggior parte di questi volumi si crea fuori dall'occidente. Secondo me tutto questo dimostra come Tether sia il perfetto antidoto alla dedollarizzazione tanto paventata dai media.

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    7. Esatto Fabio, se non ci avesse pensato Giancarlo Devasini, qualche mano occulta "Usmade", in modo inconfessabile, avrebbe incaricato un parente di Satoshi Nakamoto di procedere.....f.to Moris

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    8. Tutto questo per dire che prima di parlare di "dedolarizzazione imminente" bisognerebbe tener conto non solo dei dollari creati negli Stati Uniti (dati ufficiali), ma anche di tutti i dollari offshore (nessun dato ufficiale) e di tutte le stablecoin legate al dollaro.

      Per la verità sono anche piuttosto scettico su tutti gli accordi commerciali tra la Cina e alcuni paesi BRICS per scambi in yuan.
      https://tradingeconomics-com.translate.goog/china/inflation-cpi?_x_tr_sl=auto&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it
      La deflazione in Cina, iniziata nel 2022, sta raggiungendo il ritmo più profondo di sempre, circa il 3,6% annuo. Ciò rende piu' rischioso il commercio diretto in yuan con questi paesi, perché si userebbe una valuta legata a un'economia in piena erosione.

      Concludo questa breve disamina con il dato, a mio avviso più preoccupante di tutti, che mina ancor più la credibilità dello yuan come valuta di scambio internazionale. Dopo lo scoppio della bolla immobiliare del 2022, la Cina ha creato un'altra bolla. Nel 2025, 75 paesi in via di sviluppo dovranno rimborsare alla Cina 22 miliardi di dollari su un totale di 35 miliardi. Tali rimborsi minano i bilanci pubblici di questi paesi, sottraendo fondi a sanità, istruzione e servizi essenziali. Il Lowy Institute stima che 42 paesi abbiano esposizioni superiori al 10% del PIL nei confronti della Cina. In molte situazioni, questi debiti risultano di fatto inesigibili. Secondo AidData, questi debiti "nascosti" ammontano a oltre 385 miliardi di dollari e sono spesso garantiti da risorse naturali future, inaccessibili, o in paesi a rischio insolvenza.
      In altre parole, la Cina ha costruito una rete di dipendenza finanziaria globale ora sul punto di esplodere.

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    9. Vorrei aggiungere che la Cina non ha nessun interesse a sostituire gli Stati Uniti. Ciò implicherebbe diventare un paese importatore netto. Il mercato interno cinese non è pronto, e credo che anche la mentalità non ci sia. Di fatto il consumatore americano abituato a vivere senza risparmi ed a consumare a debito è difficile da trovare in altri luoghi.

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  9. Per il sig.Tomba,senza nessun spirito polemico,ma veramente solo per capire come è possibile che uno che dimostra di conoscere e studia la materia degli investimenti,conosce e sa interpretare dati e grafici si sia incastrato al 90% con i Treasuries?
    Galup

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