mercoledì 4 marzo 2020

Fondi pensione, ulteriori spiegazioni.

Salve a Tutti,

Pubblico qui una spiegazione sulla fiscalità dei fondi pensione.

Come sapete io non ne sono un amante, ma sicuramente altri potrebbero non pensarla così.

La mia la dissi già, ora è il momento di sentire l'altra campana. Grazie a Mimmo per il contributo. Se avete domande, scrivete nei commenti e lui vi aiuterà (se può).

"Il fondo pensione non può fallire. L’ Art 15 comma 5 del D.Lgs. 252/05 recita: «Ai fondi pensione si applica esclusivamente la disciplina dell’amministrazione straordinaria e della liquidazione coatta amministrativa, con esclusione del fallimento.” La previdenza complementare in Italia funziona secondo il cosiddetto sistema a capitalizzazione, molto diverso dal sistema a ripartizione che regolamenta il funzionamento dell’INPS.Il sistema a capitalizzazione rappresenta un modello di finanziamento nel quale, semplificando, ognuno risparmia per sé. I contributi versati vengono accantonati nella posizione individuale dell’iscritto, con la precisa finalità di costituire il capitale necessario a permettere un futuro previdenziale più solido.Per questo motivo, il fondo pensione non utilizza le risorse degli associati per finanziare sé stessa o altre prestazioni. Il finanziamento delle attività del fondo avviene mediante la quota associativa versata da lavoratori ed aziende associate. Qualora le entrate derivanti dalle quote associative non dovessero risultare sufficienti a coprire le uscite, non vi sarà alcuna procedura di fallimento; semplicemente decadrà l’autorizzazione all’esercizio dell’attività rilasciata dalla Covip al fondo pensione.
Le posizioni previdenziali dei lavoratori associati verranno trasferite, senza penalizzazioni, ad un altro fondo pensione negoziale (come accaduto tra il 2011 e il 2014 a due fondi pensione negoziali italiani).

Ora veniamo alla mia valutazione sui fondi pensione, in particolare su quelli negoziali (FPN in seguito) che sono a disposizione per i lavoratori dipendenti. Inizio subito col dire che, personalmente, li vedo proprio come un investimento in quanto non è assolutamente vero che il riscatto può avvenire solo in rendita, anzi, ci sono molte modalità (che vanno pianificate) per riscattare la totalità del montante a tassazione vantaggiosa. Tale riscatto può avvenire ogni qual volta si cessa un rapporto di lavoro, infatti se il riscatto è dovuto alla perdita del requisito di partecipazione al fondo ( cessazione attività lavorativa, per esempio, anche solo per un giorno) per cause diverse da quelle previste dall’art. 14, commi 2 e 3, del Decreto lgs. 252/2005 (i quali prevedono, quali cause di riscatto, l’inoccupazione non inferiore ai 12 mesi, la mobilità, la cassa integrazione guadagni ordinaria o straordinaria, l’invalidità permanente che comporti la riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo e la morte dell’aderente prima della maturazione del diritto alla prestazione pensionistica), allora la tassazione è del 23%. Nei casi, invece, di inoccupazione per 48 mesi la tassazione sarebbe del 15% (o meno se si anno più di 15 anni di anzianità al fondo). C'è poi la RITA che permette un riscatto integrale elargito in rate trimestrali tassate al 15% (o meno) se si cessa l'attività lavorativa a 10 anni dalla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Per quanto riguarda i vantaggi nella fase di accumulo, posso portare a favore del FPN i seguenti elementi, ricordando che il versamento è composto dalla quota di TFR e da un contributo libero che è deducibile dal reddito fino a 5.164 euro annui:
- obbligo di contributo aggiuntivo del datore di lavoro, in genere almeno del 1% della RAL annua (trattasi di un regalo);
- deduzione dal reddito relativamente a quanto versato (vantaggi maggiori per chi ha un'aliquota IRPEF marginale del 38 o più);
- bassissimi costi rispetto ai fondi aperti (ISC intorno allo 0,30% annuale per un investimento decennale che decresce se più lungo) visto che tali fondi devono chiudere bilancio in pareggio e non possono operare a scopo di lucro;
- versando in busta paga, per effetto della deduzione che abbassa il reddito, si godono di maggiori detrazioni per lavoro dipendente, eventuali detrazioni per familiari a carico e incremento di eventuale ANF (assegno nucleo familiare). Chi non ottiene il così detto "bonus Renzi" potrebbe ottenerlo abbassando il reddito. Da luglio ci saranno nuove detrazioni / bonus e i vantaggi pare aumenteranno;
- rendimenti tassati al 20% (o 12,5 per titoli di stato) e non al 26 come i normali investimenti. Però, qui, le tasse sui rendimenti vengono versate ogni fine anno;
- possibilità di investire al lordo delle imposte sul capitale (che verranno versate esclusivamente al riscatto).

Per darti un'idea concreta faccio un esempio concreto sulla mia situazione di lavoratore che ha un reddito superiore a 33.000 euro annui e figli a carico: verso 5.000 euro al FPN (più il mio TFR) di cui 700 euro regalati dal mio datore di lavoro. Dunque, mi privo di 4.300 euro LORDI di reddito che netti sarebbero stati 2.300 per effetto di imposte (38 Irpef e 2 addizionali regionale e comunale) di minori detrazioni di imposta e minor ANF.
Giunti in fondo, la domanda da porsi è la seguente: in via tradizionale andrei sul mercato con 2.300 euro, col FPN, invece, andrei sul mercato con 5.000 euro (su cui al riscatto pagherò il 23, 15 o meno% di imposte)...cosa è più vantaggioso? A ciò va sommato il TFR che, preso dal datore di lavoro sarebbe tassato al 30% invece qui al solito 23, 15 o meno%.

Un aspetto sicuramente da considerare è la possibilità che (in Itaglia) le normative possano peggiorare e rendere non più conveniente la cosa. Ma, come dici tu, nessuno ha la sfera di cristallo. Vero anche che potrebbero fare una patrimoniale non toccando i FPN e/o aumentare la tassazione del 26% e portarla al 30%. 
Allo stato attuale, sicuramente, aderire a un FPN (per chi è dipendente ricordo) è un enorme vantaggio.
Sui fondi pensione aperti i vantaggi si assottigliano ma non si azzerano.

 A disposizione per eventuali chiarimenti.

Ciao. Mimmo."

18 commenti:

  1. Buongiorno,
    è un onore avere il piacere di essere pubblicato. In quello che scrivo ci sono informazioni tecniche oggettive e valutazioni personali.
    Se posso essere di aiuto a qualche utente, sono a disposizione.

    Mimmo

    RispondiElimina
  2. Bravo Mimmo, bella spiegazione. Da poco non prendo quasi più il bonus Renzi; in effetti potrebbe essere una buona soluzione per riaverlo indirettamente abbassando il reddito.
    Io invece avevo pensato di chiedere il part time all'80% in modo da lavorare 4 giorni su 7 (invece che 5 su 7) e percepire di nuovo il bonus colmando parzialmente la differenza dello stipendio grazie al bonus ma ottenenendo un netto miglioramento della qualità di vita lavorando ogni settimana solo dal lunedì al giovedì. Certamente la tua soluzione è più efficiente.
    Saluti a te e ad ivano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se lo fai per migliorare la qualità di vita, non discuto e ti invidio. Ti / Vi informo che, a partire da luglio, il bonus "Renzi" verrà esteso (come detrazione) ai redditi fino a 40k annui e sarà portato da 960 euro a 1.000 euro annui. I mille euro si riducono mano a mano che ci si avvicina a 40k euro di reddito. La sostanza è che chi prima aveva un reddito maggiore di 26.600 euro e non aveva il beneficio, da luglio lo otterrà. Per il 2020 a metà, considerando che la nuova normativa decorrerà da luglio prossimo. Poi sarà da vedere se verrà confermata e resa strutturale anche per gli anni a venire.
      Ultima cosa: se chiedi il part time, verifica di avere sempre una RAL superiore a 11k annui per avere per intero l'anno come contributi INPS.
      Saluti.

      Mimmo

      Elimina
  3. Apprezzo molto la pluralità di voci di questo blog.

    RispondiElimina
  4. Ciao Mimmo, grazie per il post.
    Io ho aderito al Fondo Cometa ormai da tempo.
    Ammettiamo che un giorno non abbia più contratto metalmeccanico, c'e' un modo per ritirare tutto il denaro dal Fondo?
    Se si in quanto tempo e con quale impatto sulla tassazione, rispetto al raggiungimento dell'età pensionabile?
    Grazie
    Paolo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certamente. Puoi riscattare l'intero capitale, con tassazione secca al 23%, nel momento in cui perdi i requisiti di appartenenza al fondo. Per ciò basta cambiare settore o se rimani nello stesso, fare domanda di riscatto quando sei disoccupato, prima di intraprendere la nuova occupazione.

      Mimmo

      Elimina
    2. Perfetto, era la mia interpretazione, ma era tempo che volevo confrontarmi con qualcuno per esserne sicuro... grazie mille.
      A questo punto approfitto per un'altra domanda.
      Assumiamo che io cambi residenza e compri una casa, senza vendere quella in cui attualmente vivo. Posso riscattare parte del Fondo Pensione come acquisto prima casa? Capisco che anche in questo caso tassazione sarebbe del 23%
      Grazie
      Paolo

      Elimina
    3. Se acquisti o ristrutturi la prima casa puoi riscattare il 75% del capitale con tassazione secca al 23%. Ulteriore requisito è avere 8 anni di anzianità di partecipazione al fondo.

      Mimmo

      Elimina
    4. Si OK, la domanda era più relativa al fatto se, nell'ipotesi sopra descritta, la nuova ipotetica casa, sulla quale metterei la residenza, si possa considerare o meno prima casa
      Ciao
      Paolo

      Elimina
    5. Non è il mio campo però credo di no, a parte in determinati casi.
      Prova a leggere qui:
      https://www.gromia.com/blog/comprare-casa/acquisto-prima-casa-avendone-gia-una/

      Però sarebbe bene sentire un notaio.

      Mimmo

      Elimina
  5. Grosso modo funziona così:
    1) il soggetto versa per x anni un certo capitale y;
    2) al termine degli x anni il soggetto percepirà o:
    - una rendita vitalizia immediata con pagamento mensile derivante dalla conversione dell'intero capitale accumulato;
    - fino al 50% dell'intero capitale accumulato in un'unica soluzione e la restante parte sotto forma di rendita vitalizia;
    - il 100% dell'intero capitale accumulato in un'unica soluzione se l'importo della rendita del 70% del capitale accumulato risulta inferiore alla metà dell'importo annuo dell'assegno sociale.
    3) il valore della rendita vitalizia percepita è funzione di y e di un coefficiente che dipende da quando inizia la rendita vitalizia e dal sesso del soggetto (le donne, avendo una speranza di vita media più lunga, a parità di altre condizioni, percepiranno di meno); questo coefficiente sarà tanto maggiore quanto più avanti negli anni inizierà l'erogazione della rendita.

    A fronte dei vantaggi evidenziati da Mimmo, che sicuramente esistono, mi sembra doveroso, per quanto detto sopra, tenere però presenti alcuni elementi di criticità per effettuare una scelta consapevole e meditata.
    A) Il capitale y accumulato durante il periodo di contribuzione non può essere percepito per intero ma almeno la metà dovrà essere destinata alla percezione di una rendita vitalizia;
    B) i proventi della rendita vitalizia verranno tassati con un'imposta sostitutiva del 15%, percentuale che si riduce in funzione dell'anzianità di partecipazione al sistema della previdenza complementare. Così è oggi, ma tra vent'anni potrebbe cambiare e dubito in meglio;
    C) il rendimento del fondo non è noto e neppure garantito ma dipende dall'andamento dei mercati, dai costi di gestione e dalla bravura del gestore;
    D) il valore della rendita vitalizia sarà determinato al termine del periodo lavorativo sulla base di coefficienti attuariali che verranno rivisti in funzione di una speranza di vita media che tende ad allungarsi (e quindi in peggio) non ancora definiti.

    Consiglio come prima cosa di informarsi presso l'INPS, o la propria cassa previdenziale, di quale sarà il proprio "tasso di sostituzione" (rapporto tra l'ammontare previsto della pensione netta annuale e l'ammontare dell'ultimo reddito netto annuale). Il decadimento del tenore di vita negli anni della pensione è un'insidia che dovrà, per quanto possibile, essere compensato dai proventi della rendita vitalizia derivante dalla pensione integrativa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fabio ti leggo sempre con molto interesse e devo ringraziarti per aver appreso molte nozioni dai tuoi post, però, qui devo correggerti su alcuni punti:
      - non è assolutamente vero che non è possibile riscattare l'intero capitale. Ciò è sempre possibile, infatti, tale strumento, io lo vedo come un investimento e non come una pensione complementare. Il capitale può sempre essere riscattato interamente pagando il 23% di tasse invece del 15% o meno in funzione di un anzianità maggiore di 15 anni. Attualmente, però, la soluzione migliore è la RITA che permette di riscattare tutto in rate trimestrali (tassa al 15$ o meno) a patto di essere a 5 anni (10 in determinati) dall'età della pensione di vecchiaia. Per esempio, oggi a 62 anni vado in pensione con quota 100 posso riscattare tutto con RITA pur essendo prnsionato anticipato. Se dovessi andare in pensione di vecchiaia a 67, basterebbe cessare attivitá lavorativa una settimana prima della pensione, fare domanda di RITA e riscattare tutto. Quanto sopra è già stato testato personalmente con pratiche, in tal senso, effettuate, da parte mia, per terzi.
      - ogni fondo pensione ha i propri comparti, tra questi, generalmente, anche quello a capitale garantito dove consiglio sempre di spostare il capitale all'avvicinarsi del riscatto. Gli altri comparti investono come faremmo noi in etf, fondi azioni, bond, ecc. Trattasi sempre di fare un pac con molti più soldi di quelli che avresti da investire con i tuoi risparmi. Merito della fiscalità e del contributo datoriale.
      - Vero che le normative potrebbero cambiare in peggio, ma converrai con me che, le stesse normative, potrebbero anche penalizzare gli investimenti tradizionali, per esempio aumentando l'imposizione fiscale. Per esempio potrebbero portare la tassazione sui Treasury al 26% invece dell'attuale 12,5%. Per fare questi ragionamenti, bisognerebbe avere la sfera di cristallo, dunque inutile pensarci, a mio parere.

      Personalmente, il mio obbiettivo, è quello quello di usare i proventi del FPN per pagarmi i contributi volontari Inps negli ultimi anni prima della pensione, in quanto vorrei abbandonare l'attività lavorativa a 55 anni o, al massimo, lavorare 2 giorni a settimana con un part time al 40%.

      Mimmo

      Elimina
    2. Scusate l'ingnoranza...quindi se non ho capito male il licenziamento volontario è una condizione per la quale posso richiedere il riscatto dell'intero capitale comprensivo della rivalutazione indipendentemente dalla mia età pagando però una tassazione del 23% invece che del 15?

      Marco

      Elimina
    3. Esatto. Sì chiamano dimissioni. Devi avere l'accortezza di fare domanda di riscatto quando sei inoccupato o ti sei rioccupato in un lavoro di comparto diverso rispetto al precedente. Per non avere problemi, comunque, basta farlo da disoccupato. Esempio: cessi rapporto di lavoro di venerdì e inizi con nuovo datore di lavoro, il mercoledì successivo, puoi fare domanda il lunedì o martedì in quanto non possiedi più o requisiti di appartenenza al fondo di categoria. Parlo sempre di fondi negoziali. Se dovessi farlo, però, consiglio di riscattare tutto meno 500 euro (esempio) in modo da mantenere l'anzianità di iscrizione che può tornare utile in futuro per avere una tassazione inferiore al 15%.
      Mimmo

      Elimina
  6. Ciao Mimmo,

    ok per la RITA siamo d'accordo. Se oggi mi licenzio e decido di non lavorare più ho naturalmente diritto al riscatto dell'intero capitale, ma in costanza di lavoro non mi risulta sia possibile riscattare l'intero capitale a piacimento.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In costanza di lavoro, no, però, se cambi lavoro, sì. Altrimenti non ha senso riscattare secondo me. Continuo a contribuire. A mio parere, la cosa fondamentale è evitare la rendita e poter riscattare tutto. Questo è sempre possibile. Poi, giustamente, ognuno ha le sue idee, propensioni, obiettivi, ecc.
      Io mi limito a fornire dati oggettivi su cui ognuno farà delle considerazioni soggettive.
      Mimmo

      Elimina
  7. Ciao Mimmo,

    ho un'altra domanda, in un momento come questo dove tutto il mercato è in forte calo, se il fondo va in perdita invece che in guadagno la perdita si riperquote sul versato?

    Grazie
    Marco

    RispondiElimina

ATTENZIONE: Postando un commento accetti la privacy policy di questo sito, redatta in adempimento dell’art. 13 del D. Lgs. 196/2003 e dell’art.13 del Regolamento UE n. 2016/679. La privacy policy è visibile da tutte le pagine del blog mediante link nel menù principale in alto a destra.