mercoledì 9 settembre 2015

Nessuno vuole lasciare la propria casa

Nella mia carriera, mentre finivo l'università e nel periodo successivo, ho lavorato e studiato per più di dieci anni tra Spagna, Grecia, Irlanda, germania e Svizzera, prima di ritornare in Italia, e viaggiato per piacere e per lavoro in mezzo mondo.

Sono stato un emigrante insomma, un immigrato che "ruba" il lavoro ai locali. 

Una esperienza che il nostro ministero della pubblica istruzione dovrebbe rendere obbligatoria almeno a tutti i laureati d'Italia, per fargli capire bene pro e contro del vivere in Italia, visto che loro con più probabilità rappresenteranno buona parte della classe dirigente del futuro.

Come fai infatti, ad andare e parlare in un talk-show dell'Europa o di quello che succede in un altro paese, come fanno tutti i nostri politici, se in quei posti non hai vissuto e forse neanche ci hai messo piede? Come si fa insomma, a parlare di cose che non si conoscono? 

Quando qualcuno mi chiede perché sono ritornato in Italia lasciando la germania o la Svizzera, dove tutto funziona bene mentre qui fa tutto schifo (secondo loro), e soprattutto rinunciando ad uno stipendio migliore, rispondo sempre alla stessa maniera:

"Se vuoi andare tu, ora c'è un posto libero, il mio!"

Vai, sperimenta e tira le tue conclusioni, ma non parlare di cose che non sai perfavore. Stesso approccio usato con l'esercizio proposto in uno degli ultimi post. Risolvilo da solo e ti rimarrà impresso.
 
La realtà è che ho imparato (e con me altri) che nessuno di solito vuole lasciare la propria casa ed emigrare, a meno che non ne sia costretto. Ci sono delle eccezioni, persone che per tutta la vita hanno una strana sensazione - come se fossero nati nel posto sbagliato - come se non appartenessero al loro luogo d'origine. Questi, o rimangono tutta la vita con questa sensazione e ci si abituano, magari a malincuore, oppure vagano finché non trovano "il" posto, quello dove si sentono "a casa".

Ma tutti gli altri, se vanno via con l'intenzione di non tornare, sono stati costretti a farlo, a vari livelli (a me non davano lavoro ma per fortuna non mi sparavano addosso...)

Ricordo un tassista calabrese a Stoccarda, che ormai viveva li da trent'anni. Tutti i figli parlavano tedesco, lui era ormai "integrato". Eppure mentre ci riportava a casa, parlando del più e del meno, tirò un lungo sospiro e con tono malinconico, mentre guardava il cielo grigio da cui cadeva copiosa la neve, disse: "chissà come sarebbe andata se non avessi lasciato la Calabria..."

E non solo gli Italiani vogliono tornare a casa. Non conosco personalmente molte persone nate in paesi arabi, che vogliano lasciare il proprio paese. Anzi, non ne conosco nessuno. In quei posti lì, l'attaccamento alla propria terra e il senso della famiglia è ancora più forte, forse perché ancora poco drogato dalla tradizione consumistica occidentale dove le cose più importanti sono il lavoro, dove bisogna essere "flessibili", o sei riuscito solo se fai "carriera".

Anzi sembra che più stanno male, più non vogliono andarsene (vedi Palestina). Insomma, se queste persone stanno venendo in Europa in massa, devono davvero essere disperate, quindi vanno comprese e non demonizzate. Certo in questo fiume di gente, nuota di tutto e di più, e ciò crea serissimi problemi di sicurezza. Secondo me, i nostri governi sono contentissimi. Ci saranno più controlli, più telecamere, più poteri "speciali", tutti quei cambiamenti desiderati che portano verso quel controllo totale, che renderà tutti schiavi più prima che poi.

Una mossa che nei cervelli malati dei governanti europei, inoltre, aiuterà a far ripartire la famosa crescita, col solito modello obsoleto del consumo. Siccome l'Europa è un paese vecchio che non fa più figli, si importano consumatori giovani da altre parti, che accettano anche condizioni di lavoro non proprio entusiasmanti. Due piccioni con una fava.

Vorrei ricordare a tutti, quale è stata la "goccia" di questo casino: l'ultimo intervento in Libia, che togliendo di mezzo Gheddafi, ha finito di destabilizzare completamente tutto il mondo arabo. La colpa invece è di tutta la zizzania seminata dagli americani nell'area, ma questa è un'altra storia che potete imparare su internet.

E' orrendo a dirsi, ma quelli che morivano per colpa sua nel deserto, sono forse un decimo di quelli che stanno affogando adesso nel Mediterraneo. Quindi in questa situazione qui, ci hanno infilato (e mi riferisco pure a quelli sui barconi) i Francesi, i tedeschi e gli Americani. I primi poi, si sono pure rubacchiati un po' di petrolio da quelle parti, che era praticamente monopolio di ENI. 

Gli stessi Francesi e tedeschi che quando queste persone hanno cominciato a riversarsi sulle coste italiane, come era prevedibile, se ne sono infischiate e molto diplomaticamente ci hanno detto che avevamo firmato il trattato di Dublino, e che quindi erano affari nostri. Loro se li sarebbero presi con calma, solo se avessero avuto un lavoro e un posto dove andare. Loro accettano solo perfetti consumatori, mica straccioni disperati.

Chiaramente, quando la situazione gli è sfuggita di mano, e queste persone hanno cominciato a fare il giro dall'altra parte per spuntare fuori in Ungheria, a due passi dal Reich, ci hanno ripensato ed hanno tirato in ballo la "solidarietà europea"E se la solidarietà non basta, ecco le sanzioni. Che amorevoli vicini! Solidali e premurosi! Adesso piangono lacrime di coccodrillo e dicono che non è umano quello che succede, non è "europeo". I media fanno vedere gente disperata e bambini morti (come se 6 mesi fa non morissero lo stesso in fondo al mare). Vanno anche in auto a prenderli al confine, gli fanno gli applausi quando arrivano. Sono commosso!

Molti quando scrivo di queste cose mi chiedono scherzosamente perché non mi candido per "cambiare la situazione". A parte che non cambierebbe nulla, ma grazie a Dio non ne ho nessuna voglia, perché se fossi Primo Ministro di questo disgraziato paese sputerei in faccia (ci vorrebbe in realtà una damigiana piena di sputo e catarro...) ai miei interlocutori Europei alla prima occasione, dopo chiaramente, avergli detto che il mio paese esce dall'euro e da questa Europa, e che da quel momento in poi per loro, ovviamente, saranno c...i amari (finanziariamente parlando).

13 commenti:

  1. Chapeau, soprattutto per l'ultimo capoverso.
    Antonio.

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  2. Bravissimo...Disamina limpida e lineare con argomenti purtroppo sconosciuti al 99% delle persone. Magari avere un capo del governo che mandasse affangala Hollande, la Merkel e l'ubriacone di Juncker.
    C'è una cosa però che non mi è chiara: come mai la Merkel ha cambiato atteggiamento nei confronti dei "migranti" e ora vuole accoglierli tutti?? Dopo aver fatto piangere la bambina palestinese davanti alle telecamere di mezzo mondo ora vuole tutti i migranti? Pura operazione di marketing o c'è dell'altro?

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    1. Mica li vuole tutti, vuole i Siriani, che "mediamente" sono più acculturati (parecchi di loro sono studenti, laureati e/o operai). Indovina invece chi si becca quelli che sono venuti a delinquere?

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  3. Sono d'accordo con quanto scritto nell'articolo, a parte il fatto di mettere come obbligatoria l'esperienza all'estero per i laureati. Ci si dimentica infatti che ci sono pure dei lavoratori, magari con famiglia, che si fanno il mazzo tanto per studiare e lavorare nello stesso tempo... questi sarebbero messi fuori gioco e non è giusto, visto che molte volte son più brillanti degli studenti a tempo pieno!

    Christian

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    1. Ciao Christian,

      Le mie sono sempre riflessioni a sfondo statistico. Sono d'accordo con te, ci sono grandi uomini e donne che non hanno la laurea, ma "mediamente" non ricoprono ruoli di dirigenza, quindi se dovessi dare una priorità farei come scritto nell'articolo. Certo chiunque volesse fare spontaneamente invece che obbligatoriamente una simile esperienza dovrebbe essere aiutato.

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    2. Sì certo capisco, ho solo colto l'occasione per ricordare che c'è gente che si laurea lavorando a tempo pieno, e devono averne la possibilità :-)
      C.

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    3. Io ho studiato e lavorato per diversi anni, capisco benissimo. In generale, questo non è un paese che aiuta chi vuole studiare comunque...

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  4. Il lupo perde il pelo...

    http://www.dailymail.co.uk/news/article-3230670/Housed-notorious-concentration-camp-Refugees-fled-Europe-better-life-living-former-Nazi-barracks-Buchenwald-thousands-slave-labourers-died-subjected-medical-experiments.html

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