domenica 29 dicembre 2024

Il mondo è bello perché è vario. Altre riflessioni sull'investimento in aziende sottovalutate.


Le mie risposte nel post precedente erano troppo lunghe, e quindi eccomi qua con un nuovo post.

E' curioso come la difficoltà di uno, possa essere la semplicità di un altro. Ho passato tanto tempo a cercare sistemi basati su indicatori, ed alcuni avevano ottime chances di funzionare. Il grosso problema per me era il continuo aggiornamento dei dati, che rendeva tutt'altro che "libero da impegni" questo tipo di investimento. Invece negli anni ho trovato che l'investimento in titoli sottovalutati è incredibilmente preciso, e se non il più redditizio, sicuramento quello che presenta rischi minori e meno lavoro, o meglio dove si possa decidere quando dedicarcisi senza obblighi o scadenze.

Infatti unendo la sottovalutazione all'analisi tecnica, è praticamente e quasi impossibile sbagliarsi.

1) Per cercare le azioni più sottovalutate il miglior metodo in assoluto è guardare il P/E attuale e forward. Cercando valori sotto 10 esce una lista molto ridotta di società. Poi si scartano quelle nei settori in cui non si è bravi a fare le valutazioni. Difficile saper leggere i bilanci di tipologia di azienda. Io ad esempio non so come valutare banche ed assicurazioni, e per quanto mi sforzi miglioro molto lentamente. Negli industriali invece, mi trovo molto meglio. Nel settore FMCG, quello dove ho lavorato, ancora di più. Se non si sanno leggere i bilanci, spesso a questo punto basta applicare l'analisi tecnica.

2) Per evitare la value trap... bisogna aspettare. Aspettare che le perdite nei bilanci rallentino, per capire il vero fair value dell'azienda, o che esca una riorganizzazione che abbia senso. Difficile poi che una blue chip sia una value-trap. Chi dice così di solito ha sbagliato a valutare una azienda. Ad esempio, sapete quanto vale INTEL secondo me? 20.28$. E quanto quota? 20.3$. E quanti pensano che sia sottovalutata? Quasi tutti. Provate ad andare in un forum e chiedere quanto vale una azione di quella società, e perché. Risposte ZERO. Tutti a scrivere che "venti è poco, un affarone!" Senza sapere perchè. Poi la ritrovano a 15 e si sorprendono. In fondo lo dicevano a 30 ed a 25. Quando un titolo sistematicamente scambia sotto il suo valore equo, allora abbiamo sbagliato a calcolarlo. Altro esempio è Campari. Bellissima società, un PE vergognoso però. Esce un testa e spalle telefonato, obiettivo 6€. A 9€ tutti a comprare, titolo che quota ad oggi circa 6€. CVD.

3) Ci sono vari indicatori di bilancio per valutare una azienda. Warren Buffet ne spiega diversi nei suo libri, Graham anche. Alle aziende con migliori indici, va l'allocazione più alta. Se non ci si sente sicuri, si compra una quota standard, ad esempio il 2 o il 5%. Più l'azienda è piccola, più il rischio è alto, e l'allocazione bassa.

4) Se non ci sono abbastanza aziende per allocare il capitale, basta aspettare. In tre anni solitamente spunta fuori il necessario.

5) I portafogli e gli ETF value hanno tutti lo stesso problema: le aziende vengono mal valutate. Nei periodi come questo vengono sopravvalutate, nei periodi di panico sottovalutate. Ecco perché non funzionano, e perché gli ETF dividend performano meglio. Un ETF dividend quality compra azioni di ottime società che prevedono una crescita del dividendo, indipendentemente dalla loro valutazione. Di fatto si basano sul momentum a lungo termine. In periodi come questo vanno alla grande, nei crolli molto meno. Ma come si fa a fare un ETF value dico io! Centinaia di azioni sottovalutate tutte insieme le trovi solo alla fine dei grandi crolli ('29, '01 e '08 ad esempio).

6) Ma poi value o growth che significa? Una azienda buona con un mercato protetto (il famoso moat di Buffet) sottovalutata nel tempo tornerà a fair value e molto probabilmente crescerà.

Si, fare stock picking è un'arte, anche se ci sono delle regole. Ma è un'arte rilassante. Quando hai tempo cerchi un po' di PE bassi, vedi un bilancio a prima vista interessante, e ti metti a scavare. Calcoli il valore equo. Poi aspetti il momento giusto.

Nel frattempo vivi.

Vi presento BATS


Prima del picco del 2017, si era fusa con Reynolds Americans. Mai comprare o restare dentro aziende che hanno fatto enormi fusioni o acquisizioni, sempre meglio guardare da fuori prima. Ecco infatti che il nuovo assetto produce instabilità, conti peggiori e crollo delle quotazioni. Ma l'industria del tabacco è molto redditizia, e BATS è un player indiscusso, con un moat enorme. L'azienda rimane ottima, basta solo aspettare. Come si poteva prevedere nel 2017 un valore equo? Impossibile, le variabili umane delle fusioni sono troppo. Chi rimane, chi viene licenziato, chi cambia ruolo. E' un casino megagalattico. Lo puoi sapere solo se ci sei passato...

Passato il 2020, la situazione si è stabilizzata. Si possono fare i conti. BATS ha un valore equo di 38$ e paga un dividendo di quasi l'8%. E' una blue chips, quindi va comprata il 30% sotto il suo fair value, intorno a 26. E ci arriviamo.


Inizia una fase di accumulazione proprio lì, tra i 28 ed i 34$.

Si compra una azienda solida, con flussi di cassa enormi, che paga il 10% di dividendi senza doppia tassazione. Una volta entrati il lavoro grosso è finito. Bisogna monitorare, per capire se rimanere dentro oppure uscire.

Spero il post vi sia piaciuto.


Buon anno.

Saluti

Ivano

31 commenti:

  1. Ciao Ivano riguardo all'azienda citata (ma si possono fare esempi di altre società) cosa ne pensi dell'etica negli investimenti (essendo l'azienda dell' esempio un'azienda di tabacchi)?
    Ciao e buon anno!

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    1. Ciao Federico. Domanda interessante.

      Nell'esempio specifico io personalmente non ho problemi etici oggi, ma li avrei forse avuti decenni fa. Già quando, ormai più di 10 anni fa, lavorai per Philip Morris, il settore del tabacco era così regolamentato e conosciuto che anche le pietre sapevano che il fumo fa male e può dare dipendenza. Quindi la scelta se fumare o no è una scelta consapevole. Diverso il discorso negli anni '60, quando si usavano i medici per dire che fumare faceva bene, e si sapeva che non era così. Per ciò che riguarda la dipendenza, ognuno di noi ha una dipendenza, e deve farci i conti usando la propria forza di volontà. La mia ad esempio è il cibo. Faccio grandi sforzi per restare in forma, ma lo faccio. E se posso farlo io, credo possa farlo chiunque. Sicuramente, la soluzione non è l'attuale tentativo di proibizionismo. Nella Storia, non ha mai funzionato. Se la gente vuole fumare, troverà un modo per farlo. Ed anche a livello di salute pubblica, preferiamo che la gente fumi sigarette di una grande azienda che sono controllate ed analizzate, oppure roba di contrabbando fatta in qualche capanna nel quarto mondo? Riuscite ad immaginare cosa ci sia nei liquidi delle sigarette elettroniche che arrivano di straforo dal Sol Levante?

      In generale invece il discorso può riassumersi così. Il comprare o no azioni di società che riteniamo non etiche non cambierà in nessun modo la prospettiva di quelle compagnie. Può solo avere dei risvolti a livello personale. Io odio META ed il suo fondatore, perché sta vendendo "droga" come l'industria del tabacco negli anni '50, e consapevolmente. Per questo non ho mai neanche guardato i suoi bilanci. Ho così scoperto troppo tardi, nel 2023, che META sotto i 100$ era un affare di cui ne capitano forse 10 nella vita. E che è cambiato? E' fallita con la mia "resistenza passiva"? Col cavolo, è volata a 600$! La protesta non va fatta dalla parte azionaria, ma da quella consumistica. Odi Facebook? Smetti di usarlo. Odi l'industria del tabacco? Non fumare. Ti sta antipatica la Coca-Cola? Non berla. Puoi essere pieno di azioni Tesla, ma se nessuno compra auto elettriche alla fine quelle azioni diventeranno carta straccia. E' questa l'unica arma per attuare un cambiamento.

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    2. Grazie per la risposta, in effetti è anche vero che se compriamo o no un dato titolo, all'azione cambio poco o nulla

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  2. Carissimi, ho letto delle difficoltà riferite da Ivano per calcolare il fair value nel settore bancario; proprio in questo settore ho effettuato un ingresso meno di un anno fa, e mi riferisco a MPS. Per le mie informazioni, sul piano industriale la considero risanata. Ho incrociato le info trovate su fineco, tradingview, stockviz, il livello attuale dei prestiti è praticamente coperto per intero dai depositi, che costano pochissimo alla banca. A differenza di eventuali finanziamenti recuperati attraverso emissioni obbligazionarie, dove creare la provvista costerebbe molto di più, anche in considerazione della reputazione aziendale e degli immensi guai arrecati in passato.
    Per il modo in cui fa credito adesso, con l'attuale management, e per come si procura i capitali, il margine d'interesse è spettacolare.
    Agli attuali livelli di prezzo ha un P/E implicito di poco superiore a 4 ma, visti i risultati del 1°sem.2024, se minimo minimo li replica anche nel 2°sem. ho calcolato un P/E forward di 2,20. Se non fosse per l'incertezza su chi comanderà nella banca, una volta dismessa completamente la quota pubblica, sarebbe da comprare a mani basse. Se i tassi BCE dovessero dimezzare dai livelli attuali, resterebbe un P/E prospettico, a parità di altre condizioni, inferiore a 5. Cosa ne pensate? Tanti cari auguri di Buon2025 a tutti voi. Moris

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  3. Trovo alquanto stimolante questo tipo di confronto su tecniche d'investimento molto differenti tra loro, ma tutte ugualmente valide.
    Secondo me la cosa più importante negli investimenti (e forse anche nella vita) era incisa sull'antico tempio di Apollo a Delfi, in Grecia, più di 2000 anni fa: “gnōthi sauton”, ossia "conosci te stesso". Quel che voglio dire è che ognuno deve trovare la strategia d'investimento che meglio si adatta alla propria personalità, che lo fa dormire sonni tranquilli e sentire a proprio agio. A seconda del tipo di strategia cercata cambia ovviamente anche il tipo di aziende che si andranno a guardare e studiare nel dettaglio.
    Per esempio a me, quando investo in azioni, piace il movimento. Per questo mi piacciono tantissimo i portafogli azionari basati sul momentum e sulla forza relativa. La regola base del momentum è "compra alto per vendere ancora più alto", esattamente l'opposto del valore che suggerisce di comprare basso per vendere alto. Consiste nel cercare azioni che si stanno muovendo in alto più di altre e metterle in portafoglio per venderle non appena lo slancio svanisce. La trovo semplice perchè è facile da gestire e altamente redditizia in particolare nei mercati toro. E' facile da gestire perchè non richiede analisi fondamentale dei titoli e neppure particolare nozioni di analisi tecnica. Non si entra mai sui minimi, non si esce mai sui massimi, quel che bisogna invece fare è riuscire ad intercettare almeno una porzione di crescita del titolo ed uscire una volta che smette di salire. Non è neanche necessario cercare di capire perchè il momentum sul titolo esista, l'importante è che ci sia. Diventa invece fondamentale saper individuare lo slancio. Una volta fissato l'universo da cui selezionare i titoli (a me piacciono quelli americani del Nasdaq 100 e dello S&P 100 per via del loro maggiore potenziale di crescita), basta individuare una qualche misura di momentum (rendimenti tra 3 a 12 mesi vanno tutti bene, ma per le azioni io preferisco la regressione esponenziale annualizzata a 90 giorni), basta comprare per esempio i primi 10 titoli equipesati col momentum più alto, rivedere ogni fine mese e vendere per esempio quei titoli che sono usciti dai primi 20 sostituendoli con i nuovi. Tutto qui. Non mi interessa se l’azione viene classificata come growth, value o di qualità, tutte sono buone se stanno crescendo. Certo bisogna sapere cosa fare quando il mercato crolla (io preferisco uscire e mettere in pausa la strategia, ma qualcuno più giovane potrebbe solamente preferire ridurre le posizioni esistenti o non aggiungerne di nuove). Bisogna anche sapere come comportarsi durante quelli che vengono chiamati “crash del momentum” (sono i periodi immediatamente successivi ad uno storno profondo e repentino (tipo periodo Covid), durante i quali le regole del momento vanno sostanzialmente invertite (cioè si devono comprare i titoli che più hanno perso nel periodo precedente). Fatto questo si ha in mano una strategia redditizia che funziona piuttosto bene per la maggior parte del tempo. Chiaramente c’è un minimo di lavoro da fare e i titoli che entrano in portafoglio non sono mai tenuti “per sempre” come nel buy and hold.
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    Moris sembra invece preferire una strategia d’investimento maggiormente basata sulla qualità (aziende con elevata crescita del fatturato, capaci di generare alti flussi di cassa, con importanti vantaggi competitivi che permetteranno loro di continuare ad essere vincenti anche nei prossimi decenni e quant’altro). Questa è un’altra ottima strategia che piace molto anche a me. Di solito qui si finisce per concentrarsi in large o big caps il cui ciclo di vita è già nella fase di maturità anche se l’azienda sta continuando a crescere. Trattandosi di ottime aziende che tutti vogliono detenere vengono quasi sempre scambiate a premio però. Come fare ad intercettarle? L’ideale, sempre secondo me, è crearsi una watchlist di almeno 50 – 100 aziende di qualità che si desidera detenere e attendere una flessione di medio - breve termine del loro prezzo. Acquistare sui pullback e lasciar correre i guadagni via via che si accumulano è probabilmente la cosa più vicina ad una vera strategia di buy and hold; in particolare, nel caso in portafoglio siano presenti titoli diversificati su più settori, la loro detenzione potrebbe anche essere “per sempre”.
    Ivano invece si trova a suo agio in una terza ottima strategia basata sull’acquisto di aziende sottovalutate in settori nei quali è bravo a calcolare il fair value dell’azienda, che ha ben spiegato nei due ottimi articoli pubblicati. Studio dei bilanci in completo relax, analisi tecnica per l’ingresso e tanta tanta pazienza in attesa dei risultati. Ah Ivano, a proposito del famoso “moat” (fossato) di Warren Buffet, a cui hai fatto cenno nell’articolo, non so se conoscevi l’esistenza dell’ETF americano MOAT (mi pare che ne esista una versione con lo stesso nome quotata anche sulla borsa di Milano) che mira ad investire in aziende col più basso rapporto prezzo di mercato/fair value: forse consultando il portafoglio dell’ETF potrebbe servirti da spunto per le tue indagini di valore.

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    1. Conosco MOAT ma alla fine mi sembra che renda come sp500, anche se con meno volatilità. Credo che il problema sia lo stesso menzionato negli articoli: troppo ottimismo o pessimismo nelle proiezioni dei fair value. Già prendo spunti da morningstar comunque per identificare le aziende sottovalutate. E' il più usato insieme a finviz. Una novità è che da inizio 2024 ci sono due ETF su Milano che replicano 1) l'indice wide moat come l'etf americano e 2) lo stesso indice ma per small e mid cap.

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  5. E' già terminato il rialzo del Bitcoin? E se no, quando potremmo aspettarci il picco delle quotazioni prima del prossimo drawdown?
    Per capirlo dobbiamo analizzare il ciclo del BTC ed introdurre il concetto di halving. L'halving è un evento che si verifica all'incirca ogni quattro anni e consiste nel dimezzamento della ricompensa del mining per ogni nuovo blocco minato. I dimezzamenti riducono la velocità con cui vengono create nuove monete e quindi diminuiscono la quantità disponibile di nuova offerta, il che comporta un aumento della scarsità di BTC e agisce come boost del suo prezzo, a parità di altre condizioni di mercato.
    https://www.tradingview.com/x/hZ4N7Wcl/
    In questo primo grafico possiamo vedere chiaramente come si muove il prezzo del BTC tra un halving a l'altro. Dopo ogni halving c'è una prima fase di assestamento a cui segue un bull run che porta ogni volta il prezzo ad un livello superiore rispetto a quello raggiunto durante l'halving precedente. Il massimo di questa corsa tende a verificarsi dopo circa 80 settimane (due anni) dalla data dell'halving, dopodichè il prezzo inizia bruscamente a scendere e tende a raggiungere il minimo intorno alla centotrentacinquesima settimana dall'halving, non scendendo comunque mai al di sotto del minimo toccato nel ciclo precedente. Arrivati a questo punto il prezzo tende a stabilizzarsi, inizia una nuova fase di accumulazione e il ciclo tende a ripetersi.
    Come possiamo vedere oggi siamo ancora ben distanti dal picco.
    Nella parte sotto del grafico possiamo vedere il NUPL, ossia i BTC mantenuti in profitto dai traders a lungo termine, ed anche qui si nota che non ancora stati raggiunti i picchi precedenti.
    https://www.tradingview.com/x/TdVo8NR1/
    Nella parte sotto di questo nuovo grafico possiamo invece vedere l'MVRV, che è un indicatore di ipercomprato o ipervenduto di BTC. Anche l'MVRV è ancora lontanissimo dai picchi raggiunti nei picchi precedenti.
    Quello che purtroppo non si vede dai grafici sono i guadagni dal minimo al massimo di ogni ciclo: primo ciclo = 8.450%; secondo ciclo = 2.750%; terzo ciclo = 577%; ogni nuovo ciclo di dimezzamento è dunque meno esplosivo del precedente e la crescita sta rallentando. Questo poiché le dimensioni del protocollo aumentano in termini di capitalizzazione di mercato e maturità della classe di attività, anche se ogni ciclo aumenta comunque in modo significativo. Ciò è abbastanza intuitivo da capire, se non altro per la legge dei grandi numeri: ci vogliono pochi soldi per spostare l'ago di un piccolo investimento, ma molti soldi per spostare l'ago di un grande investimento. In altre parole è più facile per la rete passare da 20 milioni a 200 milioni di dollari (che richiedono qualche migliaio di appassionati), che passare da 200 miliardi a 2 trilioni di dollari (che richiedono l'adozione della vendita al dettaglio di massa e/o un ampio buy-in istituzionale).
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    La variabile sconosciuta per quanto bene BTC seguirà tale modello durante questo ciclo di dimezzamento è il lato della domanda. L'offerta di Bitcoin, inclusa l'offerta futura a una data certa, è nota a causa del modo in cui funziona il protocollo. Il periodo storico di questo modello comporta una domanda di Bitcoin in rapida crescita su base percentuale, passando da una domanda quasi nulla a una domanda di nicchia internazionale con anche un certo interesse istituzionale iniziale.
    Se la domanda cresce più lentamente in termini percentuali rispetto al passato, è probabile che il prezzo non raggiunga le proiezioni del modello storico negli anni a venire, anche se segue la stessa forma generale. Questo sarebbe il mio caso base: rialzista con un aumento a nuovi massimi storici dai livelli dell'halving entro due anni, ma non necessariamente un aumento di 10 volte entro due anni. D'altro canto, non possiamo escludere il caso rialzista di moonshot se la domanda cresce bruscamente e/o se qualche evento valutario macro globale aggiunge un altro catalizzatore.
    Tenete presente che tutto questo è solo un modello. Ho una convinzione moderatamente alta che la forma generale dell'azione dei prezzi si ripeterà in questo quarto ciclo in linea con il modello storico, ma per la portata di questo nuovo ciclo si possono solo fare supposizioni.

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  7. Carissimi, benritrovati. Grazie a ognuno per le interessanti analisi che attendo e leggo sempre con interesse. Sono occasioni di confronto preziose.
    Riprendo un concetto richiamato da Fabio in un suo precedente post. Consultare il portafoglio di alcuni specifici ETF può servire da spunto per le indagini di valore . E' quanto faccio da tempo. Ho passato al setaccio le posizioni nei ptf di questi fondi a replica automatica:
    - 1 i tre VanEck Morningstar US Wide Moat UCITS, nelle versioni US, Global, Small&mid Cap
    - 2 SPDR S&P Developed Quality Aristocrats UCITS
    - 3 iShares Listed Private Equity UCITS
    è vero che sono tante le aziende da controllare ma, come ricorda Peter Lynch, chi smuove più pietre ha maggiori chance di trovare qualcosa di utile. In realtà, la mia è una ricerca di secondo livello, pesca in gruppi (di qualche centinaio di società) già scremati alla fonte da gestori professionali tra migliaia di realtà quotate a livello mondiale. Inizio dalle revenues, se crescono in modo costante in un lungo periodo di tempo sono un primo e forte indizio di continuità aziendale nella creazione di ricchezza. Può trattarsi di ottimi business, condotti da gente capace. Poi passo alle altre verifiche, margini di profitto, livelli di indebitamento, prezzo di mercato in termini di P/E attuale e forward per valutare quanto una società sia cara adesso e in prospettiva, copertura degli eventuali dividendi, presenza di flussi di cassa positivi. E' un hobby impegnativo, richiede tempo, concentrazione ma la passione per questi argomenti aiuta. L'obiettivo minimo è individuare nel tempo circa 30 società con una marcia in più, rimanere investiti molti anni, salute e carta d'identità permettendo, diversificando tra vincenti e, se possibile, rimanendo esposti a più valute forti. Ho inserito il private equity nel monitor degli etf a cui attingere per allargare indirettamente l'orizzonte, tramite operatori specializzati in questo settore economico, ai business "not public", ovvero a quelle realtà che non sono accessibili tramite borse valori. Un caro saluto vi raggiunga tutti. Buona giornata, Moris. Ps. in questi giorni, mi sto organizzando per tornare su MPS e mediare al rialzo. Come accennato in altro post, credo che la partita sia aperta, e nell'arco di tre/cinque anni possa emergere ulteriore valore, soprattutto se verrà gestita come azienda, generatrice di profitti, e non come riferimento per qualche consorteria politica di turno.

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    1. Ciao Moris, dopo la mesta notizia dell’impossibilità di poter investire in CEF (Closed End Fund) con Freedom24 dello scorso anno (avrebbero dovuto costituire una fetta importante del mio portafoglio pensionistico una volta venduti i Treasuries), come buon proposito per il 2025 ho deciso allora di concentrare i miei sforzi su quello che potrebbe essere uno dei migliori metodi d’investimento ai fini pensionistici, ossia la creazione di un portafoglio di importanti blue chips leader di mercato (valore di mercato, vendite e flusso di cassa libero molto superiori alla media dell’universo) con il più alto shareholder yield (rendimento per gli azionisti). Finora ho buttato giù solo alcune linea guida di cosa vado cercando:
      1) aziende con almeno 10 anni consecutivi di crescita dei dividendi e con pagamenti regolari e puntuali come un orologio svizzero : calcolo il tasso di crescita degli ultimi 5 – 10 anni (che voglio sia almeno dal 4 - 5% in su) e verifico che quel tasso sia mantenuto, o meglio aumentato, negli ultimi 1 – 3 anni; mi interessa anche che il payout ratio non sia troppo elevato (di sicuro meno dell’80%, meglio se tra il 50 – 60%) in modo da poter avere una buona affidabilità che l’azienda continuerà a far crescere quel dividendo anche in futuro senza bloccarlo o tagliarlo e, nello stesso tempo, mantenga denaro all’interno da poter reinvestire nell’attività o fare nuove acquisizioni. Non guardo tanto all’ammontare del dividend yield (tra il 2% e il 3% è solido, sopra il 4% comincia ad essere una resa piuttosto elevata) ma quello che mi interessa di più è la rapidità con cui cresce e, soprattutto, quanto è affidabile questa crescita (in particolare, se l’azienda ha aumentato i dividendi da tanti anni, mi interessa guardare a cosa è successo al dividendo durante l’ultima recessione);
      2) aziende in cui il tasso di crescita del loro prezzo in borsa è rimasto indietro rispetto al tasso di crescita del dividendo; guardo sia periodi lunghi (fino a 10 anni), che periodi brevi (1 – 3 anni). Se l’azienda è solida questo è un sintomo di sottovalutazione; guardo che anche il P/E non sia troppo elevato e che il settore in cui opera l’azienda sia in crescita;
      3) aziende con un buon rendimento da dividendo coperto però dal flusso di cassa, non di una volta sola ma di parecchie volte (più sono meglio è); aziende con utile netto che copra possibilmente ogni anno l’ammontare dei dividendi pagati;
      4) aziende che stiano riducendo il loro debito, soprattutto se il loro debito totale è piuttosto elevato; cerco soprattutto di evitare quelle aziende che tendono ad indebitarsi per riacquistare azioni proprie. Mi piacciono invece le aziende che emettono debito sotto forma di obbligazioni per migliorare i loro rendimenti sul capitale proprio. Prendono in prestito denaro a un tasso di interesse basso e investono quel denaro in progetti che producono tassi di rendimento più elevati, intascando la differenza. Ma qui è un sottile equilibrio tra l'uso di una leva finanziaria appropriata e troppa leva finanziaria. Un'azienda può usare il denaro in entrata per ridurre la sua leva finanziaria quando è ideale farlo. Guardo il rapporto Debito totale/Capitale proprio (patrimonio netto totale), per avere un’idea del livello di indebitamento delle aziende, il rapporto Debito totale/EBITDA e il rapporto di copertura degli interessi per avere una comprensione più completa della loro situazione finanziaria e confronto tali cifre con quelle dei concorrenti dell’azienda;
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      5) aziende con un ampio margine di utile: guardo al business dell’azienda dal punto di vista qualitativo e mi chiedo se Il loro prodotto o servizio possa essere quasi certamente richiesto tra 10-20 anni, oppure è a rischio di cambiamenti tecnologici o culturali nel prossimo futuro. Aziende leader nel loro settore, con bilanci solidi per resistere alle battute d’arresto e protette da un ampio moat, generano sempre ROIC molto superiori rispetto alla concorrenza per lunghi periodi di tempo (io voglio ROIC costantemente dal 12% in su);
      6) aziende impegnate in programmi di riacquisti di azioni proprie per aumentare il valore di ogni azione rimanente, ma coperti da flusso di cassa libero e utile netto. Qui la regola è che lo shareholder yield dell’azienda deve essere maggiore del dividend yield, altrimenti l’azienda viene scartata;
      7) aziende con merito creditizio “investment grade”;
      8) diversificazione a livello sia di settore che di paese. Nell’elenco vorrei includere, senza eccedere però, anche qualche buon REIT (real estate investment trust), MLP (master limited partnership) e BDC (business development company), scegliendo tra quelli con il minor debito e i rating di credito più alti, ma devo ancora definire i parametri di scelta perché qui la storia è diversa.
      Per ora non mi viene in mente altro, ma ho intenzione di tornare sull’argomento in futuro. Per quanto riguarda gli ETF da cui prendere spunto, oltre a tutti gli ETF di crescita dei dividendi e a MOAT, segnalo anche gli americani ITAN (Sparkline Intangible Value ETF), TOLL (Tema Monopolies and Oligopolies ETF) e PKW (Invesco Buyback Achievers ETF).

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  8. Nella community di trading tradingedge.club, alla quale sono iscritto, recentemente è stato condiviso un video con una strategia d’investimento a lungo termine basata su regole che utilizza lo stesso indicatore macro che ho utilizzato qui http://www.borsole.it/2024/10/bitcoin-ha-rotto.html#comment-form (vedi mio commento del 22/11/2024 ore 17.21), ossia gli spread creditizi ad alto rendimento (BAMLH0A0HYM2). Il video dura un’ora, quindi riassumo brevemente le regole della strategia e i suoi risultati.
    Il metodo dell'autore attiva o disattiva il rischio in base agli spread creditizi ad alto rendimento. Nel suo esempio, usa SSO (un ETF S&P 500 con leva 2x) quando la strategia è risk on e i contanti quando è risk off. Le regole sono queste: quando gli spread creditizi crescono del 40% da un loro minimo recente e salgono sopra la loro media mobile esponenziale a 330 giorni, allora la strategia passa in contanti; quando calano del 35% da un loro massimo recente allora si investe in SSO. Da luglio 2007 ad oggi, sempre secondo l’autore, mentre lo S&P 500 ha fatto un x3,8, la strategia ha realizzato un buon x24.
    Avendo ormai maturato una certa esperienza nell’implementazione di strategie di questo tipo, prendendo spunto dal video, ecco come sono riuscito a migliorare i risultati portando quel x24 ad un notevole e sbalorditivo x102! Innanzitutto ho dovuto cambiare le regole, perché la nozione di massimo e minimo recente non è ben definita. Ho utilizzato 3 ETF anziché uno solo: QLD (Nasdaq leva 2x), XLK (ETF settoriale americano sulla tecnologia) e UUP (da utilizzare nei periodi di risk off). Gli analoghi ETF quotati sulla borsa di Milano sono LQQ e SXLK, mentre UUP è disponibile solo su eToro. Poi ho utilizzato EEM come asset canarino, come proxy per il passaggio da ETF a leva a ETF senza leva. Infine ho preferito utilizzare la media mobile semplice a 330 giorni, perché più performante nei miei test.
    Ecco le regole:
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  9. CONTINUAZIONE
    1) impostare BAMLH0A0HYM2 daily su tradingview;
    2) una volta che max drawdown a 200 giorni di BAMLH0A0HYM2 è maggiore del -30% (impostare l’indicatore Drawdown over Window (in percentage) su tradingview e settarlo a 200 come periodo) allora:
    2a) Se EMA 200 (media mobile esponenziale) di EEM è maggiore di SMA 200 (media mobile semplice) di EEM investi in QLD;
    2b) altrimenti investi in XLK;
    3) nel momento in cui però si verificano entrambe le seguenti 2 condizioni:
    3a) il ROC a 85 giorni di BAMLH0A0HYM2 è più grande del 15% e contemporaneamente
    3b) il valore corrente di BAMLH0A0HYM2 è maggiore della sua SMA a 330 giorni, allora si esce e si investe in UUP.
    Backtest della strategia da 1/3/2007 a 7/1/2025 (prima colonna strategia, seconda colonna S&P 500 buy and hold)
    CAGR: 29,8% 10,5%
    St. dev.: 25,0% 19,5%
    Max dr.: - 26,8% - 55,2%
    Sharpe: 1,17 0,6
    Sortino: 1,61 0,83
    Ritorno cumulativo: 10.341,3% 489,3%
    Su 100 $ investiti l’1/3/2007: (10.341,3 – 100)/100 = x102,41
    La strategia non ha avuto un solo anno negativo nell’intero periodo campione, contro i 3 negativi dello S&P 500 (2008, 2018 e 2022). E’ impressionante! Questa è la strategia che usa solo ETF in assoluto più performante che abbia mai visto.
    Per chi desiderasse utilizzarla, trattandosi di una strategia comunque a leva, consiglio di utilizzare solo una piccola frazione del proprio capitale totale investibile.

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    1. Buonasera Fabio, questa tua ultima strategia, gia' a leggerla, e" avvincente come un romanzo....appena avro" tempo faro" mente locale; il backtest e" strabiliante, al meglio delle mie possibilita' di comprensione, cerchero" di farmi un"idea, indagare i fattori in gioco. Di norma, le cose che funzionano bene, hanno basi solide. E mi tocca risparmiare. Alla prima occasione, pensavo di cavarmela a buon mercato, con una pizza. Hai diritto a delle ostriche :)) un caro saluto raggiunga ognuno. ALLA prossima. Moris

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    2. Il fattore in gioco è solo uno: quando gli spread creditizi sono bassi e al di sotto di una certa soglia si investe in azioni a leva, quando tendono a crescere ma non sono ancora in zona pericolo si investe in azioni non a leva, quando crescono troppo rapidamente e superano una certa soglia si investe in un asset difensivo decorrelato dalle azioni che però non risente dell'andamento dei tassi come le obbligazioni.

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    3. Interessante come sempre Fabio, grazie.
      Spero di non dire una sciocchezza, ma l'ETF UUP sembra essere replicato abbastanza bene su Borsa Italiana da FEDF di Amundi, che segue però il Federal Funds Rate.

      Una buona giornata a tutti,
      Max

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    4. Non me ne ero mai accorto, ma sì è vero. Grazie per la segnalazione Max.

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  10. La politica monetaria statunitense sta diventando ormai un teatrino!

    Solo nel 2024 il governo degli Stati Uniti ha speso 6,75 trilioni di dollari, emettendo titoli di stato per un valore equivalente, su cui sta pagando una cifra enorme di interessi dati gli alti tassi.

    L'ammontare delle insolvenze sulle carte di credito in America sono passate a 46 miliardi di dollari nei primi 9 mesi del 2024, più che raddoppiando negli ultimi due anni https://www.foxbusiness.com/economy/us-credit-card-defaults-soar-highest-level-14-years e si stanno avviando rapidamente a raggiungere i livelli della crisi del 2008. La Federal Reserve di New York ha segnalato che il debito delle carte di credito degli americani ha raggiunto un altro record a settembre 2024, salendo a 1,17 trilioni di dollari nel terzo trimestre e segnando il livello più alto mai registrato nei dati della Fed a partire dal 2003; gli interessi pagati sulle varte di credito sono ben oltre il 20% https://www.lendingtree.com/credit-cards/study/credit-card-debt-statistics/

    In questo scenario, aumentare i tassi d'interesse, per la Fed, sarebbe come gettare un fiammifero in un pozzo petrolifero...eppure c'è chi inizia a dire che la Fed non solo non ridurrà i tassi, ma potrebbe iniziare ad aumentarli di nuovo... https://www.morningstar.it/it/news/259108/la-fed-alzer%C3%A0-i-tassi-di-interesse-nel-2025.aspx



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    1. C'è da ammettere che si sono dimostrati campioni di calcio al barattolo fino adesso

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  11. E' di opinione comune che il bitcoin dovrebbe rappresentare un indicatore abbastanza buono per il rischio del mercato, così come per la sua liquidità generale. Mi è così venuta l'idea di provare a testare in qualche modo questa supposizione e, al proposito, ho deciso di utilizzare semplicemente gli incroci del prezzo del BTC con la sua media mobile a 200 giorni come segnali di risk on/risk off del mercato azionario (ETF SPY). Ho scoperto che il metodo funziona alla grande e i risultati del backtest sono stati molto superiori alle aspettative. Il modello non solo tiene il passo con il buy and hold dello SPY quanto a rendimenti, ma lo fa con rischi notevolmente ridotti. Sorprende anche che dal 2015 al 2024 non abbia mai chiuso un anno in negativo, contro i 2 negativi del buy and hold SPY (2018, 2022).
    Ancor più incredibile, e non me lo sarei mai aspettato, è che il sistema fa anche molto meglio rispetto al classico uso degli incroci di SPY con la sua media mobile a 200 giorni (3 anni in negativo: 2015, 2018 e 2022).
    Ecco i risultati del backtest fatto con portfoliovisualizer, periodo 2015 - 2024
    (prima colonna metodo incroci SMA 200 BTC, seconda colonna SPY buy and hold, terza colonna metodo incroci SMA 200 SPY):
    CAGR: 12,46% 12,95% 10,28%
    St.dev.: 10,29% 15,36% 11,34%
    Best year: 22,46% 31,33% 28,75%
    Worst year: 1,69% -18,23% -13,54%
    Max draw.: -13,39% -23,95% -14,20%
    Sharpe: 1,03 0,76 0,77
    Sortino: 1,95 1,19 1,24
    Correlazione SPY: 0,67 1,00 0,78
    Questa correlazione quasi predittiva tra Bitcoin e mercato azionario continuerà in futuro? Non lo so, certo che i risultati del test sono stati alquanto sorprendenti.

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    1. Questo dimostra ciò che discutevo con Attilio. BTC è un asset legato alla borsa. Finche tale relazione esiste, difficile pensare che si comporti da oro digitale.

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    2. Ciao Fabio, e' possibile effettuare un backtest 2.0 , sostituendo SPY con Coinbase? Utilizzando gli incroci di Bitcoin rispetto alla sua Sma a 200gg per individuare una situazione riskOn/riskOff rispetto alla singola azione Coinbase? Molte grazie. Saluti. MORIS

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    3. Ciao Moris, sì è possibile ma ha poco senso perchè c'è troppo poco storico.
      Comunque strategie così semplici non funzionano tanto bene per asset così volatili. Se vuoi qualcosa che replichi bene il BTC riducendone però la volatilità di 2,5 volte, il drawdown di 3 volte e stando a mercato meno del 15% del tempo basta che batti un colpo .... ce l'ho, ma va seguita ogni giorno.
      Ecco il risultato del backtest aggiornato al 10/1/2025 con inzio 11/7/2016. ETF utilizzato GBTC, sostituibile per noi europei con l'ETP BITC. Nei momenti in cui è fuori mercato ho usato come asset difensivo SHV (sostituibile con IS0F). Effettuare il trade il giorno del segnale, alla chiusura. Prima colonna strategia, seconda colonna GBTC buy and hold:
      CAGR: 57,4% 63,1%
      St. dev.: 34,0% 86,2%
      Max draw.: -29,6% -89,9%
      Sharpe: 1,50 0,99
      Sortino: 2,72 1,48


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    4. Mi sono dimenticato di aggiungere che, come potete vedere dal backtest, al momento la strategia è indietro rispetto al BTC perchè siamo in uptrend. Al prossimo drawdown profondo di BTC torna a passare davanti.

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  12. Carissimi, bentrovati e buona domenica. Avevo provato a postare ieri sera tardi. Ho fatto pasticci prima di inoltrare il messaggio. Riprovo, sulla correlazione anticipatoria del bitcoin, ho letyo gli esiti del backtest rispetto a Spy. E' possibile fare un ulteriore backtest, confrontandolo con un singolo titolo azionario, Coinbase? Un caro saluto. Moris

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  13. Ancora sulle politiche della Fed.
    https://fred.stlouisfed.org/seriesBeta/RRPONTSYD
    Questo grafico, di cui avevo già parlato tempo fa, è la prova di come Powell da una parte predichi bene e dall'altra razzoli male.
    Per motivi politici Powell da una parte fa finta di esitare a tagliare i tassi in modo deciso per paura dell'inflazione, mentre dall'altra, in modo nascosto, sta iniettando ininterrottamente liquidità nel sistema svuotando i conti repo (dove le banche prendono liquidità per regolare i bilanci a fine giornata). La curva discendente del grafico mostra la riduzione di liquidità repo che viene reimmessa nel sistema. Sono 2 anni che la Fed immette liquidità in questo modo nascosto e finora la liquidità uscita dai conti repo supera i 2 trilioni. Tuttavia le crepe iniziano a formarsi nel sistema finanziario (ed è proprio per questo che Powell immette liquidità in modo nascosto). Naturalmente, questa postura rigida sui tassi ha effetti a catena a livello globale, perché fa aumentare troppo il valore del dollaro. Un dollaro forte, ad esempio, presenta sfide significative per la Cina. Pechino infatti affronta un crollo deflazionistico massiccio, causato dalla crisi immobiliare, e per mantenersi a galla deve iniettare liquidità su larga scala. Ma farlo in un momento in cui la postura di Powell mantiene eccessivo il valore del dollaro, rischia di svalutare troppo lo yuan. Ecco quindi che abbiamo un'economia globale affamata di liquidità, dove le banche centrali, per motivi politici, non sono disposte ad agire di conseguenza abbassando i tassi con la dovuta prontezza. Questo è il problema fondamentale che i mercati devono affrontare oggi. La storia però dimostra che, senza liquidità, le pressioni deflazionistiche prima o poi prendono piede, minacciando la stabilità finanziaria e i cambi tra le principali valute. E quindi, prima o poi, le banche centrali tornano sempre alla stampa di denaro, per evitare il peggio.
    Non è questione di se, ma di quando.

    Segnalo anche questo interessante articolo di Michael Lebowitz, nel quale spiega molto bene le differenze tra rendimenti obbligazionari basati sui fondamentali economici e aspettative di rendimento basate sul sentiment.

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    1. Ecco il link
      https://realinvestmentadvice.com/resources/blog/why-are-bond-yields-rising/

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  14. Buongiorno a tutti,
    per rimanere sui fatti di questi ultimi giorni,
    che impressioni ricavate da una lettura così?
    https://www.corriere.it/oriente-occidente-federico-rampini/25_gennaio_20/la-longevita-e-l-economia-spingono-il-modello-usa-ma-gli-americani-sono-divisi-c04d2728-1b40-42c2-8ba2-15f46ba8fxlk.shtml
    Un caro saluto vi raggiunga. Moris

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    1. A parte che vabbè, Rampini... Praticamente dice: gli indicatori sono tutti a palla ma la gente è infelice e sfiduciata. Oiboh! Ma sarà che i dati sono manipolati? Fosse mai! Pensieri complottisti.

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    2. Poi pure la boiata che Putin è geloso, le autocrazie in fallimento... Questo se non faceva il giornalista pagato col finanziamento pubblico finiva come un barbone secondo me.

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