mercoledì 3 luglio 2019

Gut feeling (sesto senso)


Foto credit link. Torno da una lunga settimana a Mosca.

Vado in aeroporto quasi tre ore prima del volo, visto che a Valencia ci avevo messo quasi due ore per fare tutta la trafila.

Nonostante tutto, quelle ore da sole non sarebbero bastate per non perdere l’aereo.

Ho dovuto far ricorso alla mia faccia da cane bastonato e a innumerevoli esperienze di volo per farcela.

Il fatto è che i russi devono avere qualche problema col concetto di check-inSia i passeggeri che le impiegate. Devono registrare un bagaglio e darti una carta d’imbarco. Invece per loro sembra che sia un affare di stato. Ogni persona una discussione, le hostess che si attaccano al telefono per chiamare non si sa chi, la gente con bagagli smisurati rigirati nella pellicola da cucina oppure che spediscono scatole di cartone, persone che vengano autorizzate dalle impiegate a saltare la fila non si sa bene per quale motivo (soprattutto perché gli annunci li fanno solo in Russo). Due sportelli per tipo trecento persone, per tutti i voli in partenza della stessa compagnia. Una follia, forse un retaggio comunista, dove le file interminabili erano la norma. Chiaramente il check-in online di Aeroflot non funzionava.

Neanche a Cuba ho visto roba simile, e si che li il regime comunista formalmente ancora c’è.

Fatto sta, che dopo un’ora in coda, arrivo quasi agli sportelli.

Dietro uno, c’è una ragazza dall'aspetto timido, capelli sciolti, tratti orientali, silenziosa. Nell'altro un vero retaggio da film del KGB anni ’80. Capelli legati, schiena dritta, sguardo severo ed intimidatorio. Più che al check-in l’avrei vista bene seduta a condurre un interrogatorio, magari con un batteria dell’auto legata a due fili bagnati. Il mio sesto senso, ma credo quello di molti altri, mi diceva che la signorina orientaleggiante era decisamente la scelta migliore, e che dovevo accodarmi lì.

Ma la ragione invece contava quindici persone in fila da lei, ben otto in più dell’altra. Alla fine ha vinto la ragione, e mai scelta fu più sbagliata. Nello stesso tempo in cui la timida signorina ha sbolognato almeno una  trentina di persone, l’altra ne aveva fatte a malapena cinque, facendo passare davanti almeno tre famigliole con pargoli ed enormi bagagli al seguito (di cui la maggior parte fuori norma, che non aiutava di certo a sbrigare le pratiche). Insomma è finita che mi sono buttato cafonescamente nell'altra fila, saltando molte teste senza permesso e poche altre chiedendolo. Questo giochino mi ha fatto perdere quella mezzora che quasi mi manda nella merda più totale, considerando che mancava ancora il controllo passaporti e la sicurezza.

Terminata questa fase operativa, il mio cervello, mortacci sua e della sua scelta, ha iniziato a pensare al seguente dilemma: istinto o ragione. Cosa ci fa agire d’istinto e cosa no? E’ giusto seguire il proprio sesto senso, oppure sempre meglio ragionare sulle cose?

La memoria mi ha rimandato a diversi anni fa, ad un libro che consiglio a tutti, “Thinking fast and slow”, del premio Nobel Daniel Kahneman's. Il libro parla di come il nostro cervello prende le decisioni e della differenza tra una scelta ragionata ed una “di pancia”, affermando in pratica che quando sentiamo una vocina con una risposta che ronza in testa, dopo sole poche frazioni di secondo, nella maggioranza dei casi quella decisione è tutt'altro che presa con leggerezza o a caso. Senza che ce ne accorgiamo il nostro cervello elabora miriadi di dati, ma molto, molto, mooooolto più velocemente che con la via razionale. L’istinto è più scientifico di quello che sembra, ed allo stesso tempo è un canale con l’universo, con l’infinito.

Spaziale no?

Un libro molto in voga, al tempo e tutt'ora, tra dirigenti di marketing e scienze dei consumatori. Un posto d'onore sulla mensola insieme al "Principe" di Machiavelli e a "L'arte della guerra" di Sun Tzu.

Non so quante operazioni di borsa vincenti ho mancato per non fidarmi del mio istinto, sicuramente di più di quelle perdenti. Ma attenzione, questo non accade come erroneamente molti pensano per puro caso. Dovete avere la preparazione necessaria sull'argomento, perché come detto prima, il nostro cervello non spara la soluzione ad minchiam, ma attraverso l'elaborazione dei dati che ha, solo molto più velocemente, ed attingendo anche a conoscenze che esulano dal campo stesso in cui la decisione da prendere può essere catalogata.

Guardate suonare uno strumento da un musicista e capirete cosa voglio dire. Movimenti perfetti, pensieri che si sono spostati in maniera definitiva dalla parte analitica del cervello a quella super veloce dell'istinto. Nuove sinapsi pronte, rapide e dedicate a quello specifico compito. 

Nel mio caso, il mio cervello sapeva che l’atteggiamento della timida signorina valeva molto di più di otto persone in fila. Sapeva che non era solo un problema di matematica, ma anche di scienze comportamentali.

Attaccare la parte veloce o quella lenta ma razionale del nostro cervello, è anche la tecnica sempre più usata dai markettari per venderci inutili prodotti. Un motivo in più per chi cerca di scalare marcia, come spero i lettori di questo blog, per informarsi su come funziona il pensiero decisionale. In questo caso dunque si cerca di saltare il meccanismo del ragionamento veloce ma analitico, inceppandolo o facendolo deviare su quello della ragione pura che però non ha il tempo di elaborare a dovere. E questo si fa giocando con le emozioni, che mandano in tilt tutto questo sistema. Quante volte la paura vi ha bloccato all'apertura di un buon trade, soprattutto agli esordi? Quante volte mentre sistemavate la spesa, vi siete chiesti perché diavolo avete comprate quelle schifose merendine che possono solo farvi venire il diabete, ma che vi ricordano una casa in campagna immersa nel verde e abitata da persone felici?

Imparare a usare ragione e istinto al momento giusto, è fondamentale per avere successo (nel senso ampio del suo significato), perché le scelte giuste sono la via maestra per la felicità ed il benessere. Dovete imparare ad agire d’istinto quando sapete di essere preparati, ed invece a fermarvi il tempo necessario a riflettere in altre occasioni, magari di fronte ad una vetrina o nella corsia di un supermercato.

Decidere bene ed in fretta è forse la cosa più importante nella vita. Così importante che spesso è meglio decidere male che non decidere. Ne ho parlato anche qui.

E quindi regalatevi una lettura importante. Mi chiedete sempre di consigliarvi libri “di borsa”, ma credetemi, questo è uno di quelli che solo un vero investitore, e soprattutto un essere umano che vuole crescere, leggerebbe.



P.S.
L’aereo l’ho preso perché dopo il check-in, l’istinto prima e la ragione poi mi hanno detto di fare una cosa che normalmente non avrei mai fatto, ma che era necessaria. Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico...

2 commenti:

  1. Divertente resoconto Ivano.
    Bella applicazione dell'argomento istinto o ragione.
    Qualche mese fa ho approfondito un tema attinente, ovvero l'uso di metodi emozionali per bloccare il pensiero dell'interlocutore.
    Non amo questi metodi, anche se riconosco che alcuni suoi utilizzi sono stati nobili, come la sensibilizzazione del pubblico su certi temi ecologici.

    Interessante suggerimento di lettura, metto in lista.

    Ciao,
    Max

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  2. L'ho letto, pensieri lenti e veloci. Gran libro, ti apre la mente

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