venerdì 6 maggio 2016

Per quello che ho da fare, torno a lavorare

Ultimamente ho scritto molto poco sul blog, limitandomi all'essenziale ed al fondamentale. Sto lavorando molto sui TS, ma il motivo è anche che, già da settembre 2015, ho ripreso a lavorare in maniera "convenzionale", dopo circa 11 mesi di sabbatico, ed ho avuto un mese "tosto".

Prima del sabbatico, feci qualcosa di "folle". Mi licenziai senza avere un altro lavoro. Per diversi motivi, ma fondamentalmente perchè mi ero rotto le palle di stare dove stavo e di fare quello che facevo. Apri anche Borsole qualche mese prima di lasciare.

Quando consegnai le dimissioni, non mi emozionai. L'emozione la provai nel licenziarmi dal lavoro ancora precedente - ed ormai ero "vaccinato". Era la cosa più normale del mondo: non ero felice ed avevo deciso di cambiare. Non soffrivo più di quelle paure (soldi, altro lavoro, come vivrò, etc.) che ti fanno sempre desistere dal cambiare la situazione che vivi anche se non la sopporti più e ti sta avvelenando la vita.

Ed eccomi qui dunque. Finito questo periodo, ho iniziato di nuovo a lavorare, e stavolta sono decisamente più contento di ciò che faccio. Badate bene: non ho centrato gli obiettivi che avevo per il blog (ancora) e non posso assolutamente dire di vivere la mia vita ideale o di essere felice tutti i giorni. Ma da quando ho iniziato il percorso che tende al mio ideale di vita senza (troppa) paura, la mia esistenza è migliorata incredibilmente, e non c’è più stata una sola cosa che non sia andata per il verso giusto.

L’Universo aiuta sempre chi insegue i propri sogni. Se non lo provi non riesci a capirlo. Credevo che fare ciò che ho fatto sarebbe stata solo una grande, assoluta, mastodontica FOLLIA all’inizio. Eppure funziona, non so come ma FUNZIONA! E’ così, e non sono il solo ad averlo sperimentato.

Non ho cercato un lavoro tornato in Italia – ho fatto quello che volevo fare e mi piaceva, anche gratis – e dopo qualche mese sono stato chiamato da un’azienda, in piena crisi, per fare quello che mi piaceva. Come è successo?

Non ho più fatto (troppi) compromessi: spiegavo a chi mi voleva assumere cosa cercavo, e che non avrei accettato trattamenti diversi. Sono solo stato onesto con me stesso, ho fatto la cosa più normale del mondo, ed ho trovato quello che cercavo, invece di accettare qualsiasi impiego per paura di non lavorare mai più.

"Smettere di lavorare”, "cambiare vita" o "mollare tutto" significa quindi iniziare un progetto di cambiamento per fare ciò che vuoi, e non stare sul divano a non fare nulla come sento spesso dire in giro. La via inizia abbandonando la paura e ritrovando la fiducia in se stessi. Cambia se non sei felice, fallo col cuore, ma soprattutto con la testa, perchè bisogna essere folli ma anche ragionevoli e pragmatici.

La mia storia serve a questo, a farti vedere che non c’è solo lavorare e "non lavorare", ma tante sfumature nel mezzo mentre ti avvicini alla meta, e che se non inizi, non raggiungerai mai il tuo obiettivo.

Ho avuto innumerevoli commenti di persone che mi dicevano che ero fortunato perchè avevo la possibilità di potermi licenziare. A questi rispondevo sempre: “perchè non lo fai anche tu?”

E giù scuse di ogni tipo – il mutuo, la casa, la famiglia, i genitori, i figli, l’età... Tutte BALLE.

Il progetto di cambiamento è diverso per ognuno di noi: a me bastava qualche risparmio ed una lettera, altri hanno dovuto organizzare un “piano B” più complesso perchè avevano più responsabilità (figli ad esempio) ma ci sono riusciti. A qualcuno bastano 500€ al mese per vivere, io ne vorrei almeno 500 per componente familiare. Vite differenti, obbiettivi differenti, ma un piacevole impegno che non pesa, perchè è quello che davvero vogliamo.

Non ci sono scuse di nessun tipo: se decidi di non tentare, è solo colpa tua, non prendertela con gli altri dicendo che predicano bene e razzolano male. La Natura è spietata con i deboli e gli arrendevoli, è una questione di sopravvivenza della specie, e l’essere umano è un animale come gli altri, solo che invece delle unghie ha sviluppato il cervello.

Se vuoi cambiare DAVVERO la tua situazione e ti dai da fare, prima poi la libertà arriverà. E siccome le cose inizieranno ad andare sempre meglio, in realtà sarai più sereno da subito, visto che domani sarà sempre migliore di oggi e molto migliore di ieri.

Ho deciso di scrivere questo post perchè da poco è passato il primo maggio, la festa degli sfruttati, nella purtroppo stragrande maggioranza dei casi. Spero possa essere un modo per spronare chi non è felice al cambiamento, con la testa e con il cuore.


Saluti
Ivano

7 commenti:

  1. Bravo, bel post. Mi è piaciuto soprattutto quando parli di sfumature tra il lavorare e il non lavorare.
    Lasciare il lavoro non è per tutti ma ognuno può fare piccoli significativi passi per un miglioramento della propria vita.

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  2. Sig. Ivano, la leggo con molto piacere, anche se non mi trovo totalmente d'accordo con il suo discorso, cercherò di spiegarmi meglio:
    lei scrive: "Non ci sono scuse di nessun tipo: se decidi di non tentare, è solo colpa tua". Lei dice, che chi non vuol cambiare ha solo scuse... Mi dispiace dire che (per me) non è così, oggi se una persona ha un mutuo da pagare e figli da mantenere all'università è, (dal mio punto di vista), incosciente lasciare un lavoro che gli permetta di mantenere la famiglia.
    Magari non sarà il lavoro che uno ha sempre sognato, oppure con il passare del tempo è diventato più difficile accettarlo, ma per il bene della famiglia si accetta. Se una persona invece ha risparmiato allora può permettersi di inseguire anche i propri sogni, ma di operai o impiegati che abbiano messo via tutti questi soldi non ce ne sono molti, perchè negli anni d' oro quando si passava davanti ad un azienda non si distingueva la macchina del "padrone", tutti avevano la bmw o la mercedes, la maggior parte delle persone vivevano alla giornata, si facevano i debiti per le auto per le vacanze, gli operai si vestivano come industriali, andavano nei ristoranti più blasonati, tutti conoscevano i caraibi, il mar rosso, perchè lo scopo era andare al bar e vantarsi di essere stati in questi posti...e secondo lei queste persone hanno i soldi o la mentalità per poter lasciare il lavoro e inseguire i propri sogni? Io dubito...
    Se una persona invece ha sempre risparmiato allora è un altro discorso, ma se ha sempre risparmiato significa che è una persona responsabile e da persona responsabile quale è non lascierà mai il proprio lavoro anche se magari si è stufato o vorrebbe fare altro, come non lascierà mai la moglie (anche se vorrebbe), perchè sa che gli toccherebbe vivere come un "barbone"...
    Io non credo siano scuse queste, ma rispetto la sua idea...
    Ho sentito di molte persone che inseguono i sogni ma che vanno a mangiare da mamma e papà e che non sanno quanto costi una bolletta della luce o del gas, che si definiscono artisti e che sarebbero capaci di ammettere di tradire la moglie ma che mai direbbero : "fortuna che sono nati prima i miei genitori"...
    p.s tengo a precisare che questo post non vuole offendere nessuno è solo una mia piccola idea...pace :)

    se lei Ivano ha piacere di rispondere o qualsiasi altra persona, sono lieto di leggere le varie opinioni in merito.

    un abbraccio

    Marco

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    1. Marco mi piace il tuo commento perchè esprime un'opinione con un tono da discussione. Sono abituato purtroppo a risposte senza senso su questo argomento. Grazie.

      Quando parlo di cambiare con la testa intendo proprio questo: non prendi e mandi tutti a quel paese come nel video (anche se lo ammetta, una scena così se la saranno sognata il 90% dei lavoratori italiani...) ma prepari il piano B per farlo.

      Ovunque tu sia nella tua vita, puoi decidere di iniziare un percorso di cambiamento, che attenzione, NON E' DETTO CHE RIESCA! Ma credo che sia l'unico modo per non finire come i protagonisti di questo libro (http://bronnieware.com/regrets-of-the-dying/)

      Il problema è che ci hanno ormai convinto che senza il lavoro che facciamo saremmo NIENTE perchè non sappiamo fare NULLA, o peggio, non valiamo niente. Ti dice niente la famosa frase "è se perdo questo lavoro che faccio?"

      Invece ognuno di noi è GRANDE in qualcosa - deve solo scoprire in cosa.

      Per la moglie ancora peggio, non si può vivere la vita privata accanto a qualcuno che non ami, è un inferno.

      Come vedi però, moglie o lavoro sono scelte personali, e come tali possono essere cambiate, con tanto coraggio, organizzazione e poca paura.

      Ciao!

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  3. Mi permetto di rispondere a Marco solo per dirgli : ma allora che vita è? Lei dipinge una vita dove si sta con una donna solo per motivi economici, si fa un lavoro solo per motivi economici.. Quando poi arriveremo agli sgoccioli di questa vita e i soldi non avranno più alcuna importanza noi tutti dovremo fare il bilancio. E che troveremo? Solo rimpianti. Allora non vale la pena rischiare almeno un po'? Ciao a tutti.

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  4. Si decisamente buon post, sono assolutamente d'accordo e parlo come persona che ha una famiglia numerosa sulle spalle...io sono felice ogni volta che nelle varie società in cui sono andato qualcuno si è dimesso ...spettacolare contro tutte le regole e i luoghi comuni lasciando interdetti dai superiori ai colleghi ...dimissioni con la testa ovvio non per ribellione o perché arrivati alla frutta. Io ho cambiato almeno 6 volte società e e devo dire con la giusta fatica e rischio ..ora non mi posso lamentare per il sacrificio che compio al lavoro...ma sta balenando una idea di imprenditorialità sempre più insistente e affiorante e devo dire che da quando ho scoperto la borsa e il tuo blog e di altri ...diciamo che è aumentato questo senso di vivere un pò intensamente e coinvolto il lavoro mettendoci molto del proprio affrontando il "rischio" che credo scateni della creatività emotiva molto interessante prerogativa di un fato migliore ... vediamo ma non finirò certo ad aspettare e contare i giorni per la pensione ...come nel mio ambiente sento quotidianamente ....la vita è ora non speriamo domani ...una delle regole principe di chi fa e ha fatto il commerciale ..e non vedo l'ora di domani.....analisi scenario segnale e si và un abbraccio Giusba

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  5. Buonasera signori, vi ringrazio per il dibattito...bando alle ciance passiamo subito alla risposta:
    Si secondo me vale la pena rischiare basta che non si metta in difficoltà la solidità familiare, che non è solo quella economica, ma è anche quella psicologica...
    Purtroppo mi preme dire che molte ma molte persone stanno insieme alla moglie sopratutto per motivi economici, sarà cinico però signori è la realtà, e badate bene, non solo i dipendenti che poi finirebbero a vivere di stenti, ma anche gli imprenditori, perché sappiamo tutti che le donne hanno più diritti, e veder sfumare il patrimonio di lavoro di una vita scoccia a tutti....
    Tutti e dico tutti, chi più chi meno siamo schiavi del denaro e conteranno fino all ultimo giorno della nostra vita, quel giorno faremo il bilancio e ci accorgeremo che i soldi non ce li porteremo dall altra parte,però ci sono serviti per vivere dignitosatemente e se dio vuole,anche di avere una vecchiaia il più serena possibile...
    Io probabilmente sbaglierò ma credo che il 90 percento delle persone che operano in borsa siano attratte dal danaro e non come tutti vogliono far credere di essere attratti dal maggior tempo libero, si certo c'è anche quello,ma parliamoci chiaro signori è meglio fare mille euro seduti dalla scrivania a casa propria piuttosto che andare a lavorare con il capo strafottente a cui magari state anche antipatici...
    Le persone come me che hanno il sogno di "accumulare" ,finiranno come il contadino Mazzaro della novella di giovanni verga "la roba"...

    Un abbraccio Marco

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  6. Personalmente sto seguendo la tattica del "piano B". In questo momento ho un lavoro che tutto sommato non è male, azienda abbastanza piccola quindi non ci sono ancora i meccanismi spesso stritolanti delle grandi aziende o multinazionali. Sto cercando di dedicare parte del mio tempo libero ad altre attività che siano in qualche modo remunerative o abbiano lo scopo in futuro di esserlo (seguire borsole è una di queste), risparmio quanto posso, senza sentirmi in sacrificio, per investire in qualche modo i soldi che guadagno affinché portino altri soldi, imparo a vivere in maniera più semplice ed economica ma anche, secondo me, più ricca e rilassata.

    Cerco di prendere tutto con calma e di non stressarmi se i risultati che vorrei non arrivano subito. La mattina mi alzo e penso che oggi sono qui, vedo il sole (o le nuvole :)), respiro l'aria fresca del mattino, posso stare accanto alle persone che amo e imparerò qualcosa di nuovo, bello e utile che mi porterà un passetto più vicino a ritornare quello che sono sempre stato, che tutti siamo sempre stati ma ci siamo dimenticati: liberi.

    non voglio sembrare infallibilmente zen, spesso perdo la strada. Però devo dire, più passa il tempo, meno mi succede.

    Buona fortuna a tutti, qualunque strada imbocchiate, tanto o la scegliamo noi, o la sceglie qualcun altro per noi :)

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