domenica 14 febbraio 2021

Aggiornamento al 12 febbraio 2021 --------------------------------- Bumble-Bumble

Photo credit. Se pensate che la crisi del Covid sia quella con cui ci infileremo in una dittatura, devo disilludervi. È solo l'antipasto, il piatto principale deve arrivare.

Alla fine, una pandemia non può durare più di due o tre anni. E dopo allora come si fa? Tranquilli, abbiamo già pronta la prossima emergenza, la crisi climatica.

Deutsche Bank ci avvisa infatti che sarebbe auspicabile una "eco-dittatura" per gestire la crisi climatica. Perchè la plebaglia umana proprio non è capace a seguire le regole dei sapienti, e quindi va spinta con la forza e la coercizione a comportarsi come si deve.

"I know that “eco- dictatorship” is a nasty word. But we may have to ask ourselves the question whether and to what extent we may be willing to accept some kind of eco-dictatorship (in the form of regulatory law) in order to move towards climate neutrality. Here is an example: What should we do if property owners do not want to turn their houses into zero-emission buildings; if they do not have the financial means to do so; if doing so is not possible for technical reasons or if the related investments do not pay off?"

È già, che facciamo? Magari gli espropriamo la casa, o gliela buttiamo giù, e gli diamo dei soldi per riprenderla in affitto. In fondo se non possono pagare migliaia di euro per farla in classe A+++++++++++++, è colpa loro. Insomma, i prossimi DPCM potrebbero essere redatti in modo da espropriare tutto ciò che non è "green", dall'auto alla casa, cioè quella famosa proprietà privata che gli esponenti di Davos vogliono che non esista più. Almeno per le masse.

Ovviamente è per salvare il Pianeta, e quindi per salvarci tutti, ci mancherebbe. Tutti poveri e senza proprietà per salvarci. E sappiamo che il clima è una cosa lunga, per vedere qualche effetto ci vogliono almento 50-100 anni...


Passiamo alla borsa.

Ormai è chiaro, a Wall Street puoi comprare qualsiasi cosa, tanto salirà di prezzo:


"La CEO Whitney Wolfe Herd, ha annunciato che Bumble avrebbe usato i proventi della IPO per pagare debiti e valutare alcune acquisizioni."

Non ho parole, questi racimolano soldi per pagare i buffi e trovano frotte di "investitori" pronti a darglieli. Mi sa che quoto in borsa anche Borsole: in fondo siamo un centinaio di persone, una decina chiacchierano anche durante la settimana, qualche milione di dollari li valiamo no?

Il rendimento del bond a 10 anni americano continua a muoversi nel canale ascendente in figura sotto:


L'altro canale, sul future del trentennale, è questo:


Per il momento quindi nulla cambia, si incamerano cedole aspettando l'inevitabile (almeno per me), cioè che vada a zero, portando con se il rafforzamento del dollaro. Nessuna bolla azionaria dura all'infinito, questa non farà eccezione.

Come detto precedentemente chi vuole cavalcare la bolla azionaria si accomodi, basta che sia bravo ad uscirne in tempo aggiungerei.

Del governo Draghi parliamo la prossima volta. Voglio studiarmi i nomi per bene e poi vi dirò la mia opinione. Certo ho già visto rispuntare Colao, non promette bene.


Link all'aggiornamento precedente

36 commenti:

  1. Certo è ancora presto per dare giudizi sul nuovo governo, bisognerà attendere che inizi ad emettere prossime leggi e norme; per il momento mi limito a segnalare una importante connessione tra il nuovo governo e il mondo del World Economic Forum.

    La connessione più visibile e esplicita sta proprio nel nome del nuovo Ministro per la Transizione Digitale: Vittorio Colao.

    Invito perciò, chi ne ha voglia, ad approfondire il curriculum del Ministro, tenendo presente i ruoli che attualmente ricopre in due aziende che fanno parte del World Economic Forum.

    Ricordo che in questa pagina https://www.weforum.org/partners#search si possono cercare per ordine alfabetico tutti i partners del WEF.

    Tra questi, abbiamo due multinazionali: Unilever e Verizon.

    La prima racchiude innumerevoli marchi che spaziano dall'industria alimentare alla cosmesi.

    La seconda gestisce numerosi brand dedicati alle telecomunicazioni, alla finanza digitale e a molti altri campi in via di digitalizzazione.

    Colao attualmente è Direttore non Esecutivo https://www.unilever.com/about/who-we-are/our-leadership/Vittorio-Colao.html presso la Unilever e fa parte del Comitato Direttivo https://www.verizon.com/about/investors/vittorio-colao di Verizon.

    E' ancora presto per fare ipotesi sull'influenza del Ministro in questione sulle prossime azioni del nuovo governo, anche se in questo articolo di Repubblica https://www.repubblica.it/economia/2021/02/13/news/le_idee_di_colao_per_un_italia_digitale_lotta_al_contante_algoritmi_nella_pa_banda_larga_pubblica_5g-287343861/ potete leggere le sue idee per un'Italia digitale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Amico mio, forse è il momento che lasciamo i benefici del dubbio ad altri. Colao fa parte dell'industria che vuole dominare le comunicazioni e con esse la vita dei cittadini. L'eliminazione del contante ne è l'esempio più lampante. Non ce lo vedo a salvare la Patria. Ricordo quando prima delle ultime politiche dissi che il M5S aveva fatto la giravolta (quando chiese di iscriversi all'ALDE http://www.borsole.it/2017/04/un-velo-pietoso.html) e quando dissi poco dopo di esse che anche altra gente li aveva seguiti (http://www.borsole.it/2018/12/aggiornamento-ftse-mib-7-dicembre-2018.html#more). La risposta fu uguale: aspettiamo prima di giudicare. Ma aspettando rimaniamo sempre indietro a questi personaggi. Per ora l'unico che è rimasto coerente è l'avvocato Mori.

      Elimina
  2. Prevedere i movimenti delle valute è notoriamente difficile perchè il loro comportamento è il risultato di una serie di fattori che influenzano le posizioni in ingresso e uscita di capitale, come i flussi commerciali e degli investimenti, i tassi di interesse, la crescita relativa e l'inflazione.

    Per quanto riguarda il dollaro americano la situazione è ancora più complicata per il semplice fatto che il dollaro non è una valuta come tutte le altre, ma è la valuta di riserva globale.

    Cos'è una valuta di riserva globale? Molto semplicemente il mondo ha bisogno di dollari per intermediare il commercio globale. Maggiore è il commercio globale, maggiore è la domanda di dollari. Se un'impresa cinese acquista materie prime da un'impresa sudafricana sarà costretta a pagare quelle materie prime importate in dollari. Se non li ha sarà costretta a procurarseli nel mercato dell'eurodollaro prendendoli in prestito alla scadenza di cui ha bisogno. Ovviamente la Fed non può fornire dollari a chiunque ne abbia bisogno in giro per il mondo e questo è il motivo per cui governi e imprese non statunitensi tendono ad indebitarsi in dollari, e banche centrali e commerciali al di fuori degli Stati Uniti siano solite detenere parte delle loro riserve in valuta statunitense.

    Quando si deve stabilire la forza di una moneta rispetto ad un'altra ci si limita ad analizzare i cross valutari o, per il dollaro americano, al limite a guardare il grafico dell' US dollar index https://www.tradingview.com/x/dXJvI7Ba/ che misura il valore del dollaro rispetto ad un paniere di sei valute straniere (euro, yen, sterlina, dollaro canadese, corona svedese, franco svizzero).

    Per quanto detto sopra, a mio avviso, ha molto più senso invece guardare l'indice del dollaro americano ponderato per il commercio: questo indice riflette con maggiore precisione il valore del dollaro rispetto alle altre valute, sulla base di quanto le merci statunitensi siano competitive rispetto a quelle di altri paesi. E' composto dalle valute di tutto il mondo, compresi i paesi emergenti, non solo da sei valute.

    https://fred.stlouisfed.org/series/DTWEXBGS

    Come potete vedere dal grafico, a partire dalla metà del 2011, la tendenza del dollaro è inesorabilmente in aumento rispetto alle atre valute mondiali.

    https://fred.stlouisfed.org/series/DTWEXEMEGS

    Per quanto riguarda le sole valute dei paesi emergenti, la tendenza del dollaro è ancora più alta.

    Possiamo quindi concludere, alla faccia di chi lo considerava prossimo al collasso, che il dollaro americano è vivo e vegeto e abbastanza forte rispetto alle altre valute e che quella discesa che abbiamo visto a partire da marzo 2020 non è stata altro che una correzione di breve periodo.

    RispondiElimina
  3. Cambiando discorso, volevo tornare un attimo sui ragazzi di Reddit e sul caso di short squeeze sul titolo Gamestop.

    Eh sì perchè quando il pesce piccolo rompe le scatole al grosso squalo di Wall Street, e il fatto diventa pubblico, non possono che esserci delle conseguenze spiacevoli per qualcuno.

    https://www.bloomberg.com/news/articles/2021-02-03/sec-hunts-for-fraud-in-social-media-posts-that-drove-up-gamestop

    La SEC sta setacciando i social media alla ricerca se possibili frodi manipolatorie possano aver avuto un ruolo nelle vertiginose oscillazioni del titolo Gamestop.

    Ora francamente tutto questo mi sembra un tantino esagerato. Casi di short squeeze ci sono sempre stati (pensate che il primo caso risale al 1608 https://www.worldsfirststockexchange.com/2020/11/27/going-short-in-1608/), sono all' ordine del giorno e sempre ci saranno.

    https://www.tradingview.com/x/lb8YmlnJ/

    Ecco il grafico del titolo Gamestop. Dal breakout del canale al massimo raggiunto dalla quotazione io conto un + 2.270,08%.

    Per curiosità ho voluto cercare altri casi recenti di short squeeze di cui nessuno parla (perchè si sono svolti, come sempre avviene, nell'anonimato) e guardate cosa ho trovato.

    https://www.tradingview.com/x/VwRcN9Uc/

    Titolo Koss Corp: + 3.563,16% dalla rottura del canale.

    https://www.tradingview.com/x/qPkqESI5/

    Titolo Saddle Ranche Media: + 4.798,89% dalla rottura del canale.

    Ma per questi ultimi due casi tutto OK ovviamente!

    RispondiElimina
  4. WARNING IMPORTANTE

    Purtroppo quello che avevo preventivato, forse più di un anno fa proprio su questo sito, si sta verificando.

    L'avvertimento è per tutti coloro che hanno ETF sull'argento in portafoglio.

    Questo articolo https://www.bullionstar.com/blogs/ronan-manly/houston-we-have-a-problem-85-of-silver-in-london-already-held-by-etfs/ di Bullionstar ci fornisce un’analisi approfondita del trend in atto, che ha la sua origine in una eccezionale ondata di acquisti sugli ETF che investono in argento fisico.

    Esistono 14 ETF di questo tipo che sono obbligati a coprire le quote degli investitori con quote equivalenti di argento fisico presenti nei forzieri dell' LBMA (London Bullion Market).

    Questi forzieri sono gestiti da 7 operatori: 3 bullion banks (JP Morgan, HSBC e ICBC Standard Bank) e 4 istituti finanziari (Brinks, Malca-Amit, Loomis e G4S).

    Secondo i calcoli fatti dagli esperti di Bullionstar, dei 1.08 miliardi di once di argento (33,609 tonnellate) ufficialmente detenuti nei forzieri del LBMA (dati aggiornati a Dicembre 2020), 28,698 tonnellate (922.65 milioni di once), cioè l’85,4%, è già utilizzato come copertura delle quote di questi 14 ETF.

    Restano dunque disponibili solo 4911 tonnellate, pari al 14,6% dell’argento totale depositato nei forzieri del LBMA.

    A questa cifra dobbiamo sottrarre la quota di argento che per legge non è utilizzabile dagli ETF (si tratta di lingotti di taglia o di qualità non conforme), ottenendo circa 3000 tonnellate disponibili.

    Secondo Bullionstar, basterebbero pochi giorni di nuovi acquisti di quote dei 14 ETF da parte degli investitori per provocare una situazione di allarme per i gestori di questi fondi, che dovrebbero procurarsi in fretta altre quote di argento fisico sul mercato.

    Il motivo per cui questa situazione si sta verificando proprio nel mercato dell’argento e non in quello dell’oro è che le banche centrali (compresa quella britannica) per definizione hanno solo riserve in oro e non in argento.

    Di conseguenza, le bullion banks che abbiamo citato all’inizio non possono chiedere argento fisico in prestito alle banche centrali, come accade invece con l’oro, in caso di carenza di materia prima.

    Con una mossa disperata, le bullion banks hanno silurato le quotazioni dell’argento sul mercato dei futures tra il 1 e il 2 febbraio https://invst.ly/ttxrf (freccia rossa nel grafico) nel tentativo di scoraggiare il “sentiment” su questo metallo e la conseguente ondata di acquisti sugli ETF: Gli acquisti tuttavia non si sono fermati, avvicinando sempre più i forzieri del LBMA al livello critico di allarme.

    Considerando che, come tutti sappiamo, le banche e i grandi fondi detengono all’LBMA anche enormi quantità di certificati sull’argento che non hanno alcuna copertura reale di metallo fisico, la situazione è davvero critica.

    Per quanto, nei momenti di tranquillità, tutti siano d’accordo nell’accettare questa “finzione” e quindi nessuno si arrischia a far cadere il castello di carte andando a chiudere questi contratti chiedendo il corrispettivo in argento fisico, non possiamo sapere quale potrebbe essere il comportamento di questi investitori in una situazione di panico scatenata da una crisi improvvisa anche in uno solo di questi ETF.

    Inutile dire che in questo momento gli ETF sull’argento (anche se molto ricercati da tutti) sono da evitare. Meglio investire su titoli minerari, del tutto estranei alle problematiche che abbiamo descritto.

    CONTINUA

    RispondiElimina
  5. CONTINUAZIONE

    Secondo Bullionstar, dal 29 gennaio e il 3 febbraio, il maggiore fra tutti gli ETF che investono in argento fisico: iShares Silver Trust (SLV), che è gestito da J.P. Morgan, ha incrementato le sue riserve di lingotti in argento in parallelo con l’aumentare delle nuove richieste di quote di ETF da parte di nuovi investitori.

    A un certo punto però, sembra che J.P.Morgan abbia raggiunto il massimo delle sue possibilità nel reperire nuovi lingotti e che quindi abbia provveduto a modificare il prospetto informativo dell’ETF in modo da "pararsi il didietro" nel caso che nelle prossime settimane succeda qualcosa di inaspettato. Cioè che si arrivi a non trovare più nuovi lingotti per fare fronte a ulteriori richieste di quote di ETF.

    Dal 29 gennaio al 3 febbraio il nostro ETF ha dovuto incrementare le proprie quote in borsa di 109,83 milioni.

    Per coprire questo insolito aumento di quote, J.P.Morgan ha incrementato le riserve di lingotti dell’ETF aggiungendo 3416,11 tonnellate.

    Evidentemente questo sforzo ha, almeno temporaneamente, esaurito le possibilità di reperire altri lingotti in tempi brevi nel caso che si abbia una nuova richiesta di quote di ETF altrettanto elevata.

    In previsione di una situazione del genere, J.P. Morgan ha dunque tacitamente modificato il prospetto informativo del suo ETF e lo ha registrato alla SEC.

    Il nuovo prospetto, che è stato reso disponibile al pubblico solo l’8 febbraio, contiene importanti paragrafi aggiuntivi che in sostanza dicono quanto segue:

    "La domanda di argento potrebbe temporaneamente eccedere la quantità disponibile a essere spedita al Trust [a copertura delle quote] e può influire negativamente sull’investimento nelle quote [dell’ETF]."

    "A causa della disponibilità limitata [di argento fisico sul mercato], combinata all’incremento delle domande di quote [dell’ETF], è possibile che i partecipanti autorizzati [a acquistare nuovi lingotti] non siano in grado di reperire sufficiente argento fisico da spedire al Trust per la creazione di nuove riserve."

    "Un improvviso aumento di domanda di nuove quote che ecceda temporaneamente la disponibilità [di argento fisico] può provocare volatilità nel prezzo delle quote [di ETF]".

    "Gli investitori che hanno posizioni a ribasso [sull’ETF] potrebbero [in caso di "short squeeze"] dover ricomprare le quote a un prezzo maggiorato (premium).

    Tali riacquisti, a loro volta, potrebbero far salire drammaticamente il prezzo delle quote [dell’ETF] finché non vengano create nuove ulteriori quote. E ciò condurrebbe a movimenti di prezzo non direttamente correlate al prezzo [reale] dell’argento."

    Volendo riformulare in parole povere tutto il discorso, in pratica J.P. Morgan sta avvisando la SEC e gli investitori che:

    - La scarsità di argento fisico sul mercato potrebbe rendere impossibile coprire in tempi brevi nuove quote dell’ETF; e questo potrebbe portare a un aumento del prezzo dell’ETF stesso.

    - In caso di "short squeeze", questi aumenti di prezzo verrebbero ulteriormente amplificati.

    - Ma non preoccupatevi: tutto ciò non ha nulla a che fare col prezzo "vero" dell’argento.

    La sfrontatezza di J.P. Morgan quindi arriva al punto da negare nello stesso documento le proprie affermazioni.

    Da una parte, si ammette che vi sia una scarsità di argento rispetto alla domanda (cosa che al primo anno di Economia tutti abbiamo imparato essere la prima causa dell’aumento di prezzo).

    Subito dopo però ci viene detto che questo fattore è del tutto irrilevante e che quindi il prezzo "ufficiale" dell’argento (quello dell’LBMA, manipolato a ribasso per anni da J.P. Morgan e le altre bullion bank) resta il punto fermo su cui dobbiamo basarci.

    Tutta questa sfrontatezza però non annulla il fatto che le prossime settimane saranno molto preoccupanti per i gestori del nostro ETF e che anche tutto il mercato dell’argento starà col fiato sospeso per vedere cosa succederà.

    Sempre in campana!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Onesamente non capisco. L'ETF fisico (non quello coperto da "carta") dovrebbe rilasciare quote in numero pari all'argento detenuto. Con l'aumento delle riserve si possono emettere altre quote ai prezzi di mercato. Se non si può allargare il fondo è c'è più domanda, il prezzo DEVE salire, anche se magari certi "attori" vorrebbero tenerlo inchiodato. Non riesco a capire dove sia il rischio, visto che era quello che stavamo aspettando, cioè che il prezzo della carta raggiungesse quello del mondo reale, dove non si trova più una moneta d'argento...

      Non è una critica, è che non capisco dove sia il rischio, a meno che l'ETF fisico non sia una truffa, e nel vault non ci sia nulla.

      Elimina
    2. All'aumentare della sottoscrizione dell'ETF vengono emesse nuove quote il cui ammontare deve essere coperto da pari quantità di argento fisico.

      Il rischio è che questi ETF sull'argento non riescano a comprare l'argento sul mercato per scarsità di offerta, nel qual caso basterebbe che qualche possessore di quote dell'ETF "reclamasse" la consegna fisica dei lingotti d'argento per far saltare il banco. Il gestore dell'ETF salterebbe (fallirebbe) e, come minimo, ci sarebbe una corsa alla vendita di questi prodotti da parte degli investitori.

      Potrebbe anche non succedere niente, ma è indubbio che questo tipo di prodotti stiano diventando più rischiosi.

      Elimina
    3. Io pensavo che le quote venissero scambiate, non che se ne creassero di nuove. Sarebbe come se aumentassero le azioni disponibili di una compagnia in base alla domanda. E questo oltretutto renderebbe gli ETF prodotti rischiosissimi senza garanzia, cosa che discutendo l'anno scorso avevamo escluso.

      Elimina
    4. Per gli ETF con sottostante azioni od obbligazioni a replica fisica non c'è problema, perchè possiedono fisicamente le azioni e le obbligazioni.

      Qui parliamo invece più propriamente di ETC, con sottostante i lingotti d'argento in forma fisica.

      Anzi ti dirò di più. La richiesta di consegna fisica del sottostante è difficile che avvenga (finora non ci sono mai stati casi del genere), ma basterebbe molto più semplicemente che un grosso investitore, impaurito da notizie come questa, richiedesse la "prova" materiale pubblica di corrispondenza del valore delle quote emesse col sottostante di argento fisico custodito nei caveaux delle banche e l'emittente dell'ETC non fosse in grado di fornirla.

      Non voglio neanche pensare a cosa potrebbe succedere!

      Elimina
    5. Buongiorno Ivano, che io sappia sono vere entrambe le modalità.....per il pubblico retail, vale lo scambio di quote già esistenti, per gli operatori qualificati c'è la possibilità di sottoscrivere l'emissione di quote ex novo, a fronte dell'acquisizione del relativo sottostante da parte del soggetto emittente....stiamo parlando degli etf a replica fisica.....saluti

      Elimina
    6. Esatto Fabio, per far saltare il banco bisognerebbe che si scoprisse che il caveaux è vuoto, ma allora saremmo in presenza di una truffa mastodontica, visto che gli ETF teoricamente hanno anche società che fanno audit per controllare le effettive garanzie. Per questo abbiamo sempre detto di comprare ETF con sottostante fisico, proprio perhè degli swap e simili non ci si può fidare assolutamente, ma di una proprietà fisica invece si.

      Elimina
    7. Dunque ricapitolando a beneficio di tutti.

      ETF su azioni o bond: da preferire quelli a replica fisica totale o a campione rispetto a quelli a replica sintetica (che presentano il rischio di controparte nel senso che la società finanziaria che stipula lo swap con l'ETF potrebbe fallire).

      ETC su metalli preziosi (oro, argento, platino, palladio) sono tutti a replica fisica, cioè acquistano direttamente la materia prima stessa.

      ETC su petrolio, gas naturale, materie prime agricole (e tutti i prodotti che difficilmente possono essere stoccati pena il deperimento fisico) sono a replica sintetica, nel senso che non investono direttamente sulla materia prima, ma sul contratto future corrispondente. Per questo motivo la performance risente in maniera negativa dell'effetto contango, visto che quando un contratto future è prossimo alla scadenza l'emittente dell'ETC deve venderlo e comprare sul mercato il nuovo contratto future con scadenza successiva (rollover) subendone i costi che di solito sono crescenti per i contratti con scadenze successive (effetto contango).

      Elimina
  6. Del discorso di Draghi al Senato mi hanno in particolare colpito le seguenti affermazioni riguardo alle politiche sull'occupazione, e quindi sulla volontà o meno di far sopravvivere alcuni settori economici.

    "Anche nel nostro Paese alcuni modelli di crescita dovranno cambiare. Ad esempio il modello di turismo, un’attività che prima della pandemia rappresentava il 14% del totale delle nostre attività economiche."

    "Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche".

    Alcune [di queste attività economiche] dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi."

    Tempo fa vi avevo invitato a seguire le indicazioni del World Economic Forum, secondo le quali la pandemia era l'occasione per effettuare una epocale transizione economica in cui alcuni settori produttivi e di servizi sarebbero stati fortemente ridimensionati, mentre altri sarebbero stati rafforzati, anche grazie ai programmi di finanziamento come il nostro Recovery Plan.

    Riportiamo qui sotto alcune delle cifre ipotizzate dal WEF:

    - Digitalizzare almeno l’84% dei processi lavorativi.

    - Delocalizzare in remoto almeno l’83% della forza lavoro.

    - Automatizzare almeno il 50% delle attività attualmente effettuate da esseri umani.

    - Digitalizzare almeno il 42% dei programmi di aggiornamento professionale (in sostanza: sostenere le società che effettuano la formazione online a discapito di quelle che la effettuano in presenza).

    - Riqualificare almeno il 35% delle attuali competenze professionali (vuol dire che il 35% delle professioni attuali saranno obsolete e dovranno essere riformate).

    - Riformare almeno il 34% delle strutture organizzative (il termine "struttura organizzativa" coincide più o meno con quello che noi chiamiamo "organigramma").

    - Ricollocare almeno il 30% dell’attuale forza lavoro su altre occupazioni che prevedono salari differenti da quelli precedenti.

    - Ridurre temporaneamente la forza lavoro di almeno il 28%.

    - Ridurre permanentemente la forza lavoro di almeno il 13%.

    Queste cifre descrivono schematicamente nient'altro che un grande piano di ricollocazione e redistribuzione della forza lavoro dai settori "perdenti" verso quelli "vincenti", usando gli strumenti della formazione e degli assegni di ricollocazione.

    Non a caso quindi, le uniche parole di Draghi sulla forza lavoro sono proprio queste:

    "Centrali sono le politiche attive del lavoro. Affinché esse siano immediatamente operative è necessario migliorare gli strumenti esistenti, come l’assegno di riallocazione, rafforzando le politiche di formazione dei lavoratori occupati e disoccupati."

    CONTINUA

    RispondiElimina
  7. CONTINUAZIONE

    Detto in termini ancora più chiari: il percorso già segnato è che, in Italia, diversi settori (ad esempio quello del turismo, esplicitamente citato da Draghi) dovranno aspettarsi che le attuali perdite diventino permanenti e che quindi sarà necessario organizzare modalità di uscita da tali settori che siano le meno traumatiche possibile, aiutando il reinserimento dei "fuoriusciti" verso i settori "vincenti".

    A questo punto, voglio essere molto esplicito nello spiegare cosa sta succedendo.

    In un documento che si può scaricare qui https://www.weforum.org/reports/chief-economists-outlook-2021, il World Economic Forum, per bocca della lobby dei Chief Economists, cioè dei capi dei settori economici delle multinazionali e delle principali attività produttive e dei servizi presenti nel mondo, auspica:

    "the second half of 2021 as the optimal time to begin transitioning from general emergency spending to more targeted spending on future growth sectors".

    Insomma, per le élites la seconda metà del 2021 è il periodo in cui i governi dovrebbero ridurre una volta per tutte le spese per l'emergenza (cioè gli aiuti a pioggia per i settori rovinati dai lockdown) e iniziare finalmente le spese per la crescita (cioè i programmi tipo Recovery Plan, in cui si finanziano solo alcuni settori a discapito di tutti gli altri).

    Prima o poi anche in Italia dovrà avvenire questa transizione.

    E' proprio l'avvicinarsi di questo traumatico cambiamento che ha fatto scatenare una serie di conflitti e di ricatti reciproci, di cui la caduta del governo Conte e l'ascesa di Draghi non sono che un tassello.

    La vera battaglia in corso è tra le lobbies legate ai settori "perdenti" e i settori "vincenti", nessuno dei quali sembra avere idee chiare su quanto sta succedendo.

    In particolare, i settori "perdenti" sono doppiamente perdenti, perché si trovano bloccati fra due vie senza uscita:

    - gli aiuti all'emergenza sono legati al prolungamento del lockdown (che li sta uccidendo)

    - un allentamento dei lockdown implica la cessazione di tali aiuti (e quindi la loro morte)

    Insomma: sono destinati a morire in qualunque caso sine die.

    Nonostante ciò, in una cieca corsa contro il tempo e contro la realtà delle cose, chiedono a gran voce gli aiuti economici, ma allo stesso tempo chiedono la fine dei lockdown, senza sapere che al di là di questi c'è la fine degli aiuti e quindi la fine di ogni speranza per loro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Quando usciremo, e usciremo, dalla pandemia, che mondo troveremo? (...) Prima o poi la luce ritorna, e tutto ricomincia come prima. La scienza, ma semplicemente il buon senso, suggeriscono che potrebbe non essere così."

      Questo è invece, secondo me, è il punto chiave del discorso. Non si ricomincerà come prima!

      Dopo diviene più chiaro: "Il riscaldamento del pianeta ha effetti diretti sulle nostre vite e sulla nostra salute, dall'inquinamento, alla fragilità idrogeologica, all'innalzamento del livello dei mari che potrebbe rendere ampie zone di alcune città litoranee non più abitabili. Lo spazio che alcune megalopoli hanno sottratto alla natura potrebbe essere stata una delle cause della trasmissione del virus dagli animali all'uomo. Come ha detto papa Francesco “Le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. E io penso che se chiedessi al Signore che cosa pensa, non credo mi direbbe che è una cosa buona: siamo stati noi a rovinare l'opera del Signore”."

      Ecco signori, alla vita di prima NON ci torneremo, o meglio, queste persone NON VOGLIONO che ci torniamo. Il futuro è tutti a casa propria davanti ad uno schermino. Pochi contatti umani, in fondo famiglia ed amici a che servono? In poche parole, transumanesimo.

      E quale è la giustificazione? La crisi climatica, che OVVIAMENTE è colpa dell'umanità. Il coronavirus è colpa del riscaldamento globale in fondo, come l'inquinamento (quindi se usiamo tonnellate di inutile plastica è perchè il mondo si sta riscaldando, se fosse rimasto un po' più freddino non avremmo inquinato...). E poi la fragilità idrogeologica (mica è colpa del fatto che cementifichiamo tutto, è perchè fa più caldo) e l'innalzamento dei mari (che non c'è ancora stato e ne parlano da 40 anni).

      L'uomo è il cancro del pianeta, e deve "transitare" per essere più ecologico, cioè più povero, più schiavo, e possibilmente con meno unità (depopolazione).

      Questo aggiornamento ha anticipato Draghi di una settimana...

      Elimina
    2. Tutto molto plausibile e tornando agli investimenti concordo su questa transizione da settori perdenti a settori vincenti.
      Sembrerebbe facile risolvere l'equazione ed investire sui settori "vincenti", che continueranno a ricevere finanziamenti.
      Fabio ha in un precedente commento fornito una splendida lista di ETF che personalmente ho stampato. Grazie ancora.

      Ma la domanda è: è giusto investirci ora?
      Anche secondo me l'azionario è in bolla e anche questi settori, seppur sicuramente futuribili, non rischiano di essere comunque già sopravvalutati?
      Personalmente sto pensando di destinare una certa percentuale della quota azionaria del mio AW su questi ETF, ma voi cosa ne pensate?
      Grazie
      Paolo

      Elimina
    3. Il settore del petrolio è stato colpito duramente dalla pandemia, dato che la diminuzione dei viaggi ha ridotto drasticamente la richiesta di carburante per aerei, di diesel e di benzina. Perfino le sette sorelle americane piangono, in testa Exxon e Chevron, con bilanci in perdita e possibili fusioni all’orizzonte, volte all’abbattimento dei costi come unica arma possibile di sopravvivenza. S&P Global Ratings ha avvisato molte grandi compagnie petrolifere, tra cui appunto Chevron ed Exxon, che potrebbe presto declassare la loro valutazione del credito a causa delle accresciute preoccupazioni sul cambiamento climatico e per la spinta globale verso un’energia più verde. Le imprese petrolifere di tutto il mondo hanno bilanci in sofferenza. Scopriamo che molte imprese del settore stanno per scomparire o sono già scomparse. Una Eni fra 15 anni potrebbe non esistere più o essere drasticamente ridimensionata.

      La robotica industriale fa passi da gigante. Le industrie diventano robotizzate. Le automobili e i camion cominciano a guidarsi da soli, anzi in tanti competono per la guida automatica senza autista.
      Milioni di autisti nel mondo potrebbero trovarsi senza lavoro. Così come milioni di operai continuano ad essere estromessi dalle fabbriche dell’occidente, che producono in Cina o robotizzano i processi.
      Arriva l’auto elettrica. E nei prossimi cinque anni la rivoluzione sulle strade di tutto il mondo sarà epocale. Due euro circa per il tuo pieno di energia, per fare centinaia di chilometri. Meccanici terrorizzati: la macchina elettrica riduce i costi di manutenzione in modo drammatico. La Green Economy avanza. Anche perché senza Green Economy, l’auto elettrica non decollerà. E non risolveremo il problema della sostenibilità se il pianeta non è più vivibile.

      Questo preambolo solo per dire che la caratteristica dei momenti di crisi è quella di creare un "prima" e un "dopo". Il mondo si muove verso un "post-pandemia", un "dopo" la crisi e, per forza di cose, le nostre scelte di investimento devono essere diverse dal passato. Non si può rimanere totalmente fuori da certi settori in attesa che un futuro delineato diventi presente.

      D'altra parte credo anche che non si possa più affrontare i mercati con una sola strategia e cioè diversificando semplicemente i sottostanti, ma sia necessario diversificare anche tra metodi e sistemi di trading differenti.

      Elimina
    4. Il pieno con 2€ mi fa sorridere. Le colonnine già erogano il KW a 0,7€, e siamo solo all'inizio.

      Se poi pensiamo che le politiche green salveranno il pianeta, onestamente, non ci credo neanche un po'.

      Per il resto sono allineato: bisognava lanciarla questa quarta rivoluzione industriale prima o poi, e come quando passammo dal cavallo all'automobile in molti resteranno col cerino in mano.

      Questa volta però invece di vedere la popolazione mondiale crescere vedremo il contrario. Il ministero della transizione tecnologica servirà ad uccidere le persone, impoverendole. Ecco la vera economia green. Anche perchè emissioni zero nel 2050 è un traguardo impossibile da raggiungere senza toglierci il benessere a cui siamo abituati.

      Autonomia è la parola d'ordine ormai (se ce lo permetteranno), altrimenti ci saranno le magnifiche smart city con le telecamere anche nei cessi. E investimenti mirati. Finita la pacchia dei treasury, quando la parte lunga della curva americana andrà a zero, bisognerà spostarsi su altro.

      Fabio sempre sul pezzo, grazie per i tuoi approfondimenti.

      Elimina
    5. Fabio e Ivano sono d'accordo
      Cosi come credo fortemente nella necessità di investire in questo "nuovo mondo".
      Ma che tecniche di trading si possono seguire in questo periodo dove questi settori sono in crescita costante e sono ogni giorno sopra i massimi storici?
      Per esempio semplicemente segui il trend e ti proteggi con stop loss come idea?
      Ciao e grazie
      Paolo

      Elimina
    6. O fai un Pac dedicato su questi settori in ottica lungo periodo, come alternativa?
      Idea vecchiotta e poco innovativa, mi verrebbe da dire

      Elimina
    7. Di questi periodi decisamente conviene seguire il trend e proteggersi con stop loss che, visto la volatilità dei settori, devono essere abbastanza ampi.

      Naturalmente conviene aspettare uno storno, ed investire sulla ripartenza.

      Lo stop loss deve essere dinamico e va spostato man mano che il valore dell'ETF cresce.

      La scelta può ricadere su un generico (tipo ITEK) o sui tre più performanti equipesati.

      Io prevedo anche un take profit che gestisco così:
      - esco col 25% della posizione dopo un guadagno del 7%;
      - esco con un altro 25% dopo il 15% di guadagno;
      - esco con ancora il 25% dopo il 20% di guadagno;
      - l'ultimo 25% lo gestisco col trailing stop e lo lascio correre finchè l'ETF avanza.

      Spero di esserti stato utile.

      Elimina
  8. Sono curioso di vedere fino a quando la FED sarà disposta a lasciar crescere i tassi a lungo termine prima di imporre il controllo della curva sul lato lungo.

    https://invst.ly/tvc1c

    Intanto nella giornata del 16 febbraio i tassi sui treasuries a 10 anni hanno aperto in gap, cosa piuttosto rara sul mercato obbligazionario. Di solito i gap tendono a chiudersi.

    https://www.tradingview.com/x/LwEUNQPz/

    Nel grafico sopra potete vedere il VIX sui titoli di stato statunitensi a lungo termine (linea nera) confrontato col VIX sullo S&P500 (linea rossa); di solito le due linee tendono a muoversi in modo correlato, ma questa correlazione si è rotta a partire dal 27 gennaio. Poichè il mercato dei titoli di stato è considerato il mercato "smart", è probabile che i due grafici tendano ad riallinearsi, e questo non è positivo per il mercato azionario.

    https://www.tradingview.com/x/fzBRfWSq/

    Dal grafico sopra dell'ETF TLT (sul settimanale) si può poi notare come, in prossimità di aree di ipervenduto date dall'RSI a 9 settimane, (barre verticali rosse), il valore dell'ETF tenda poi a crescere nei successivi 9-12 mesi. Anche attualmente siamo in ipervenduto.

    RispondiElimina
  9. Quanto più in alto può crescere il rendimento sul decennale USA?

    Per provare a dare una risposta mi sono costruito questo grafico

    https://fred.stlouisfed.org/graph/?g=Bgiu

    dove la linea blu rappresenta il tasso di inflazione atteso dal mercato sui 10 anni, mentre la linea verde rappresenta il tasso reale sempre sul decennale.

    Poichè vale la formula:

    tasso reale = tasso nominale - tasso di inflazione attesa

    possiamo con la formula inversa calcolare il tasso nominale;

    tasso nominale = tasso reale + tasso di inflazione atteso

    Ora ho considerato sul primo grafico il tasso più alto di inflazione attesa verificatosi nel periodo tra il 2003 fino ai giorni nostri = 2,76% e il tasso reale più basso sempre per lo stesso periodo = - 1,08%

    In questa ipotesi estrema con la formula di prima possiamo calcolarci il tasso nominale che risulta pari a -1,08% + 2,76% = 1,68%

    Oggi siamo a 1,34% (vedi https://invst.ly/twolq) per cui si può stimare, nella peggiore delle ipotesi, che il tasso sul decennale USA possa ancora crescere ancora di 34 punti base.

    RispondiElimina
  10. Salve a tutti, che ne dite visto l'andazzo...trend ribassista in corso, meglio uscire anche dai treasury per rientrare più in basso?? se si quando? possibile che anche l'oro vada giù quando le borse correggono?? qualcuni mi spieghi...
    Saluti
    Silvio

    RispondiElimina
  11. Ciao e invece il trentennale a quale rendimento massimo dovrebbe arrivare?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se guardiamo l'attuale differenza percentuale tra il 10y e il 30y, quest'ultimo dovvrebbe arrivare a max 2,73.
      Attendiamo la risposta di Andrea che sarà esaustiva.
      Se i rendimenti dei bond più sicuri al mondo saranno appetibili, non ci sarà più un giusto premio al rischio per restare su azionario considerando misero dividendo medio che da sp500.
      Tex

      Elimina
    2. Difficile dirlo, ma non credo si arriverà così in alto come indicato da Tex e se anche si arrivasse, con tutto il debito esistente, sarebbe una misura non sostenibile nel lungo periodo, anche se nel breve gli eccessi di mercato sono difficili da uccidere.

      https://fred.stlouisfed.org/graph/?g=BmSB

      Che poi questa salita dei rendimenti sia tutta speculazione lo dimostra il grafico sopra, dove vengono comparati i tassi nominali a 30 anni sui titoli di stato americani (linea rossa) e i tassi sui mutui trentennali (linea blu). Le due curve dovrebbero muoversi in maniera correlata (se sale una anche l'altra dovrebbe salire), ma dall'inizio della recessione di febbraio 2020 i tassi sul trentennale sono saliti, mentre i tassi sui mutui sono scesi.

      Elimina
    3. Se salissero i tassi dei mutui esploderebbe di nuovo il mercato immobiliare stile 2008. Ormai la finanza mondiale è una diga piena di buchi.

      Elimina
    4. Dunque è momento per incrementare per chi ha disponibilità. Secondo i dati oggettivi portati da Andrea. Speriamo.
      Tex

      Elimina
    5. Io credo che dovreste abbassare il livello di ansia. Lasciate i vostri treasuries li dove stanno e godetevi la plandemia. Io non mi metterei ad anticipare il mercato, troppa manipolazione al momento.

      Elimina
    6. Esatto, io farei lo stesso.

      Tenete presente che al momento i rendimenti stanno aumentando sul trentennale anche in Giappone, Germania e Gran Bretagna. E' veramente un mercato manipolato.

      Elimina

ATTENZIONE: Postando un commento accetti la privacy policy di questo sito, redatta in adempimento dell’art. 13 del D. Lgs. 196/2003 e dell’art.13 del Regolamento UE n. 2016/679. La privacy policy è visibile da tutte le pagine del blog mediante link nel menù principale in alto a destra.