lunedì 26 maggio 2025

Risposta alle domande del post precedente

Partiamo col mio approccio, la domanda di Andrea.

Io uso quattro differenti modi per ottenere il fair-value, il più classico è quello basato sul patrimonio netto ed il ROE. A questo ne affianco uno basato sul WACC, per aziende con un debito abbastanza importante, uno con l'EVA per le aziende in perdita ed uno basato sull'utile netto, che è un po' una maniera semplificata di quello usato comunemente sul flusso di cassa (DFC). Lo faccio però a modo mio, e queste metodologie di calcolo non voglio divulgarle. Ad esempio, non uso il WACC per calcolare l'EVA, non uso il WACC per il DFC e non prendo in considerazione tutti i debiti aziendali (il debito netto per me è un parametro quasi inutile). Posso però dirti che in tutti i casi il parametro più importante è la stima del rendimento che voglio ottenere nel lungo periodo. Questo è pari al 5% (premio storico per l'investimento azionario) più il tasso risk-free più un premio che varia per ogni azienda (anche questo lo calcolo con una mia formula).

Le mie metodologie hanno un vantaggio: non devo fare complicati calcoli per stimare le crescite future. Io ragiono valutando l'azienda al tempo zero, come se rimanesse "cristallizzata" nel tempo. E' un metodo conservativo che fa perdere molte occasioni, ma difficilmente ti fa comprare aziende a prezzi lontani dal FV. E poi è meno conservativa di quello che sembra. Nel 2022, META la valutavo 103$, un prezzo assurdo per molti, finché non è scesa fin lì. Da quel punto, META poteva solo salire, ma per MATEMATICA, non perché aveva PERSO il 70%. Capito?

Ora vediamo BTI prendendo due valutazioni:


Si vede chiaramente che col metodo classico, la valutazione è esageratamente bassa. E' chiaro che il mercato prende più a riferimento quanto l'azienda faccia fruttare la leva del debito. Ecco allora che 37,588$ -30% (margine di sicurezza) = 26,33. Io quel prezzo l'ho mancato, quindi alla fine avevo una media intorno ai 29$ che erano accettabili. Oltretutto, per comprare in zona accumulazione, e per riconoscerla, uso un po' di analisi tecnica. Niente vieta ad un titolo infatti di scendere anche l'80% sotto il fair value, soprattutto nel caso di small-cap.

E' difficile trattare i fair value sul blog, dovrei mettermi a parlare, ma per fare questo dovrei aprire anche il canale su youtube.


Veniamo agli HATERS

Seguendo i principi di prima, CAMPARI per me valeva circa 4€ ad azione nel 2023. Quando era a 12€ scrivevo che solo un pazzo poteva comprare a questi prezzi con un doppio massimo in formazione sul forum di investing. A 9€ scrivevo che il target era 6€. E tutti a perculare. Ho solo la chat di settembre 2024 purtroppo come prova, dove ribadivo il concetto, ed ovviamente tutti avevano dimenticato che lo avevo detto mesi prima.





Nel cerchio grande il doppio massimo, nel piccolo il periodo delle chat.


Quindi vedete che di geni che dicono che non capisco una mazza è pieno, e saranno sempre di più. La realtà è che Campari è arrivata a 6€ dai 12€ dei massimi storici, e che io non me la compro neanche a 5,5€ anche se sembra stia accumulando. Troppo cara ancora, e se sale chissenefrega.

Invece sul blog...

1) "Bitcoin crolla, Bitcoin sta per crollare di nuovo, Bitcoin ha rotto (sí, come il tuo blog)". Su BTC io parlo di trading, non di value investing. Impara la differenza poi parla. Dopo il mio segnale, BTC è sceso, quindi quello comunicato era un trade vincente. Infatti...


Fai tu il conto del gain che ho avuto?

2) "Superdollaro". Se negli ultimi anni non abbiamo avuto un superdollaro, allora proprio non capisco niente di macroeconomia.

3) "Euro valuta dei poveracci". Lo è così tanto, che per salvarla ancora una volta adesso dobbiamo fare la guerra alla Russia armandoci. Speriamo sia tutto per finta. Siamo un continente di straccioni grazie alla UE e all'EURO ma evidentemente a certa gente i cetrioli piacciono, e non nell'insalata.

4) "Esprinet è il momento comprare a 5.25 euro". E poi di rivendere visto che sono cambiate due cose fondamentali nel frattempo. Se metto su un PTF virtuale e poi lo stoppo non continuo a parlarne, ovvio no? Gain anche qui.


Su EMAK sono ancora dentro, per me varrà 3x nei prossimi 5 anni ai valori attuali. Poi magari mi sbaglio.

4) "KHC testa e spalla comprare a 40 dollari". Il T&S non si è verificato e bisognava uscire, si chiama trading. Chi invece è rimasto come investimento value nessun problema, l'azienda è sana. Tanto che Buffet si è liberato di HP, che tu mi avevi detto di comprare vendendo KHC, che invece fa ancora il 4% del suo portafoglio. E lui la ha pagata il doppio. Ma tu sei più bravo di Buffet vero?

5) "tutti i vari sistemi di trading che puntualmente non funzionano". Un sistema, 7 anni fa, di cui ho ammesso il fallimento. Infatti da quel momento non faccio più sistemi ma solo value investing e pochissimo trading. Potevo farlo subito visti i risultati.

6) "poi la chiamate sulla variazione dei tassi a zero che puntualmente non arrivano ... Soprattutto il tono da saggio Pifferaio magico che ha capito tutto della vita e del mondo, mentre gli altri ovviamente sono tutti scemi, quello è rimasto lo stesso." Come scemo tratto poca gente, ma a ragione visti gli interventi. Scusa però, non dovrei farlo non è carino. Sui tassi abbiamo discusso talmente tanto che mi dispiace, pensa quello che vuoi ma anche basta.

7) "Ad esempio, come fai a mettere sullo stesso rigo Netflix e Beyond Meat, citandoli nel tuo esempio come fossero la stessa cosa, una azienda con miliardi di ricavi con utili crescenti accanto a una azienda in costante perdita." Se preferisci invece di Netflix cito TESLA. TESLA e BYD, entrambe in perdita, entrambe business farlocchi, ma una è esplosa ed una è fallita. Il concetto (che non comprendi) è che molti comprano ad minchiam, vantandosi quando va bene, io invece so quello che faccio.

Come ogni giorno gli HATER si svegliano la mattina, e sanno che verranno sputtanati ma la loro natura purtroppo è quella.


Saluti

Ivano



12 commenti:

  1. E per essere chiari: qui non si danno consigli di investimento. Qui si chiacchiera e si discute di macroeconomia e finanza, ognuno decide che fare coi suoi soldi. E' sempre stato così e spero continui ad esserlo.

    RispondiElimina
  2. Interessante, grazie per la spiegazione

    RispondiElimina
  3. Ciao Ivano, buongiorno a tutti e bentrovati. Anche a seguito degli ultimi commenti di Ivano, sono andato a rivedere le serie storiche di KHC. Secondo voi, visto che la compagnia ha ricavi stabili da circa 9 anni e un soddisfacente livello di profittabilità (buon EPS, DPS coperto dagli utili), le attuali quotazioni a livello "abbordabile" (P/E=12.01), da cosa dipendono? Visto che sfidano i minimi storici degli ultimi 15 anni, può trattarsi di "scarsa" aspettativa di crescita futura? Pare che il mercato stia prezzando il passato e il presente (fair value). Per il futuro, basterà la forza dei marchi (economic moat ?!) per difendere i margini ? Un caro saluto vi raggiunga. Moris

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è solo KHC in difficoltà, molte aziende del food affrontano una crisi. Guarda Pepsico, Nestle, la stessa Campari, Diageo, Pernod, Amber B. Reggono ma sono ferme sui massimi Coca-cola, P&G, Colgate ed Unilever. KHC non cresce, si è focalizzata sul taglio dei costi (-10 miliardi di dollari di debito in meno dal 2020 al 2024) ed affronta un cambiamento interno che stenta a definirsi. Il mercato ha paura che il dividendo venga di nuovo tagliato. Ecco perché scrissi che a 20$, quando crollo a marzo 2020 era un affare, perché di fatto avrebbe già scontato appieno un altro taglio del 50% del dividendo attuale. Secondo me KHC ha un grosso vantaggio: i suoi prodotti sono molto indietro rispetto ai trend che altre aziende stanno affrontando. Il loro margine di miglioramento è potenzialmente molto ampio. Solo un po' di fiducia che portasse il PE a 20, una media normale per il settore significa almeno +60%. Visto però il pessimismo, io la aspetto ancora più giù.

      Elimina
    2. La difficoltà del settore è dovuta al fatto che queste non possono più scaricare sui consumatori gli aumenti per mantenere i margini. Hanno ridotto tutte le porzioni e fatto tagli di ogni tipo, adesso rimane solo l'aumento dei prezzi ma questo significherebbe lasciare il mercato alle marche bianche.

      Elimina
    3. Ciao Ivano, in sintesi fai osservare che il divario competitivo assicurato dalla forza dei marchi più noti è meno determinante di un tempo. La qualità intrinseca di un dato prodotto diviene una commodity. Se il prodotto di "marca" costa molto di più dei rivali, va fuori dal carrello della spesa. Più trattarsi di un insieme di fattori. I soldi nella tasca del consumatore sono contati, poi la mia impressione è che certe sottomarche siano migliorate e la gente se ne è accorta.
      Faccio l'esempio della crema di cacao da spalmare alla nocciola: a fianco della nutella trovo nutkao, che tra gli outsider si è fatto strada, poi c'è pure la sottomarca sconosciuta. Leggo la lista degli ingredienti, praticamente non c'è gran differenza. Poi un assaggiatore professionale, che sa trovare il pelo nell'uovo, vedrà sottigliezze che a me sfuggono. Una tua impressione è gradita visto che, se ben ricordo, sei alimentarista. Rinnovo i saluti. A presto. Moris

      Elimina
    4. In sintesi al di là di quello che dicono nei canali mainstream, la gente coi soldi è sempre meno, questo è il vero problema, che giustamente hai menzionato anche tu. Stanno affamando le classi sociali che consumano premium (vedi debacle del settore automobilistico). La gente preferisce le grandi marche, anche perché è indottrinata dalla pubblicità (ci sono studi scientifici che dimostrano la correlazione tra quantità di pubblicità e vendite, è un fenomeno noto anche se molti pensano di resistere a quei messaggi) ma letteralmente non se le può più permettere. Fateci caso: se al supermercato ci sono offerte che avvicinano i prezzi tra marche bianche e prodotti a marchio quest'ultimi letteralmente spariscono. La percezione di una qualità maggiore ancora è forte. Ma le offerte accorciano i margini, non puoi sempre vendere a sconto.

      Per quello che riguarda la parte tecnologica, si, molti prodotti a marca bianca sono simili se non uguali. Io sono specializzato in analisi sensoriale, e quindi lavoravo proprio su questi aspetti. Ad esempio Nel 2004 visitai una nota birreria a Valencia, con l'università. Mentre eravamo lì dal magazzino uscirono due pallet: uno pieno della birra a marchio ed uno del supermercato locale :-) Storia vecchia quindi, ma nel 2004 c'era un altro potere di acquisto. Esistono però sul mercato prodotti che effettivamente sono migliori delle marche bianche, ad esempio molti della bistrattata Findus. Ci sono poi fattori che esulano dall'aspetto organolettico. Come vedete, le aziende alimentari sono tra le mie preferite perché conosco bene come si muovono. Tra di esse ci sono anche le aziende del tabacco, in certi aspetti molto simili. Per quello sono incappato in BTI, KHC. In Italia un'ottima azienda, forse la migliore, è Valsoia, per i miei gusti troppo cara adesso (valore equo a 10€), ma gestita a livello finanziario in maniera ineccepibile. Altra, che però vende fresco e non trasformato, è Orsero (di quelle ho preso qualcosa intorno ai 12€, valore equo sui 18€)

      Elimina
    5. https://www.repubblica.it/il-gusto/dossier/radici-solide-spesa-moderna/2025/05/19/news/private_label_fiducia_di_marca_il_case_study_moderna_2020_tra_accessibilita_e_identita-424365150/?p altro sull'argomento marche bianche

      Elimina
  4. Haters? Sei divertente.
    "La vedo male, molto male. Tra un giorno o un decennio, nessuno lo sa."
    Questo sei tu: ossessionato dai complotti.Dovresti cercare aiuto,ma da uno molto bravo.
    Non sei il depositario della verità e purtroppo per te non hai neanche i numeri,i risultati lo testimoniano.Tanti auguri.
    Galup

    RispondiElimina
  5. Caspita, addirittura un post dedicato, con tanto di commenti numerosi che fioccano. Ma allora è vero che quando torna Praya il tuo blog riprende vita! No dai, non sono un tuo hater Ivano, mi stai simpatico, dico davvero. Ecco magari sono un perculatore, ma bonario, tutto qui.
    Lascio stare per un pó la borsa. Ero interessato a tuoi commenti macroeconomici e geopolitici. Ho dato un occhio ma vedo che sei intervenuto poco negli ultimi mesi. Sono accadute molte cose e mi piaceva leggere qualche tua opinione e degli amici del blog.
    Nuovo ordine globale, cosa vuole fare Trump, che intenzioni ha la Cina, debito pubblico americano fuori controllo, svalutazione del dollaro, criptomonete, futuro dell'Italia, dell'Europa, del pianeta, diseguaglianze sociali, intelligenza artificiale, effetti sul lavoro, effetti del liberismo sfrenato sulla psiche delle persone, metodi di autodifesa come autoproduzione, ecc...
    Insomma ci sono cosí tanti cambiamenti nella societá e mi piaceva leggere i tuoi interventi. Quindi metto da parte (per ora) le critiche sulle tue valutazioni finanziarie e aspetto un tuo intervento, se e quando te la sentirai.
    Un caro saluto
    ~Praya~

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La risposta era soprattutto per Andrea, poi ci ho messo dentro il resto. Non era riferito a te in particolare, ma a quelli che chiamano HATER, che io definisco come persone che non apportano una critica costruttiva, ma una critica fine a se stessa. Io non mi nascondo dietro ad un dito come vedi, quindi vorrei che anche gli altri criticassero considerando però il giusto contesto. Tutto qui.

      Le mie riflessioni su quello che accade? Non ne ho parlato perché non riesco ad avere opinioni basate su dati (non so ad esempio, che passa nella testa di Trump. Quando vedrò un numero potrò esprimermi).

      Dove ci sono i dati, mi sono già espresso e non è cambiato nulla. Il dollaro che tutti vedono svalutarsi, vale come nel 1987. Infatti il valore del dollar index è lo stesso oggi rispetto a 38 anni fa.
      Il debito pubblico americano è fuori controllo come quello del Giappone. Chi ritiene che il Giappone sia finanziariamente non affidabile alzi la mano, oppure argomenti perché dovrei preoccuparmi.
      Le criptomonete rimangono quello che sono: uno strumento nei fatti speculativo, basato sul nulla, che me lo fa ritenere rischioso. Ciò non vuol dire che lo schifo per fare trading, ma per investirci non credo sia idoneo.
      Il futuro dell'Europa è segnato da quando c'è la UE. Se qualcuno ritiene che ci sia un altro motivo per riarmarci, oltre a quello di creare un po' di PIL e non affondare, lo esponga, argomentandolo. Stesso dicasi per la svolta green. La difesa della democrazia non vale.
      Tutto il resto è ininfluente perchè nessuno sa davvero cosa implichino certe innovazioni o certe scelte. Le uniche previsioni, fatte col senno probabilistico, sono quelle dettate dai numeri provocati da scelte fatte che col tempo diventano quantificabili, o per le quali c'è un riscontro storico.
      La società cambia sempre, e la fine arriverà il giorno in cui nessuno la avrà predetta.

      Elimina

ATTENZIONE: Postando un commento accetti la privacy policy di questo sito, redatta in adempimento dell’art. 13 del D. Lgs. 196/2003 e dell’art.13 del Regolamento UE n. 2016/679. La privacy policy è visibile da tutte le pagine del blog mediante link nel menù principale in alto a destra.