lunedì 8 dicembre 2025

WBD, atto finale

Carissimi, io come espresso in precedenza, in presenza di acquisizioni formali, vendo sempre.


Potevo aspettare forse il raggiungimento della cifra offerta da Netflix, 27.75? Da quello che leggo, ci sono molte incertezze (anche se a bassa probabilità) che potrebbero far saltare l'accordo, quindi carpe diem. In fondo è andata oltre le mie più rosee previsioni.

Tanto per farvi capire, 72 miliardi di dollari, la cifra offerta, è più o meno quanto varrebbe WBD se avesse 6 miliardi di flusso di cassa libero ed avesse ripagato tutti i suoi debiti. Non avevo molti dubbi che ci sarebbe riuscita, ma ci avrebbe messo forse 5-10 anni. Così invece, ce la farà in meno di 2. Può succedere di tutto, la probabilità più alta rimanendo dentro significa prendersi circa 24$ di contante ad azione, più azioni Netflix, cioè di una azienda con PE di 70... Io passo.

Adesso si, se questa fusione andasse in porto, Netflix diventerebbe la Coca-cola dello streaming.

Mi viene da ridere pensando a tutti quelli che insultavano il CEO di Warner Bros nei forum di finanza. Questo tizio ed il consiglio di amministrazione hanno tirato il prezzo come i migliori giocatori di poker, riempendosi per primi le tasche di bonus e chissà che altro. Sbirciate i forum ragazzi, sono pieni di occasioni, basta fare il contrario di quello che si legge.


Saluti

Ivano


9 commenti:

  1. Ciao Ivano, ho letto le ultimissime ieri sera,
    Paramount rilancia a 30Usd, ma vedo che in chiusura il prezzo si ferma poco sopra il 27Usd e non raggiunge quanto proposto dai rivali di Netflix.
    Del settore non so praticamente nulla, posso solo immaginare che i duellanti siano attratti dai flussi di cassa del ramo d'azienda in via di acquisizione.
    Un caro saluto.
    Moris

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    1. Quando il titolo viaggiava sui 20$ ero abbastanza sicuro che la dirigenza avrebbe chiesto di più. Con il rifiuto dell'offerta per 23,5 di paramount, era chiaro che il prezzo sarebbe salito, ma non si sapeva di quanto. Ora la situazione comincia ad essere confusa, per quello sono uscito a 26$, di fronte ad un'offerta formale. Potremmo arrivare a 30 o 31, ma il rischio è che se si apre un'asta ostile, qualche authority blocchi tutto.

      Non sono un esperto del settore ma:
      1) WBD aveva un vantaggio competitivo inarrivabile, quasi 200.000 ore di programmi, anche Disney non regge il confronto.
      2) flussi di cassa che permettevano la ristrutturazione del debito, che di fatto è una creazione di valore
      3) un fair value plausibile di 12$

      se riesco ad uscire dal settore alimentare perchè la situazione è così chiara, allora mi va bene.

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  2. Ottimo trade, complimenti.
    L'unica cosa che non ho ben capito del tuo modo di investire è la strategia di uscita. Hai un target di rendimento predefinito, oppure tieni il titolo fino a che i fondamentali sono buoni?
    Potresti specificare meglio?

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    1. Vendere un titolo è la parte più difficile (infatti WBD oggi quota 30$...) sia investendo che tradando. il problema è che... non ho mai trovato una strategia unica, ed è il motivo per cui il mio sistema, palleallaria, anni fà, falli miseramente. Bisognava "protocollarlo" per renderlo fruibile facilmente, e questo, almeno a me, non è riuscito.

      In tema di investimenti, per me, si esce da un titolo quando
      1) i fondamentali si deteriorano
      2) c'è di meglio da comprare

      ad essi si aggiungono (anche quando compro), visto che non sono un "fondamentalista" puro, il momentum (o la fomo) e l'analisi tecnica.

      Facciamo due esempi.

      1) WBD a bilancio, per me, valeva 12$, ed aveva un vantaggio competitivo importante (le ore di programmi, pro) e un debito enorme (ma gestibile, contro). Ottimo investimento, un po' rischioso. In base a questo, quando quotava a 9$ o sotto era da comprare. Visto il debito, il rischio e il rendimento, la percentuale di portafoglio non poteva essere altissima. Una volta passati di botto a 16$, il titolo era già da vendere, ma qui entra in gioco l'asta e la fomo. E' molto probabile che il titolo si scaldi e cominci a diventare irrazionale. A 20$, in attesa di un'offerta, conveniva rimanere dentro. Una volta formalizzata l'offerta a 27,5$, vedendo il titolo non salire fin li ma fermandosi a 26$, sapendo che paramount è gestita dal figlio del padron di Oracle (strapieno di soldi), che era nero di rabbia e magari poteva piantare una causa che avrebbe bloccato la fusione, ho preferito uscire.

      2) BATS: a bilancio, sempre per me, valeva 38$. Andava comprata sotto i 27$, ma ho visto una chiara fase di accumulazione tra i 26 ed i 30$, in più un dividendo del 10% che era sostenibile. Quindi sono entrato comunque, con un costo medio intorno ai 30-32$. Adesso il titolo è ampiamente sopravvalutato, ma si vede che è in una fase di momentum ottima, continua a sganciare ricchi dividendi, e tutte le aziende del tabacco hanno un vantaggio competitivo enorme; di fatto nessuno può entrare nel loro mercato, se la giocano in 5-6...
      A meno di non vedere un chiaro segnale "tecnico", non penso di vendere.

      Bonus) non ve ne ho mai parlato, di photronics, azienda che si occupa di stampaggio circuiti. Directa mi offre 10$ di commissioni per il mio compleanno, io non so che comprare e trovo photronics a fair value con un bilancio di ferro (metà capitalizzazione in contanti). Mi dico: "vabbè, fallire non può, vale il giusto, sta su un minimo relativo, e compriamone un po'!" Mi fa penare per mesi, non vedo l'ora di liberarmene. Oggi apro investing e vedo che fa +45%. Me la vendo di corsa (io non capisco una fava di tech, so solo che era diventata enormemente sopravvalutata, e spesso a queste fiammate seguono cali consistenti). Un po' di fortuna non guasta mai.

      Quindi come vedi, faccio proprio fatica a risponderti in maniera univoca!

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  3. E' da un po' di tempo che, su vari forum finanziari, leggo cose molto "strane", per usare un eufemismo, sugli ETF obbligazionari di titoli di Stato europei a più lunga scadenza.
    Persone sotto del 15% sul prezzo di carico che sostengono che "l'ETF non recupererà mai più le perdite subite". Persone che compravano gli ETF a "man bassa" quando i titoli di Stato europei rendevano l'1% e adesso che hanno un rendimento più alto non possono neppure più sentirne parlare. Persone che hanno spostato l'acquisto su singoli titoli perchè solo così possono conoscere il rendimento a scadenza. E via dicendo con altre assurdità simili del tutto prive di fondamento.
    Anch'io ho scritto che i momenti migliori dei titoli di Stato europei sono ormai alle spalle e che conviene affiancarli (non sostituirli del tutto!) con altri strumenti con rapporto rischio rendimento migliore, tuttavia non mi sognerei mai di affermare che non conviene mai più acquistare questo tipo di ETF.
    Il problema di chi li ha abbandonati del tutto credo sia dovuto al fatto che, a dir loro, non è possibile stimarne il rendimento atteso.
    Questo è assolutamente falso e adesso vi dirò come fare. Vi dirò anche quanto dovrete aspettare per ottenere il guadagno "promesso" a suo tempo.
    Prendiamo per esempio il Vanguard EUR Eurozone Government Bond UCITS ETF Accumulating (VGEA), il più grande ETF sui titoli di Stato europei e supponiamo di essere un investitore che desidera acquistarlo oggi e che si chiede quanto renderà mediamente per anno. Andate su justetf.com, richiamate VGEA ed aprite la scheda informativa. In questo caso specifico è in inglese. Cercate le caratteristiche dell'ETF e prendete nota solo dei seguenti 2 dati: yield to maturity (rendimento a scadenza: fornisce un'idea del rendimento medio annuo che l'investitore può apettarsi dall'ETF se lo detiene fino alla scadenza media ponderata) pari a 2,78% e average maturity (scadenza media ponderata: indica la vita media delle obbligazioni in pancia all'ETF, considerando la loro scadenza reale) pari a 8,7 anni. Quindi possiamo stimare, con ragionevole grado di certezza, che se acquistiamo l'ETF oggi e lo deteniamo per un periodo pari a 8,7 anni saremo in grado di ottenere un rendimento medio annuo pari al 2,78%, indipendentemente dagli alti e bassi che il prezzo subirà durante questo periodo di tempo. E' una questiuone matematica: con il passare del tempo l’impatto delle variazioni dei tassi tende a riassorbirsi e il rendimento finale si allinea al rendimento di partenza iniziale (indicato dallo yield to maturity).
    L'average maturity tende a rimanere costante nel tempo, perchè periodicamente le obbligazioni che compongono il portafoglio vengono sostituite da nuove obbligazioni in modo da mantenere inalterata la scadenza media. Quello che cambia nel tempo è lo yield to maturity: chi lo ha acquistato quando era molto più basso di oggi (e adesso si ritrova in perdita) dovrà attendere il giusto orizzonte temporale per essere sicuro di riavere i suoi soldi maggiorati del rendimento iniziale "promesso" a suo tempo.

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    1. Ciao Fabio, i forum di discussione finanziaria traggono vantaggio da commenti competenti e disinteressati come il tuo. Dovrebbero essere un occasione per migliorasi imparando, attraverso lo scambio di conoscenze. Per accodarsi al sentiment del momento o parlare a ruota libera....c'e' il bar sport ;) un caro saluto. Moris

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    2. Torno sul tema degli ETF obbligazionari.
      Ho un dubbio sulla certezza matematica del meccanismo (che andrebbe verificato con simulazioni su YTM e average maturity storici).

      Se ho capito bene, al momento dell’acquisto "fotografo" YTM e average maturity come riferimento della rendita attesa e della mia "scadenza" (cioè il momento del disinvestimento). Detta cosí sarebbe come acquistare un bond singolo, dove conosco rendimento e scadenza.

      Se però i tassi aumentano e il prezzo dell’ETF scende, le cedole dei titoli già in portafoglio restano le stesse: le obbligazioni con cedole più alte entreranno nel paniere solo gradualmente tramite il turnover.

      A questo punto mi chiedo:

      -rispetto al mio investimento iniziale, come può l’average maturity (quello che ho fotografato e indica la mia scadenza dal momento dell'acquisto) rimanere la stessa?

      -oppure, a ogni variazione dei tassi dovrei di fatto far ripartire il "timer" della duration, rendendo però inutile il piano iniziale?


      Grazie,
      Max

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    3. Faccio alcune precisazioni:
      1) le schede informative non presentano dati in "tempo reale" ma vengono aggiornate mensilmente o trimetralmente. Per esempio oggi, per VGEA, i dati sono aggiornati al 31/10/2025;
      2) non esiste uno "standard" di scheda informativa, i dati forniti dipendono dall'emittente dell'ETF. Per esempio io preferisco la chiarezza degli ETF iShares rispetto ad altre case;
      3) lo yield to maturity è una stima del rendimento medio annuo lordo atteso se l'ETF venisse mantenuto per un periodo pari alla sua scadenza media, assumendo che tutte le cedole vengano pagate puntualmente e reinvestite a un tasso costante. In sintesi, è la stima del ritorno economico che l'investitore può aspettarsi in media ogni anno. E' una stima perchè il tasso di reinvestimento non è detto che rimanga costante. Tuttavia l'impatto delle variazioni dei tassi di interesse col tempo tendono ad affievolirsi e quindi il tasso di rendimento finale tende a puntare verso lo yield to maturity iniziale (quello del momento in cui viene fatto l'investimento nell'ETF);
      4) l'average maturity tende a rimanere costante nel tempo per l'ETF, dal momento che l'ETF replica passivamente un indice obbligazionario che lo prevede. Se così invece non fosse, quello che ho scritto sopra non sarebbe più valido.

      Concludendo possiamo dire che se acquisto VGEA oggi, posso avere una ragionevole certezza di ottenere, dopo 8,7 anni, un tasso di rendimento medio annuo lordo non molto distante dal 2,78%. Se decido di non disinvestire dopo 8,7 anni, come accade il più delle volte nel caso VGEA venga tenuto in portafoglio perchè quota parte obbligazionaria di un portafoglio pigro per esempio, dovrò riguardare tra 8,7 anni quale sarà il nuovo yield to maturity a quella data, per farmi un'idea di quale sarà il "nuovo" rendimento lordo medio per i futuri 8,7 anni.

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  4. Ciao Fabio,
    interessante messaggio come sempre.
    Io sono uno di quelli che sceglie la scaletta di bond piuttosto che l'Etf obbligazionario, sul lungo periodo.
    Sulle brevi scadenze (1-3 anni), invece, li preferisco ai monetari, per una serie di motivi che spiegavo in un precedente messaggio.

    Sulle lunghe scadenze lo scoraggiamento per me sta tutto nell'ultima tua frase:
    "Quello che cambia nel tempo è lo yield to maturity: chi lo ha acquistato quando era molto più basso di oggi (e adesso si ritrova in perdita) dovrà attendere il giusto orizzonte temporale per essere sicuro di riavere i suoi soldi maggiorati del rendimento iniziale "promesso" a suo tempo."

    Un ETF obbligazionario ha si un rendimento atteso e una tendenza al recupero, ma non possiede la certezza del rendimento e del rimborso nominale (bloccato a tutti gli effetti al momento dell'acquisto di un normale titolo di stato). Questo aspetto é rassicurante, chiaro e semplice: soddisfa certi bias... :D

    Detto questo, la tua osservazione sul YTM e l'AM può tornare veramente utile!

    Saluti a tutti
    Max

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